Home > Il ruggito della leonessa
di Sandra Di Sebastiano
C’è qualcosa che è di pertinenza delle sole donne, in quanto strettamente connesso con la loro natura. E se questo qualcosa oggi evolvesse, raggiungendo pure la coscienza collettiva, potrebbe perfino spingere i governi ad apportare finalmente i radicali e positivi cambiamenti di cui abbisogna la nostra società.
Da un punto di vista storico può apparire scorretto, controproducente voler ri-assegnare alle donne un compito specifico basato sulla particolarità del loro sesso. Molto si è lottato affinché le donne potessero vivere nella società come persone complete, senza limiti o preconcetti legati al sesso.
E’ pur vero, però, che le donne stesse spesso individuano e fanno coincidere la loro femminilità prevalentemente con la maternità, intesa sia emotivamente come un rapporto privilegiato con la natura, con l’eterna continuità della vita, sia razionalmente come un diritto di vivere con libertà questo ruolo.
Fatto è che le donne sono oggi nella possibilità di esercitare sulla società un’influenza davvero molto speciale, un’influenza che possono esercitare solo loro, poiché appunto legata a quella capacità procreativa che le caratterizza. E tale loro nuovo, speciale compito è quello di NON fare figli.
E’ questo un tempo in cui ogni donna dovrebbe svolgere una personale, obiettiva, responsabile indagine su come vanno veramente le cose sul Pianeta Terra. E’ questo un tempo in cui ogni donna dovrebbe allargare i propri orizzonti e dare un nuovo senso al proprio istinto materno. E’ questo un tempo in cui ogni donna dovrebbe uscire dagli stereotipi del passato, ad esempio, ampliando la ristretta visione limitata alla propria famiglia ed adottando idealmente, come proprio congiunto, l’intera umanità. Potendo così coglierne immediatamente lo stato di estrema sofferenza e venendo indotta a cercarne le ragioni profonde, scoprendo così che il mondo è innanzitutto sovrappopolato e, soprattutto per questa sua condizione, continua a patire fame, malattie e guerre.
Oggi l’istinto materno si dovrebbe esplicare innanzitutto nella difesa dei piccoli in pericolo: come si può mettere al mondo dei figli se questo come un tritacarne li farà in polpette?
Una donna, un essere femminile che sia davvero maturo, prima di fare un figlio si accerta che questo possa vivere degnamente. Ogni donna dovrebbe verificare che il mondo sia pronto ad accogliere degnamente un nuovo essere e, se occorresse dapprima cambiare qualcosa, dovrebbe essere disposta a combattere civilmente per questo. Proprio come una leonessa combatte e ruggisce in difesa dei propri piccoli già nati.
Se davvero si vuole esprimere la propria femminilità, oggi vale la pena dare un peso ed un valore al potere che ne deriva, astenendosi dal fare figli: quale effetto enorme potrebbe derivarne se le donne smettessero di mettere al mondo i figli? Quale enorme strumento di cambiamento avrebbero attivato le donne, se facessero uno sciopero, decidendo che finché gli Stati non metteranno in atto azioni concrete per risolvere i gravi e delicati problemi che oggi affliggono il mondo, di figli davvero non se ne parla?
Noi donne non possiamo restare alla finestra. La sovrappopolazione è una questione reale e seria, e, dal momento che siamo proprio noi a generare, non possiamo tirarci indietro dall’occuparcene direttamente. La nostra femminilità, oggi, non può non partire da qui, dal prendere coscienza dei tempi. Sarebbe bello se noi donne riscoprissimo la nostra capacità di lottare per ciò che conta, quelle tra noi che hanno più possibilità di informarsi, o vivono in paesi in cui l’esercizio del diritto di scelta alla maternità è già presente, potendo e dovendo essere d’aiuto anche alle altre.
Messaggi
1. > Il ruggito della leonessa, 3 aprile 2006, 22:32
Non sono d´accordo con queste righe.
Per primo non penso che la sovrapopolazione sia il problema maggiore del mondo.
E poi non credo che col rifiuto di fare figli si migliorerebbe il mondo. Soprattutto non, perché secondo me sarebbero le donne che sono in grado di ragionare e di riflettere che coglierebbero questo appello (SE lo facessero!) e sarebbero quelle che vivono in condizioni che non le permettono la scelta o che non le permettono neanche di ragionare a fare i figli. I figli che poi decideranno il futuro del mondo.
Non é meglio educare bene i figli che si fanno?