Home > Il voto elettronico di Pisanu
Ricavo da Diari
B ha assoldato 121.00 militanti di FI, i legionari azzurri, che saranno nei seggi come vigilantes, con tanto di formazione adeguata. Per la nuova legge elettorale gli scrutatori non sono più estratti a sorte ma scelti e nominati dalle commissioni elettorali dei Comuni, che li prendono da elenchi di volontari. I legionari erano iscritti nelle liste prima ancora che la legge fosse stata fatta. Sono stati soppressi gli uffici circoscrizionali del capoluogo e il controllo del voto va a un ufficio regionale unico.
B continua a parlare di brogli. Chi parla troppo di una cosa, la pensa e la evoca
Non proveremo solo una legge bislacca, definita «una porcata» da chi l’ha fatta, con incerti premi di maggioranza”diversi per regione”, candidati tutti imposti dai vertici dei partiti e una scheda grande come un manifesto. Avremo voti scrutinati col pc nel 20% delle sezioni!
In ognuna delle 12.680 sezioni coinvolte ci sarà un computer, due schermi video e un operatore informatico. Mentre gli scrutatori procederanno allo scrutinio tradizionale, contando i voti e impilando le schede, l’operatore digiterà i voti sulla tastiera e li controllerà su uno degli schermi, mentre il secondo sarà a disposizione degli scrutatori. Finita la conta, i dati di ogni sezione saranno inseriti in una «chiavetta» Usb. Le diverse «chiavette» Usb di tutte le sezioni presenti in un unico plesso (edificio) saranno portate a mano e inserite nel computer di plesso. Da qui una linea dedicata trasmetterà i dati direttamente e rapidissimamente al Viminale.
Bello? Sì. Ma anche sicuro? Al riparo da brogli informatici? Chi ricorda le feroci polemiche seguite al voto del 2000 per le presidenziali americane in Florida non può non porsi almeno il problema. Ma al ministero dell’Innovazione il portavoce di Stanca, Dario de Marchi, risponde che non c’è alcun rischio: «Le memorie Usb assegnate alle sezioni saranno inizializzate, dunque non potranno essere sostituite con altre. E la trasmissione dati a Roma sarà effettuata con una rete dedicata, assolutamente sicura». I tecnici del ministero possono intrattenere a lungo gli interlocutori su chiavi di sicurezza, codici identificativi, doppie password, trasmissioni Dmz...
Per la 1° volta allo scrutinio informatizzato e’ stato assegnato valore giuridico. Le schede di carta resteranno in archivio, ma saranno estratte dagli scatoloni soltanto in caso dì contestazioni. Le regioni scelte sono tutte con esiti elettorali sono incerti e che peseranno in Beatrice Magnolfi, DS: “Ho presentato un’interrogazione a Stanca: come saranno garantite l’attendibilità e la correttezza delle procedure di rilevazione informatizzata dello scrutinio? Come possiamo essere davvero sicuri che le memorie Usb non possano essere manomesse? Perché non è prevista alcuna protezione per il trasporto di queste chiavette dalle sezioni al computer dì plesso? Che tipo di linea sarà quella utilizzata perla trasmissione dei dati al Viminale?».
Come mai un’operazione che verrà a costare oltre 34 milioni dì euro è stata affidata a trattativa privata? E chi sceglierà i 18.000 operatori informatici che faranno lo scrutinio informatico? E con quali criteri saranno scelti? Sono tre le aziende coinvolte nell’operazione: Telecom Italia, Eds e Accenture. Telecom gestisce la fetta maggiore del budget, fa da capocommessa e fornisce le linee per la trasmissione, ma anche tutto l’hardware. Eds, multinazionale Usa, ha sviluppato il software e coordina gli operatori. Accenture, la più grande azienda di consulenza al mondo, ha ottenuto un subappalto e in questo gioco fa il suo mestiere, cioè la consulenza.Iolto insieme le sperimentazioni precedenti, alle europee del 2004 e alle regionali del 2005. Ma i 18 mila operatori informatici saranno forniti da un’altra azienda, la Ajilon , che fa parte della multinazionale del lavoro interinale Adecco.
«L’appalto è stato assegnato a trattativa privata per ragioni d’urgenza, perché non c’erano i tempi per fare la gara». L’affidamento è avvenuto in deroga alle norme di contabilità generale dello Stato, stante il brevissimo lasso di tempo disponibile prima della consultazione elettorale; lo svolgimento delle procedure ordinarie sarebbe stato impossibile in tempi tanto ristretti».
Un appalto delicatissimo e di valore consistente, per l’avvenimento più prevedibile e programmabile che esista in democrazia, cioè le elezioni, è stato assegnato a trattativa privata al maggiore operatore telefonico italiano e a due multinazionali di origine statunitense. Eds è il colosso di gestione dati fondato da Ross Perot, il miliardario americano che in passato tentò di conquistare la Casa Bianca come candidato indipendente. Accenture è il nuovo nome assunto dalla Andersen Consulting, dopo essere stata coinvolta nello scandalo Enron. Fattura 14 miliardi di dollari con le commesse del governo americano di George W. Bush. Ha sede fiscale nelle isole Bermuda ed è notoriamente legata al Partito repubblicano, di cui è grande finanziatrice.
I democratici americani e numerose inchieste della stampa l’accusano di aver fornito un database per le liste elettorali delle ultime presidenziali in Florida da cui erano stati espunti, in base alla loro fedina penale, neri e ispanici (solitamente orientati verso i democratici). Lo scorso anno ha ricevuto dal governo una nuova commessa da 10 miliardi di dollari per un sistema di controllo per gli stranieri che entrano ed escono dagli Usa. Negli Stati Uniti Accenture è oggi subcontractor di una società che si chiama Election.com per il trattamento generale dei dati elettorali. Una parte di questa società è stata acquistata da uomini d’affari sauditi che vogliono rimanere anonimi.
In Italia Accenture entra di forza nelle commesse governative a partire dal 2001, quando l’ingegner Mario Pelosi, uno dei grandi manager mondiali di Accenture, diventa prima consigliere tecnico del ministro Stanca e poi capo dipartimento del ministero dell’Innovazione. Il progetto di scrutinio elettronico oggi è seguito da due manager Accenture, Carlo Loglio e Angelo Italiano, ma il nome più noto nell’azienda è un altro: Gianmario Pisanu, partner di Accenture e figlio del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Già nel 2002, l ’Accenture Italia del sardo Gianmario Pisanu era stata coinvolta nel megaprogetto (poi bloccato) di digitalizzazione della Sardegna: una torta da 48 milioni di euro da dividere con altri compagni di cordata. Ma nel Paese dei conflitti d’interesse, oggi nessuno sembra essersi scandalizzato per il fatto che l’appalto per lo scrutinio elettronico di un quinto degli elettori italiani sia stato concesso a trattativa privata all’azienda di cui è partner il figlio di un ministro: sarà l’azienda di Gianmario Pisanu a inviare i dati elettorali al Viminale, dove li accoglierà, paterno, Giuseppe Pisanu (candidato di Forza Italia in Puglia).
L’altro ministro coinvolto nella partita, Lucio Stanca, è ministro «tecnico» dell’Innovazione e della tecnologia: dovrebbe essere dunque una garanzia d’imparzialità. Peccato che sia candidato di Forza Italia in Calabria, Umbria e Piemonte. Più in generale, quello che sconcerta è che - in sordina, senza adeguata informazione e senza alcun dibattito nel Paese - sia stata di fatto privatizzata una parte dello Stato, un pezzo di ministero dell’Interno, e proprio nel cuore del gioco democratico: saltate le Prefetture e il Viminale, la correttezza delle elezioni è affidata in quattro regioni italiane ai computer, alle «chiavette» Usb, alla trasmissione dati e al personale tecnico di Telecom, Eds, Accenture, Adecco. Questo proprio nel momento in cui il Paese è scosso dallo scandalo degli spioni di Francesco Storace che tentavano di falsare il voto in Lazio. In cui Telecom compra pagine di quotidiani per spiegare che l’azienda non è coinvolta nelle intercettazioni abusive. E in quattro regioni considerate «in bilico», cruciali per la vittoria di uno dei due schieramenti in gara.
(Da disinformazione)
Messaggi
1. > Il voto elettronico di Pisanu, 28 marzo 2006, 09:58
Forse, evidente psicosi ossessiva a parte, continuare a parlare di questa cosa qualche utilità puo’ averla.
Come dire, piu’ se ne parla e meno è possibile che facciano in generale "impicci".
Francamente mantengo, anche su questo punto, tutte le mie perplessità gia’ espresse.
Tanto piu’ che il sottolineare continuamente un ruolo decisivo di Pisanu junior non corrisponde poi alla realta’ dei fatti ed anche su questo credo di essermi gia’ espresso chiaramente.
Ma, se proprio vogliamo continuare a parlarne, parliamone in termini piu’ esatti.
Perche’ allora continuare a blaterale nei titoli degli articoli di un "voto elettronico" che invece come tale non esiste ?
Come del resto si evince anche dal testo degli stessi articoli ?
Keoma
1. > Il voto elettronico di Pisanu, 31 marzo 2006, 22:39
anche qui nel paese di scajola si voìterà col sistema elettronico, che porcata
by guido arci camalli