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Eccola urlata dal martello
Arriva spinta dal vento della forza di gravità
Eccola primo urlo cupo di un servo vestito di nero
Sguardo perso nel nulla di decreti e corridoi di tribunali
Eccola l’ assoluzione complice
Gradi che crescono ossa che si spezzano
Pubblico ombra lontano nel nulla assiste piangendo buio
Odore di dittatura sfiora la pelle
La pelle dove i manganelli hanno lasciato frasi ben chiare
Le urla genovesi attraversano le calle
Sangue dappertutto esplosione e fumo
E via sui muri risuonano all’infinito
Non trovano pace e non ne troveranno mai
Mani che sudano potere si strofinano e si scambiano strette
Sguardi di vetro tra occhiali come serpenti
Brulicano blatte perché la luce è arrivata sul terreno dove si
riproducono a migliaia
La pietra che li nascondeva viene scoperchiata ,possono tornare a galla dalla merda
Il sistema è pronto a riceverli e a perdonarli
Ritornano per le strade fieri animali
E di loro viscidamente i cronisti beffardi
sanno gia tutto e amandoli sperano in favori futuri stampando sangue nero su carta
E il tutto muore silenzioso attraversato da una pallottola
Eccoli i potenti a convincersi della realtà appaltata al macellaio
Eccoli forti e potenti appoggiati giustificandosi a vicenda
Pronti a sfilare in piazza
Pronti a spaccare teste e sopprimere idee
Questo è il loro grande momento.
da Masada 824
Il Paese iniquo
Messaggi
1. Il paese iniquo, 14 novembre 2008, 15:56
Intanto oggi i picchiatori del 5° Celere, gli stessi della Diaz nel 2001, hanno dovuto "fare pippa" e "calare le braghe" al corteo che ha invaso, nonostante il loro schieramento in stile Genova 2001, Via Del Corso e poi Piazza Montecitorio e Largo Chigi.
Quello che è successo ieri a Genova è allucinante, ma è sbagliato dare l’idea che hanno vinto la partita ...
Non hanno vinto un bel niente !
Carlo vive, l’Onda vive, i morti sono loro ....
K.