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Il primo giorno di Bertinotti: "Nel nome della Costituzione"
Publie le domenica 30 aprile 2006 par Open-Publishingdi red
«Il 25 aprile è una data all’ origine della nostra repubblica. Vorrei che questa assemblea potesse idealmente svolgersi a Marzabotto e quella collina annegata nel verde in cui si ricorda l’orrore: anche lì è nata la nostra Costituzione a la nostra irriducibile scelta di pace, la nostra irriducibile scelta di lotta contro la guerra e il terrorismo». Nel suo discorso di insediamento alla presidenza di Montecitorio il “rosso” Fausto Bertinotti parte dai valori della Costituzione. Cita la Liberazione, il primo maggio e anche don Milani (esempio «di una grande coscienza civile e riformatrice del paese»).
Poi richiama e scandisce il senso e il valore dell’articolo 11 della costituzione in cui l’Italia «ripudia la guerra»: «Nella costituzione- dice il neopresidente della Camera - c’è la scelta di pace fatta con l’articolo 11, una scelta irriducibile di lotta contro ogni guerra e ogni terrorismo». Detto questo, aggiunge subito Bertinotti, «anche oggi noi piangiamo i soldati uccisi a Nassiriya». A questo punto scatta immediato un lungo applauso, bipartisan, dell’aula in onore delle vittime italiane in Iraq.
Non applaudono invece dal centrodestra quando Bertinotti cita Pietro Calamandrei, uno dei padri della Costituzione e militante del Partito d’Azione, ricordato per le sue parole sulla Resistenza, quando consigliava ai giovani di recarsi nelle montagne dove hanno combattuto i partigiani: «Andate li perché li è nata la nostra Costituzione, li c’è l’origine della nostra Repubblicà. Vorrei che questo pellegrinaggio fosse il viatico per i lavori di questa assemblea per trovare nelle radici le ragioni e la forza per progettar e il futuro dell’ Italia, dell’ Europa e del mondo».
Il discorso dura circa mezz’ora poi, dopo saluti e abbracci di rito, Bertinotti lascia Montecitorio per recarsi al Quirinale. Apprezzamento e soddisfazione per l’elezione del leader del Prc Bertinotti da tutto il centrosinistra.
Il leader del Prc ha dovuto attendere il quarto scrutinio per essere nominato presidente della Camera. Ma così era del resto accaduto nelle ultime quattro legislature. Erano necessari il 50% più uno dei voti, cioè 305, e Bertinotti ne ha ottenuti 337. Al presidente della Quercia invece sono andate 100 preferenze.
Il sorriso è così tornato sul volto di Romano Prodi. Dopo una mattinata di attesa e di preoccupazione, dopo il nulla di fatto di ieri al Senato, il leader dell’Unione ha applaudito e ha sorriso quando si è capito che il leader Prc ce l’aveva fatta. Il Professore ha atteso la conta dei voti in piedi nell’emiciclo di Montecitorio circondato dai fedelissimi Ricky Levi e Silvio Sircana.