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Immigrazione, la Ue vota la direttiva della vergogna
Publie le venerdì 20 giugno 2008 par Open-PublishingImmigrazione, la Ue vota la direttiva della vergogna
di Alberto D’Argenzio
Le nuove norme passano al primo colpo. Provocando dure reazioni internazionali. L’Onu chiede agli Stati di non ratificarle, Amnesty attacca: «Uno scandalo» Detenzione nei cpt fino a 18 mesi, divieto di reingresso per 5 anni, via i minori. L’Europarlamento vota la linea dura. E il Pse si spacca
La direttiva Rimpatri da ieri è praticamente legge. Il Parlamento europeo non ha cambiato nemmeno una virgola del testo sul quale i 27 avevano trovato l’accordo, un testo definito da varie ong, tra cui Amnesty international, una «vergogna» e criticato aspramente tanto dal Vaticano quanto dal Commissario europeo ai diritti umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg e dall’Alto Commissario delle Nazioni unite Louise Arbour, che chiede ai paesi Ue di non ratificare le norme. Le critiche non hanno però scalfito il centrodestra, che è andato avanti deciso macinando tutti gli emendamenti migliorativi presentati dai socialisti, dai verdi e dalla sinistra unitaria. Non ne è passato nessuno, e ne sarebbe bastato uno solo per bloccare la direttiva, portandolo verso quella seconda lettura a cui non volevano assolutamente giungere gli Stati membri. Che avevano fretta, poiché senza l’approvazione della direttiva non si potevano sbloccare i 676 milioni di euro previsti per i rimpatri per il periodo 2007-2013. Ora potranno usarli, il lavoro d’altronde non manca: la direttiva mette gli 8 milioni di clandestini che vivono in Europa definitivamente fuori dalle regole, da rinchiudere fino a 18 mesi per trovare il tempo per espellerli, minori compresi.
Il voto finale - 367 sì, 206 no e 109 astensioni - ha dimostrato la solidità e la disciplina dei popolari ed anche di gran parte dei liberali, formazioni in cui si temeva (o si sperava) qualche ripensamento, magari mosso dalle critiche del Vaticano. Meno solidi a sinistra, dove i socialisti spagnoli e tedeschi hanno alla fine sposato la direttiva, obbedendo agli ordini delle loro capitali piuttosto che a quelli del loro gruppo politico che chiedeva il rigetto, come verdi e comunisti. Hanno scelto la via di mezzo, ossia si sono astenuti, i laburisti britannici, ma tanto la norma non verrà applicata nel Regno unito (e nemmeno in Danimarca). Ma si è astenuto, nella votazione finale, anche tutto il Partito Democratico: Margherita e Ds hanno deciso di fare fronte comune, preferendo non decidere su un testo che offende i diritti umani e che fa il gioco del governo Berlusconi. Unica eccezione, l’eurodeputato Guido Sacconi che ha votato no. Mentre Gianni Rivera si è espresso per il sì.
«La dichiarazione congiunta - spiegano Susta e Panzeri, i due capogruppo Pd a Strasburgo - con cui gli Stati membri si impegnano a non adottare al loro interno norme peggiorative rispetto a quelle in vigore, la facoltà per ogni stato membro di adottare posizioni migliorative, soprattutto in tema di minori, rappresentano sufficienti garanzie per non votare contro e per rispondere alla domanda di sicurezza che è diffusa in tutta Europa».
Argomenti che non convincono appieno visto che la «dichiarazione congiunta» non ha alcun valore vincolante e che la situazione dei minori resta terribile. «È assurdo che i minori non accompagnati vengano arrestati - spiega il socialista greco Lambrinidis - e poi vengano deportati non solo nei paesi di origine, ma anche in quelli di transito, paesi che non sono i loro».
Da destra si brinda al voto, con meno ipocrisie. «Il voto favorevole - afferma la Angelilli di An - ferma il tentativo della sinistra italiana di bloccare la strategia comunitaria per combattere l’immigrazione clandestina e rendere certe le espulsioni negli Stati membri». Di diverso avviso Giusto Catania di Rifondazione comunista: «Oggi il Parlamento ha scritto una delle pagine più buie della sua storia. Questo testo cancella secoli di civiltà giuridica e consegna l’Europa nelle mani di culture impregnate di xenofobia e di strisciante razzismo». Dello stesso tenore il commento di Vittorio Agnoletto: «È finita un’epoca: oggi è stata sepolta l’Europa della Rivoluzione francese e dell’Illuminismo. Trionfano il razzismo e la segregazione. È molto grave che, di fronte ad una dura offensiva di una destra razzista, il gruppo socialista si sia spaccato e che i parlamentari del Pd si siano astenuti. Dichiarare che vi è la certezza che i governi non peggioreranno l’attuale legislazione è pura ipocrisia. Berlusconi aspettava solo questo voto per aumentare la detenzione nei Cpt italiani a 18 mesi». Non a caso il Front National francese, la Lega Nord italiana e il Vlaams Belang belga hanno benedetto il testo.
su Il Manifesto del 19/06/2008