Home > In Friuli Vg più povertà, meno lavoro
di Sonia Sicco
Il 53% dei pensionati riceve un assegno che non supera i 500 euro
TRIESTE. La locomotiva Nordest arresta la sua corsa. La povertà, con i nuovi poveri del ceto medio, complice l’erosione del potere d’acquisto dell’euro, tocca strati sempre più ampi di popolazione anche in Friuli-Venezia Giulia. Tra questi, i pensionati: il 53% cento percepisce un assegno mensile di massimo 500 euro.
Situazione negativa che si riflette nel comparto produttivo. Gli interventi di cassa integrazione straordinaria dal 2000 al 2004 sono aumentate del 148% e l’ammontare dei contributi evasi l’anno scorso da aziende e lavoratori autonomi è stato di 19 milioni 195 mila euro, il 52% in più rispetto l’anno precedente. L’Inps del Friuli-Venezia Giulia presenta il Rapporto annuale 2004 e la foto che ne deriva non è delle più incoraggianti.
Lo studio è stato realizzato attraverso l’analisi degli iscritti. Nel 2004 il numero complessivo di aziende, artigiani e commercianti è stato di 115.536 con una diminuzione del 2,55% rispetto l’anno precedente (118.557).
Le pensioni. Nel 2004 le pensioni Inps in carico sono state 441.469 (su 1 milione 202.715 di persone residenti in Regione), per un totale di 3 miliardi 407 milioni di euro.
Il valore medio delle pensioni è pari a 623.53 euro, con una distribuzione percentuale che vede il 72,04% delle pensioni concentrato nelle fasce con importi fino a 750 euro. «Due i fattori da tenere presenti per interpretare questi dati - spiega Sergio De Simone, direttore regionale dell’Inps - il primo è riferito alla possibilità di percepire più trattamenti pensionistici, oltre l’Inps; l’altro, legato alla storia contributiva e retributiva dei singoli». Tra le province, Trieste è quella che presenta l’importo medio più elevato delle pensioni erogate (671,97 euro).
L’importo medio più modesto si registra invece nella provincia di Udine (585,67 euro). L’età media del pensionato residente in Fvg è di 72,9 anni, mentre il 61,31% dei beneficiari appartiene a classi superiori ai 70 anni. Il fenomeno che balza all’attenzione è la riduzione delle domande di prima liquidazione del 12,55% rispetto al 2003. Il trend di diminuzione registrato nelle singole strutture territoriali si evidenzia in particolar modo a Spilimbergo (-21,89%) e a Tolmezzo, dove si rileva il dato di maggior calo (-25,29%).
Pensioni d’anzianità in calo. In rapido decremento la richiesta di pensioni di anzianità (-27,48%), con un picco nell’Agenzia di Spilimbergo (-38,67%). A spiegare il fenomeno, le riforme pensionistiche susseguite negli ultimi anni con l’obiettivo dichiarato di allungare l’età pensionabile; l’anticipo del pensionamento, avvenuto negli anni scorsi, per i lavoratori che hanno usufruito dei benefici previsti dalla legge sull’amianto, (peculiarità registrata soprattutto nelle province di Gorizia e Monfalcone), ma soprattutto l’introduzione a ottobre 2004 del cosiddetto "bonus", ovvero l’incentivo per il posticipo del pensionamento che consente, ai dipendenti del settore privato che abbiano maturato o matureranno il diritto alla pensione di anzianità fino al 31.12.2007, di rimanere in servizio.
Con questa opzione il lavoratore rinuncia all’accredito dei contributi, ma ottiene un consistente aumento esentasse in busta paga (+32,7%) e dilaziona il momento del ritiro dal lavoro. «Le domande di posticipo presentate al 31.12.2004 sono state 607 - ha spiegato De Simone - con una media, ad oggi, di circa 160 richieste al mese». Il settore che registra maggiori richieste di permanenza al lavoro è l’industria, con il 57,50%. E il 48.43% dei lavoratori che ne ha fatto richiesta è concentrato nelle classi di retribuzione comprese tra 20 e 40 mila euro. Ancor più rilevante il dato che evidenzia come il 60.63% di chi ha fatto domanda è nella fascia di età compresa tra 55 e 59 anni».
Gli ammortizzatori sociali. Mobilità, disoccupazione, cassa integrazione: sono la cartina al tornasole della crisi economica che vive il Belpaese, e che segnalano un trend di sostanziale aumento rispetto al 2000, primo anno preso a riferimento. In Regione, nel 2004, alla lievissima riduzione delle domande accolte di indennità di mobilità, si contrappone un massiccio aumento di provvedimenti accolti per richieste di integrazione salariale (+35,85%).
Autorizzate nel 2004 2 milioni 859 mila ora di tra interventi ordinari e straordinari. In forte crescita la cassa integrazione straordinaria, aumentata del 90,92% rispetto al 2003. «L’aumento, per fronteggiare la contrazione dell’orario di lavoro, è un segnale della situazione di difficoltà in cui versa il comparto economico produttivo non solo della regione, ma del Paese stesso».




