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Il tribunale di Trapani presieduto dal giudice Messina ha assolto l’ex prefetto della città...
Publie le sabato 17 aprile 2004 par Open-Publishingsentenza Vulpitta
Il tribunale di Trapani presieduto dal giudice Messina ha assolto l’ex prefetto della città, 
Leonardo Cerenzìa, da tutti i capi d’accusa contestati (omicidio colposo plurimo, lesioni gravi e 
omessa cautela) in merito al tragico rogo del 28 dicembre 1999 in seguito al quale morirono sei 
immigrati trattenuti nel Centro di Permanenza Temporanea "Vulpitta" di Trapani.
Semplicemente, "il fatto non sussiste". 
Immediatamente dopo l’emissione della sentenza (maturata dopo circa sei ore di camera di 
consiglio), l’accorata protesta degli antirazzisti presenti in aula ha trovato voce in unico grido: 
"vergogna!".
Funzionari di polizia e carabinieri non si sono lasciati scappare l’occasione di spintonare, 
redarguire e minacciare le compagne e i compagni fin verso l’uscita del palazzo di giustizia in un 
clima di forte provocazione.
Qui di seguito pubblichiamo il comunicato del Coordinamento per la Pace di Trapani:
INGIUSTIZIA E’ FATTA
Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1999 scoppia un incendio all’interno del CPT "Vulpitta" 
di Trapani, il Centro di Permanenza Temporanea in cui vengono reclusi gli immigrati che lo Stato 
definisce "clandestini". Muoiono sei ragazzi: Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti e Nassim.
A quell’epoca non ci sono uscite di sicurezza, i corridoi della struttura sono troppo stretti per 
permettere il deflusso in caso di emergenza, e il numero di estintori è insufficiente.
La campagna "Verità e Giustizia" lanciata dagli antirazzisti siciliani per fare luce su quella 
tragedia culmina nell’incriminazione dell’allora prefetto di Trapani, Leonardo Cerenzìa, per 
omissione di atti d’ufficio, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, omessa cautela.
A quattro anni di distanza, il prefetto Cerenzìa è stato assolto dai capi d’imputazione e per 
quella tragedia non è stato individuato nessun colpevole. Il processo ha evidenziato negligenze, 
omissioni e responsabilità molto gravi da parte di chi avrebbe dovuto evitare quel dramma: nonostante 
questo, il tribunale di Trapani ha preferito cancellare, con un colpo di spugna, la tragedia di 
quella notte e il dolore di chi c’era e si è salvato. Eravamo preparati a una sentenza di questo 
tipo: la storia d’Italia dimostra che difficilmente lo Stato processa e condanna se stesso.
Al di là di questa sentenza indecente, consideriamo di per sé una vittoria aver costretto un 
prefetto della Repubblica a rendere conto del proprio comportamento in un’aula di tribunale in merito 
alla gestione di un Centro di Permanenza Temporanea.
La nostra condanna politica e morale nei confronti dei Centri di Permanenza Temporanea rimane 
quella di sempre.
I CPT - massima espressione delle politiche discriminatorie e razziste dello Stato italiano; sono 
luoghi di segregazione che non devono esistere. Continueremo a vigilare, denunciare, protestare e 
intervenire per ottenere l’unico risultato possibile: la chiusura del "Serraino Vulpitta" di 
Trapani e di tutti i Centri di Permanenza Temporanea in Italia.
Coordinamento per la Pace - Trapani




