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In marcia per non dimenticare Angelo Sul pullman da Monterotondo

Publie le martedì 29 agosto 2006 par Open-Publishing

di Claudia Russo

«Regà nun m’è sonata la sveja e me so’ dovuto scapicollà...»

Un coro di risate dà il buongiorno ad Alessandro, ancora spettinato e con gli occhi assonnati. Sono le 6.45 e in Piazza Roma a Monterotondo sono pronti i cinque pullman che ci porteranno ad Assisi. Il popolo della pace si è davvero ri-svegliato e dopo il cordoglio di questi giorni, ha di nuovo facce aperte e sicure. La Fiat Uno di Roberto è carica: le bandiere arcobaleno, quelle del Prc, le magliette con la frase di Angè.

«Colazione da Rita» propone Carla. Rita è una signora coi capelli bianchi che gestisce un bar con i tavolini fuori. Dice di aver aperto prima del solito apposta per noi. Ci stringiamo davanti al bancone.

«Il solito cappuccio senza schiuma» chiede un tizio magro che legge Liberazione. Aria densa di cornetto al cioccolato e voglia matta di mangiarne ancora. «La prossima volta però invece di una marcia mattutina organizziamo una fiaccolata notturna, è meno faticoso..» dice tra un sorriso e uno sbadiglio il leader dei Giovani Comunisti di Monterotondo. Intorno ai pullman si sta formando il gruppo arcobaleno. Bello è vedere tante donne mature non preoccuparsi di affrontare tre ore di autostrada e una lunga camminata per testimoniare la propria volontà di Pace, bello vedere una madre con sua figlia per mano e uno stuolo di giovani con le scarpe “comode per camminare”.

Sul pullman 5, l’unico con aria condizionata, si accomodano i parenti di Angelo provenienti da Caulonia e le persone più anziane. I Frammartino verranno in macchina e li incontreremo direttamente ad Assisi. Sul pullman 2 salgono i 10 bambini Saharawi ospiti dei comuni di Forano, Cantalice e Monterotondo per il periodo estivo. Sono vispi e chiacchieroni. Masticano l’italiano come fosse gomma americana: lo ciancicano, ma si fanno capire. E chiedono e osservano e fanno le boccacce ai fotografi. Noi, giovani e comunisti, ci assicuriamo il terzo veicolo e proviamo a rivestirlo di bandiere rosse che però ci cadono continuamente in testa e alla fine ce le leghiamo ai fianchi. Dietro a me, Silvia e Chiara.

La prima era con Angelo davanti alla Porta di Damasco giovedì 10 agosto, la seconda ci ha ”sconvolti” il giorno dei Funerali con una struggente lettera per la Palestina. I discorsi si alternano. «E’ un periodo difficile -dice Silvia- i mie non accettano l’idea che dopo quello che è successo io voglia lavorare come operatrice sociale in Medio Oriente. Ma proprio dopo quello che ho visto so di non poter fare altrimenti. A settembre mi iscrivo a scuola di arabo». «Anch’io» le fa eco la figlia del respondabile Prosvil, Silvia Bassoli che ha 19 anni e due occhi grandi di bambina che cresce.

Chiara è la più risoluta. Iscritta alla Sinista Giovanile, critica aspramente l’atteggiamento di scarso interesse dimostrato dai Ds nei confronti del “caso Frammartino”. «Non stiamo parlando di scheramenti più o meno radicali, parliamo di un volontario di 24 anni - dice- Ho già chiesto che una percentuale degli incassi della prossima Festa dell’ Unità siano usati per finanziare il progetto Torre del Fenicottero al quale noi stesse lavoreremo. Voglio parlare con Epifani e Veltroni - continua- Nel nostro manifesto programmatico (che verrà letto a fine giornata ndr), chiediamo la costituzione in Italia di corsi di formazione per palestinesi che diventeranno personale stabile e qualificato per il centro. A questi si affiancheranno i volontari, ma per periodi brevi».

Hanno ragione.

Mentre già vediamo il profilo bianco della città e ci prepariamo all’assemblea indetta dalla Tavola della Pace, si fa chiara l’urgenza di risposte concrete. Queste giovanissime donne un progetto di ampio respiro ce l’hanno. E’ un progetto di sviluppo e costruzione di Pace; a tempo indeterminato.

Liberazione