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Il trionfo veltroniano alle primarie

Publie le lunedì 15 ottobre 2007 par Open-Publishing
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Il plebiscito a favore di Veltroni alle primarie per il Partito Democratico, in una consultazione che è riuscita molto bene, è un buon indizio della capacità di orientamento che grande stampa, burocrazie di partito e gruppi economici riescono ad esercitare sull’opinione pubblica italiana, se si considera il vuoto di contenuti della sua proposta politica.

Non bisogna però pensare che "vuoto di contenuti" sia un sinonimo del nulla. Veltroni non rappresenta il nulla, rappresenta il veltronismo, ovvero un sagace opportunismo nell’uso dei media e della cultura di massa per promuovere il suo posizionamento sul mercato della politica italiana, cavalcando l’onda degli interessi costituiti ed esibendo una vernice da liberal americano. Quest’ultimo tratto, oltre che la collocazione sullo spettro politico, costituisce l’unica differenza che vi è tra il veltronismo e il berlusconismo. Neanche Veronica Lario sembra essere un elemento di distinzione.

Fin qui le cose che tutti i critici di Walter Veltroni oggi diranno. Vediamo se è possibile aggiungere qualcosa.

Se si ascoltano i dibattiti del dopopartita durante il campionato di calcio di Serie A si noterà che l’analisi delle partite da parte della gente implica capacità cognitive superiori a quelle che si noteranno nelle risposte dell’elettore medio di Veltroni che deve rispondere alla domanda: "Perché Veltroni e non la Bindi o Letta?" La piattezza di contenuti del veltronismo e il semplicismo politico dell’area di consenso che lo sostiene, e che si è manifestata alle primarie, non sono affatto un sintomo di decadenza. Sono, al contrario, il perfetto portato di una democrazia elitistica in cui il coinvolgimento delle gente avviene solo al momento della consacrazione del capo, mentre tutte le decisioni che contano verranno prese altrove. La gracilità di questo contatto tra il capo e la base non può che veicolare soluzioni semplicistiche, slogan, orientamenti a base puramente emotiva ed impressionistica. L’emergere di Veltroni in questa fase, lungi dall’essere un incidente, sigla tutta la superficialità del patto democratico alla base della nostra democrazia in questa fase.

Tutti coloro che insistono sulla fine delle ideologie si guardano bene dal prendere atto come da molti anni ormai — direi dalle presidenziali americane del primo mandato a George W.Bush, vinte grazie all’alleanza con la destra cristiano-evangelica — la destra occidentale ha conosciuto un forte processo di ideologizzazione del suo discorso politico. La centralità assunta nel dibattito politico italiano dal tema della Legge & Ordine, basato su una strumentalizzazione dei dati della criminalità, non ne è che un sintomo.

Di fronte all’inaridimento di valori civili portato dall’offensiva neoliberista e la reazione che ciò ha comportato nella gente, sempre più in cerca di "valori" e di "senso", la destra aveva un enorme vantaggio competitivo sulla sinistra, attestata sempre più su un "riformismo" pragmatico e tecnocratico, dunque freddo. Mentre entrambi cooperavano a precarizzare il mercato del lavoro, a ridurre l’impegno dello stato sul fronte dell’assistenza sociale e a comprimere il ruolo del pubblico nella regolamentazione dell’economia, la destra poteva rispolverare i suoi valori tradizionali perché non entravano in conflitto con questa offensiva del capitale (ed intercettare un certo grado di inquietudine esistenziale della sua gente), mentre la sinistra non poteva, dopo la fatica che aveva fatto negli anni novanta per liberarsi del suo bagaglio culturale e "modernizzarsi". Il buonismo veltroniano è il primo organico tentativo della sinistra italiana di imitare la destra nell’ideologizzazione del suo discorso politico, superando l’aspetto pragmatico e tecnocratico del suo "riformismo" regressivo su un terreno che non entri in colfitto con gli interessi del capitale.

Ma Veltroni ha la strada in salita, perché per la sinistra, rispetto alla destra, questa strategia implica un surplus di ipocrisia da gestire. Fino a che punto puoi strumentalizzare la morte per fame di un bambino africano prima che la tua stessa gente cominci a disgustarsi?

http://achtungbanditen.splinder.com/

Messaggi

  • Hai ragione !!! E’ solo un problema di vernice !!! Il veltronismo non è altro che una replica in versione più soft e friendly del Berluskonismo con una più abile mascheratura del populismo e smussandone le spigolosità autoritarie !! Gli obiettivi politici sono analoghi : mettere in piedi un puro dispositivo di potere , portando a definitiva ed irreversibile saldatura gli interessi dell’oligarchia politica e di quella economica. Tutto il resto è marketing !!

    MaxVinella