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In Italia Sihem Ben Sedrine e Nassera Dutour, due attiviste per i diritti umani in prima fila nella difesa della libertà d’espressione in Tunisia e del diritto a conoscere la sorte degli “scomparsi” in Algeria
La Sezione Italiana di Amnesty International annuncia l’arrivo in Italia di due importanti attiviste per i diritti umani, provenienti da Tunisia e Algeria.
Sihem Ben Sedrine , giornalista ed editrice, già vice-presidente della Lega tunisina per i diiritti umani, è attualmente la portavoce del Comitato nazionale per le libertà in Tunisia, un organismo non riconosciuto dalle autorità. Dirige la casa editrice Aloès e il giornale on line Kalima, censurato in Tunisia. È segretaria generale dell’Osservatorio per la difesa delle libertà della stampa, dell’edizione e della creazione. Ha ottenuto i seguenti riconoscimenti: Media Award Amnesty International “Journalist under threat” (2001), Prix Arab Press Freedom Watch (2002) e International Press Freedom Award (2004).
Più volte oggetto di violente campagne di stampa ingiuriose, diffamatorie, sessiste e razziste, Sihem Ben Sedrine continua a essere perseguitata e la sua vita è ogni giorno a rischio, a causa della sua attività in difesa dei diritti umani. Sarà in Italia dal 24 al 27 novembre, per denunciare le violazioni della libertà di espressione in Tunisia e raccontare la sua esperienza di donna che opera per la difesa dei diritti umani.
Nassera Dutour è la portavoce del Collettivo delle famiglie degli scomparsi in Algeria. È una madre alla ricerca della verità sulla “sparizione” del proprio figlio e sulla sorte di altri 4500 desaparecidos algerini. Dal 1998 il Collettivo organizza tour in tutta Europa, con l’aiuto di diverse organizzazioni non governative - tra cui Amnesty International per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressioni sulle istituzioni politiche affinché si occupino della tragica vicenda degli scomparsi in Algeria. Sarà in Italia dal 20 al 30 novembre.
Gli incontri si svolgeranno a Civitavecchia, Ferrara, Genova, Mestre, Roma e Lucca (il 28/11 p.v.)
FINE DEL COMUNICATO // Gabriele Focosi per Amnesty International - Gruppo Italia 201