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Il video del pestaggio di un immigrato a Sassuolo(Mo)

Publie le lunedì 27 febbraio 2006 par Open-Publishing
11 commenti

registrato il video del pestaggio

video che riprende il pestaggio dei carabinieri

www.kataweb.it/articolo/1317990

Messaggi

  • Sassuolo (mo) Extracomunitario pestato dai C.C. Un filmato con il telefonino li ha fregati

    Marocchino picchiato dai carabinieri:il filmato finisce sul web

    di RITA DI GIOVACCHINO 26.2.06

    http://www.ilmessaggero.it/view.php...

    ROMA- In tempi di crociate e rigurgiti di razzismo uno non se lo aspetterebbe, eppure il senso della legge prevale all’interno delle forze dell’ordine e anche tra i comuni cittadini. La storia, esemplare, è avvenuta domenica scorsa a Sassuolo, nel Modenese, cittadina nota per la produzione di piastrelle. Siamo ai confini del fatidico nord-est. In via Adda un extracomunitario, privo di documenti, all’aspetto di origine magrebina, forse in preda ad ebbrezza alcolica viene fermato dai carabinieri mentre dà in escandescenze e lancia bottiglie contro la sede della Cisl. Fin qui tutto normale, ma l’uomo reagisce e i carabinieri si gettano su di lui. Siamo ancora all’antefatto della storia esemplare. Un passante munito di telefonino riesce a riprendere la scena che è invece poco edificante: il clandestino, che forse non era uno stinco di santo, ma non meritava di essere trattato in questo modo, viene denudato, insultato, steso a terra. Nel filmato si vedono due uomini in divisa da carabiniere e un terzo in borghese (ma con in mano quello che sembra un manganello) che picchiano un uomo quasi nudo. Uno dei tre lo insulta ferocemente, l’ altro gli salta a piedi pari sul corpo.

    Secondo atto: il filmato, non si sa attraverso quali passaggi, finisce nelle mani dei Giovani Musulmani d’Italia e per qualche ora viene rilanciato da una bacheca del sito. Ma i responsabili dell’associazione qualche ora dopo decidono di rimuoverlo e annunciano di averlo consegnato alle forze dell’ordine. Si scopre poi che il marocchino pestato era stato nel frattempo arrestato per atti di vandalismo e resistenza a pubblico ufficiale. Ma le immagini, sia pure un po’ sgranate, parlavano chiaro: l’uomo è steso a terra, indossa soltanto un paio di mutande e calzini. Accanto a lui si vede chiaramente una gazzella dei carabinieri, i tre lo fanno alzare, lo appoggiano alla macchina. Uno degli uomini in divisa gli sferra pugni. L’altro gli salta a piedi pari sul corpo. Si sentono grida fuori campo: grida il marocchino, ma anche chi sta riprendendo la scena o chi gli sta vicino. Sono grida di protesta contro il trattamento.

    L’episodio del filmato apparso e tolto dal web è stato raccontato ieri sui giornali locali, che intervistano anche Osama Al Saghir il presidente dei Giovani Musulmani. «È un episodio di cattivo gusto, inaccettabile- dice Al Saghir-. non sappiamo chi sia quell’uomo, se aveva fatto qualcosa di male andava arrestato. Ma non in quel modo, abbiamo rimosso il video perchè non crediamo sia giusto generalizzare, ma l’abbiamo consegnato alle forze dell’ordine che ogni giorno fanno il loro dovere per garantire la sicurezza di tutti. Quella è l’azione di pochi». Dal canto loro i responsabili dell’Arma hanno ringraziato Al Saghir e gli hanno fatto sapere di aver consegnato il filmato all’autorità giudiziaria. I responsabili sono già stati identificati e non si escludono provvedimenti amministrativi.

    • Inciviltà con la divisa

      Comune triste violenza

      di GIORGIO BOCCA

      È accaduto a Sassuolo, alle dieci di una domenica mattina. Una pattuglia di carabinieri arresta un marocchino ubriaco. È ferito al capo, sanguina, non vuole salire sulla macchina, si denuda. I militari allora lo picchiano duramente a pugni e calci. Assiste alla scena un gruppo di immigrati, uno la riprende con un videofonino.

      Le immagini arrivano nel mio studio via Internet dieci giorni dopo. Sono immagini di comune violenza, che potrebbero arrivare da ogni parte del mondo violento, dalla grassa pacifica Emilia come da Bagdad o dalla Colombia o da New York.

      Certo, i carabinieri sono costretti spesso a fare un lavoro oscuro e ingrato, in questo caso devono far cessare gli schiamazzi e le minacce che un uomo seminudo, ubriaco, probabilmente violento e psichicamente disturbato lancia da una strada di Sassuolo. Ma è un uomo inerme, e ormai innocuo: nulla giustifica che gli piombino addosso e lo riempiano di botte, alla faccia, al ventre, alle gambe mentre urla come una bestia ferita.

      Qualcuno può pensare che siano i danni collaterali dell’immigrazione, un fenomeno sociale di cui nessuno può assumere la piena responsabilità, una sciagura naturale, qualcosa come lo Tsunami o l’effetto serra, il mare che spazza via le città, il ghiaccio che si scioglie e che una certa dose di durezza in casi come questo sia inevitabile.

      Ma è impensabile rassegnarsi a questa inciviltà: vedere tre signori in divisa avventarsi su un poveraccio, saltargli addosso di peso, farlo rimbalzare a pugni da uno all’altro. È mai possibile? Eppure accade a Sassuolo, di domenica, all’ora della Santa Messa, dello stracotto che sfrigola sul fuoco, dell’Olimpiade in televisione.

      A forza di botte quel corpo seminudo sull’Alfa blu dei carabinieri sparisce in direzione della caserma. Non si sa bene che morale trarne se non che viviamo in un terribile mondo, dove i carabinieri pensano di potersi permettere questo lavoro di spazzini e un povero cristo arrivato dal sud del mondo andrà - massacrato - a ingrossare il popolo dei carcerati, in cinque o sei per cella, processati chi sa quando.

      Una storia di comune, triste violenza, disvelata per caso e per protesta civile da un cittadino che ha ripreso la scena col telefonino. L’Arma per ora ha solo trasferito e messo in ferie i responsabili: ma dovrebbe essere ferma e chiara nel punire metodi simili. Il rischio, altrimenti, è che cresca l’idea di un’impunità inaccettabile.

      (28 febbraio 2006) www.repubblica.it

    • Invece di lagnarti contro questi marocchini che secondo te sarebbero degli orchi, ma fatti assumere in ceramica al loro posto, per rompersi il culo in fabbrica vi vanno bene ma voi non volete degli esseri umani, volete solo degli schiavi che non si vedano neanche in giro!!!

      FATE VENIRE IL VOMITO TANTO SIETE OPPORTUNISTI.

      un operaio di Modena

  • Non vedo violenza, ma solo ripristino della legalità con l’uso di mezzi coercitivi forse un pò brutali ma necessari visto l’episodio (sfido chiunque a convincere lo straniero a salire in auto con un "per favore .. sali sull’auto" !!! ) .
    Grazie ai Carabinieri e ai Poliziotti che ogni giorno, nonostante l’iposcrisia e la stupidità italiana, garantiscono la sicurezza di questo paese .

    Un onesto cittadino

    • La notizia viaggia su Internet
      (come i razzisti perbene)

      di Vittorio Giambardino

      E’ che quando vengono su il sangue e le passioni, gli "hanno fatto bene, dovevano massacrare anche quelli che han fatto il film", e gli anatemi di "razzisti" e "fascisti", non si ragiona più e si fa fatica anche a considerare qualcosa di più, che pura eruzione di intolleranza, ciò che fino a un minuto prima avresti definito con sussiego "partecipazione degli utenti", "contenuti generato dai lettori". Fra teoria dei media e vita c’è sempre questo salto, questo irrompere della puzza dei fatti. Ma poi è laggiù, nelle fogne della vita che deve vivere un mezzo di comunicazione.

      Ma prima le storie. Senza i particolari, che fanno un moderato orrore (moderato perché ci stiamo abituando?). A Modena un immigrato riprende con la videocamera del telefono cellulare un pestaggio dei carabinieri su un marocchino, una scena visibile ancora su Kataweb. Quel video è riuscito ad arrivare, grazie alla rete, alla Gazzetta di Modena, a Kw e poi a Repubblica, poi a tutti gli altri media, ed ha dato vita a un dibattito cui hanno preso parte centinaia di persone.

      Storia numero 2: la madre di Federico Aldrovandi, un ragazzo diciottenne morto a Ferrara il 18 settembre 2005 in circostanze che sono la materia stessa di questo caso, apre un blog e riesce ad imporsi all’attenzione dei media (il giornale locale, il programma di Costanzo, gli altri giornali), della polizia, dei politici, fino ad Amnesty International. Si deve sapere come quel ragazzo è morto, perché, quali responsabilità ci sono, mentre si continua a non saperlo. Quel blog, come tutti all’inizio affondato dentro il nulla delle poche visite, risale in fretta le statistiche del server di Kataweb e si impone come un piccolo successo. Di fatto è stato il centro della "campagna dal basso" che ha imposto il caso di "Aldro".

      Ma le parole dei media sono sempre forbite, ripulite, filtrate. Sono le parole "spontanee", quelle che fanno più paura. C’è chi si ritrae con orrore accusando il mezzo per la sconcia moralità che mette in mostra. Ma questo episodio ha dimostrato perché è diventato consigliabile e maturo mescolare componenti diverse del mondo dei media. Gli interventi degli utenti internet attorno a quei casi sono stati niente altro che una narrazione dal basso dell’Italia che siamo oggi. Ed hanno aiutato a mettere in pratica il primo vero grande esperimento su strada di "Citizen Journalism" o , con un linguaggio antico ma più italiano, di giornalismo civile.

      Una cosa è certa: se non ci fossero state la denuncia del video diffuso via internet (Modena) o la tenacia di una madre che si è impossessata di uno strumento apparentemente così metallico e intellettuale come il blog, per farne il megafono del suo dolore e della sua richiesta di giustizia, non avremmo saputo niente. C’è chi pensa che ce l’avrebbero potuto far da soli gli utenti di internet, e non è vero. E i giornali? E la tv? Non avremmo saputo niente lo stesso o solo molto poco.

      Senza il video, senza la prova, la denuncia di alcuni testimoni sarebbe rimasta una versione di parte. Senza quel video, il cronista avrebbe appuntato, in mezzo ad altre piccole cose segnalate dai carabinieri, "marocchino ubriaco resiste all’arresto e si ribella ai militi". E questa sarebbe stata la "verità".

      Senza Madre Blog e la sua ossessiva ripetizione delle ragioni che stanno all’origine della morte di Federico, sarebbe prevalsa una smentita della polizia, la parola di un medico, la naturale tendenza all’indifferenza di tutti noi. Non stiamo dicendo che carabinieri di Modena e polizia di Ferrara siano colpevoli, non è il mestiere di questa rubrica. Ma all’accertamento dei fatti si arriva anche attraverso processi dolorosi, di accuse, di difese, di polemiche, di cose dette e mai ritirate. La democrazia si fa con le parole, non con le smentite.

      E col rigurgito di razzismo di Modena o con la faziosità di certi commenti anti-polizia nei forum post Ferrara come la mettiamo?

      La mettiamo che la cronaca, il racconto dei fatti che si sono svolti, è nel giornale la scrittura ponderata delle fonti che parlano. Che questo spesso non basti, è, se non una cosa vera, di certo sentita come tale da molti nell’opinione pubblica di oggi. Quei forum, con tutta la cecità degli insulti razzisti e con tutta l’ideologia di chi è sempre pronto a ricordare Carlo Giuliani, ci racconta un pezzo della realtà. Ci fa presente che c’è chi, a piccole dosi, ha assimilato in questi anni una compiaciuta antropologia della sopraffazione, per cui a quello che è a terra è giusto dare calci. Se è a terra un motivo ci sarà, no? Dite che fa schifo? Lo fa infatti: ma senza internet nessuno avrebbe potuto dirlo ai giornali, e noi perciò non lo sapremmo, che il vicino del secondo piano è un razzista perbene.

      http://www.repubblica.it

    • Speriamo che domani gli stessi signori dalla violenza gratuita usino lo stesso sistema con tuo figlio che sbronzo, alle 5 di mattina, fa casino per strada, speriamo che gli rompano la faccia e gli provochino un’emmorragia interna , saltandogli sulla pancia, solo così , forse, potrai iniziare a capire quanto immensa è la tua incultura, quanto devastante è la tua convinzione di essere un cittadino onesto, quanto certi esempi di brutalità seminino odio sull’odio, quanto la tua convinzione di esserre, molto probabilmente, anche un buon cristiano, farebbe versare lacrime di sconforto anche a Gesù Cristo, che ha predicato nel deserto, un deserto Occidentale tanto ricco quanto desolantemente popolato di poveri di spirito.
      Salvatore Ore

      P.S.
      se invece sei un ragazzo quello che ho scritto sappilo tradurre per la tua diversa condizione

    • La violenza non è mai gratuita, viene sempre in seguito di quello che noi esseri umani definiamo " Spirito di conservazione",nessuno di noi ha visto quello che è successo nei minuti
      "prima " della registrazione

    • Non sempre la violenza viene dall’ "istinto di conservazione".

      In molti casi viene ( spesso anche in famiglia ma soprattutto nella societa’ e ancora di piu’ "sulla strada") dalla pretesa di esercitare un potere insindacabile e coperto dalla impunita’.

      E’ sostanzialmente quello che e’ avvenuto a Napoli e Genova nel 2001, che avviene quasi ogni domenica in qualche stadio e che è avvenuto recentemente a Ferrara e Sassuolo.

      A meno che per "istinto di conservazione" non si intenda anche l’ "istinto di conservazione DEL PROPRIO POTERE".

      Allora il caso di Sassuolo potrebbe anche rientrarci .......

      Keoma

    • DALLA PARTE DELLA LEGGE !!!

      Semplicemente indecente e raccapricciante!

      In qualità di ex Ufficiale della Guardia di Finanza chiedo, senza strumentalizzazioni o ipocrisie alcune, di promuovere il LICENZIAMENTO IN TRONCO dei militari, altro che trasferimento.

      Non ho altre parole se non di sdegno.

      Cordiali saluti.

      Salvatore Cuomo - Roma

    • Ho già letto i commenti di utenti che sono rimasti evidentemente scioccati da quella sequenza di brutalità, razzismo, infamia e crudeltà, eppure non riesco a darmi pace nel rivedere quelle immagini. L’apice della mia collera e profonda tristezza li raggiungo nel leggere quel guazzabuglio di idiozie che "un cittadino onesto" (ci rendiamo conto signori: si firma "un cittadino onesto") scrive su di un blog, non sapendo neanche quale effetto mediatico malsano, possano avere le sue idee su una delle tanta menti instabili, come lui, e aimè così profondamente ignoranti e aride di qualsiasi sentimento, che abitano il nostro mondo! Penso solo a quel ragazzo e ad un uomo di forse cento kg che gli salta sul ventre come un posseduto... al suo rispettabilissimo collega che è pronto a dar man forte con una serie di pugni allo stomaco di quel poveraccio in evidente stato alterato di coscienza, che forse non si rende neanche conto di quale abominevole perfidia stia subento...penso solo ai poveri uomini come te mio caro "cittadino onesto", alla tua profonda aridità d’animo e alla tua misera vita di essere ignorante tra gli uomini, e a quanto sono felice che nessuno ti abbia mai dato la possibilità di indossare una divisa con tanto di artiglieria! Un pensiero lo rivolgo a quegli uomini e ragazzi che ogni giorno ci difendono sulle strade e purtroppo tante volte muoiono per noi, per colpa di uomini cattivi e senza pietà...ma il mio pensiero è rivolto solo a chi è un vero uomo, con un vero cuore per indossare una divisa e non a quei brutali e iniqui esseri che ora dovrebbero essere in galera e non in ferie forzate!
      MIRKO NERONE

    • Caro onesto cittadino, io sono di napoli, mi piacerebbe vedere lo stesso INTERVENTO COERCITIVO, su i nostri italiani capo mafia, camorristi Baresi e Napoletani, Milanesi, Ndrangeta e quantaltro che esportano la criminalità organizzata in tutto il mondo, evidentemente le forze dell’ ordine non possono sfogare questa violenza su veri criminali da cui prendono bustarelle e mazzette (come succede a Ponticelli e a Napoli centro) si preferisce SFOGARE BRUTALITA REPRESSA sui POVERACCI che a finale puzzano un po ma non ti bloccano un economia come camorra e mafia, con loro si dovrebbe parlare e cercare insieme di buttare fuori da maroni TUTTI I CRIMINALI che non hanno razza, e se sei cattolico e pure peggio perche la brutalita e il razzismo non sono ammessi nella tua religione, quindi NON SEI ONESTO NEPPURE CON TE STESSO.