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In Afghanistan si combatte. E Berlusconi manda i Tornado

Publie le giovedì 25 settembre 2008 par Open-Publishing

In Afghanistan si combatte. E Berlusconi manda i Tornado

di Matteo Bartocci

Il consiglio dei ministri obbedisce alla Nato e autorizza l’invio di 4 cacciabombardieri a scopo di «ricognizione»

Dopo gli elicotteri e i blindati l’Italia manda in Afghanistan anche gli aerei. Tra due settimane quattro cacciabombardieri Tornado dell’aeronautica militare saranno a disposizione della Nato all’interno della missione Isaf. L’impiego degli aerei costerà 13 milioni di euro per tre mesi. Sconosciuta per ora la loro base di volo. Secondo il capo di stato maggiore, generale Vincenzo Camporini, «i caccia potrebbero essere operativi a Kabul, a Herat o anche a Kandahar». La geografia però in questo caso conta poco. Perché il mini decreto legge del governo (che proroga fino a dicembre la missione Unifil in Libano, spedisce 40 «osservatori militari» in Georgia al costo di 4 mln di euro, una nave nel Mediterraneo e altri 16 carabinieri con funzione di addestramento in Iraq) segna soprattutto un salto di qualità della presenza italiana in Afghanistan.

Parlare di intervento umanitario è ormai una falsificazione utile solo alla propaganda. Che si tratti di guerra aperta lo ammette lo stesso senatore Sergio De Gregorio, presidente di centrodestra della delegazione parlamentare presso la Nato: «Negli ultimi mesi gli attentati contro i convogli militari alleati - dice De Gregorio - sono cresciuti del 65%. La situazione rischia di "irachizzarsi" ulteriormente». Senza contare i sanguinosi bombardamenti occidentali a cui sempre più spesso gli insurgents afghani rispondono con tecniche militari e imboscate a colpi di mortaio. Nessuna battaglia campale, ovviamente, ma una guerra intensa che dall’Est del paese, al confine col Pakistan, tracima ormai nell’Ovest sotto controllo italiano e a Nord. Il 19 e 20 settembre ci sono stati due attentati contro i convogli italiani.

E il 21 a Herat è morto il bersagliere Alessandro Caroppo, 23 anni, ufficialmente per un «malore». I commilitoni lo hanno trovato cianotico in branda dopo un viaggio durissimo dall’avamposto di Bala Morghab alla base di Qal-inow. Un tragitto non lungo in cui i blindati italiani sono stati attaccati per ben tre volte. Che si tratti di una zona «calda» lo dimostra la battaglia del 5 agosto scorso, proprio a Bala Morghab, in cui soldati italiani e spagnoli hanno combattuto per almeno 3 giorni contro i «talebani». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa mette comunque le mani avanti. «I Tornado - dice - saranno impegnati in azioni di ricognizione e non di bombardamento». Invieranno cioè ai comandi di terra informazioni sugli spostamenti delle forze talebane.

Non è ancora chiaro se i Tornado italiani sostituiranno i 4 inviati dalla Germania (il cui mandato scade proprio a ottobre) o saranno aggiuntivi come chiesto dalla Nato. Proprio lunedì anche la Francia di Sarkozy ha deciso l’invio di rinforzi, nel segno di una missione sempre meno umanitaria e sempre più militare. Secondo le ong il 2008 è l’anno più violento dall’occupazione del paese nel 2001: sono morte almeno 2.700 persone di cui 1.100 civili. Ce n’è abbastanza, come chiedono Roberta Pinotti e Piero Fassino del Pd, perché La Russa riferisca quanto prima in parlamento.

Il Manifesto