Home > In merito agli articoli su Cuba di Angela Nocioni usciti su Liberazione

In merito agli articoli su Cuba di Angela Nocioni usciti su Liberazione

Publie le lunedì 11 giugno 2007 par Open-Publishing

In merito agli articoli su Cuba di Angela Nocioni usciti su Liberazione.

Dichiarazione di

Samir Amin
François Houtart
Josè Luiz Del Roio
Roberto Mapelli
Giorgio Riolo
Raffaele Salinari
Josè Luis Tagliaferro
Luigi Vinci

Intendiamo argomentare il nostro più netto dissenso rispetto ai
recenti articoli e alle recenti valutazioni su Cuba apparse su
Liberazione. Si tratta inoltre di un dissenso in sede di contenuto, di
metodo politico e anche di pratica del giornalismo di sinistra di
alternativa.

Nessuna esperienza rivoluzionaria è esente da possibili critiche,
maggiori e minori, e quella dunque di Cuba non lo è. In via molto
generale, la sua esperienza appare determinata da due grandi ordini di
fattori, l?assedio e la minaccia militare degli Stati Uniti e il
fascino, che era enorme negli anni cinquanta e sessanta, del
socialismo reale sovietico: tant’è che oltre a Cuba lo presero a
modello molti movimenti rivoluzionari africani, quelli indocinesi,
quello dello Yemen meridionale. L?assedio statunitense impose a Cuba
rivoluzionaria un elevato grado di militarizzazione sociale, e
l?adesione ideologica al socialismo reale impresse a questa
militarizzazione i caratteri della centralizzazione totale del potere
nel partito comunista e di un?economia totalmente statizzata.

Il collasso stesso del socialismo reale europeo e l?evoluzione
mercatista stessa di quello asiatico, a nome dello sviluppo economico,
ci pare obiettivamente indichino la necessità di un modello socialista
alternativo al socialismo reale. Indicano inoltre questa necessità,
e la elaborano nella forma, che riteniamo di grande interesse, della
democrazia partecipativa, cioè del socialismo come restituzione del
potere su tutto al popolo e come intreccio di democrazia formale e di
democrazia di massa, le esperienze in corso di ripresa del socialismo
in America latina, dal Venezuela alla Bolivia, dall’Ecuador al
Nicaragua, e riguardo ad aspetti parziali anche in Brasile, Uruguay,
Argentina. Il rapporto a Cuba delle sinistre europee di alternativa,
che sono state pesantemente danneggiate dal collasso del ?socialismo
reale? europeo, che sono quindi particolarmente avvertite dei suoi
limiti sostanziali di modello politico ed economico, dovrebbe quindi
essere capace di una discussione critica a proposito di questo
modello: capendo, tuttavia, che a Cuba esso è anche frutto
dell’assedio statunitense.

E, parimenti, questo rapporto a Cuba delle
sinistre di alternativa europee dovrebbe essere capace di imparare, a
proposito di un altro e più condivisibile modello di socialismo, da
ciò che su questo terreno Cuba comunque rappresenta. La qualità del
suo stato sociale e l’orientamento egualitario socialista dei suoi
attori non dovrebbero essere considerati elementi marginali e
incongrui rispetto a una totalità negativa, ma elementi sostanziali di
un tentativo che comunque è socialista. Lo stesso vale dinanzi ai 25
mila medici e ai 15 mila insegnanti cubani in Venezuela: si tratta di
un?importante pratica internazionalista socialista. Lo stesso vale,
nell’ambito del nuovo modello di scambio interregionale rappresentato
dall’Alba, dove ogni paese valorizza e scambia in modo equo le proprie
risorse, per esempio Cuba i medici e gli insegnanti, il Venezuela il
petrolio: tratta di un?eccellente esemplificazione di come potrebbe
essere un modello di scambio economico internazionale alternativo
rispetto a quello liberista attuale. Insomma il rapporto a Cuba delle
sinistre europee di alternativa dovrebbe essere quello di una
discussione tanto aperta e franca quanto solidale e tra compagni.

Cuba, inoltre, è tutt’altro che una tomba autoritaria dal punto di
vista della discussione politica circa le prospettive del suo
socialismo. Un buon giornalista di ciò dovrebbe accorgersi e un buon
giornale di sinistra di alternativa dovrebbe sapere che si tratta di
una discussione non solo importante ma interessante. E a loro volta le
sinistre europee di alternativa dovrebbero essere interessate a essere
parte di questa discussione, proprio per aiutare Cuba a superare quei
limiti che esse ravvisino nella sua esperienza.

A meno che si ritenga di non avere più a che fare, a Cuba, con
compagni. Ma a questo punto, per quanto ci riguarda, la questione
sarebbe quella dell’effettiva qualità e serietà delle sinistre europee
di alternativa su una tale posizione.

Alcuni tra i firmatari di questa lettera sono militanti di
Rifondazione Comunista, altri aderiscono alla costruzione di Sinistra
Europea proposta da Rifondazione Comunista: e si chiedono tutti,
dunque, se la decisione di compromettere pesantemente i rapporti tra
queste soggettività politiche e, oltre che Cuba, l?intera sinistra di
alternativa latinoamericana (legata a Cuba per l?aiuto che ne ha
sempre ricevuto oltre che da legami di solidarietà; oggetto inoltre
anch’essa, sul versante del Venezuela, di attacchi senza senso) possa
essere di competenza di un giornalista piuttosto che del direttore o
della redazione del giornale appartenente a Rifondazione Comunista, o
se si tratti invece da parte di questi di comportamenti abusivi e che
oltre recare danno a Cuba lo recano al loro partito. L?autonomia,
certamente uno strumento di indubbia utilità e che va rispettato anche
in via di principio, di un giornale di partito può giungere alla
sostituzione del partito in atti fondamentali? Ci pare questa una
violenta lesione della democrazia dentro a una collettività politica.

Il grande giornalista polacco Kapucinsky, da poco scomparso,
criticava il modo corrente dell’informazione per il suo carattere
vieppiù superficiale e urlato: frutto, egli scriveva, della crescente
velocità con la quale l’informazione è confezionata così come della
costituzione in essa di grandi apparati di potere che, oltre a
selezionare i materiali da diffondere e quelli da cancellare,
propongono un?interpretazione ideologica e danno una forma espressiva
essa pure ideologica ai materiali diffusi. Un pessimo servizio che la
stampa di sinistra di alternativa, in particolare in paesi, come
quelli europei, dove questa è debole, può fare ai propri lettori e
alle proprie forze politiche di riferimento è di tentare di
competere con i grandi poteri dell’informazione adottandone
superficialità, urla e criteri formali. Così, cari compagni, non è
neanche questione se si va a vincere o a perdere: si è già perso.

Milano, 8 giugno 2007

Samir Amin
François Houtart
Josè Luiz Del Roio
Roberto Mapelli
Giorgio Riolo
Raffaele Salinari
Josè Luis Tagliaferro
Luigi Vinci

Inviamo anche questo articolo apparso su Granma

I giorni del nostro sconforto

di Gioia Minuti

Il padre diventa il figlio assassinato
studia
sfida i suoi occhi
che vedono sempre meno
e cresce di nuovo
come in Italia
mezzo secolo fa
salvando i bambini
di un treno nazista
che andava a un crematorio...

Questi versi sono un frammento di una poesia di Raúl Valdés Vivó,
scritta per Giustino di Celmo, un uomo anziano, un uomo del sud, colto
e lavoratore, un compagno che vive a Cuba stabilmente da quando suo
figlio Fabio è stato ucciso da una bomba posta da un mercenario di El
Salvador, per 1500 dollari pagati da Luis Posada Carriles e forniti
dalla mafia di Miami e dalla CIA.

Una giornalista che si chiama Angela Nocioni ha scritto, e Piero
Sansonetti il direttore di Liberazione, noto giornale della detta
sinistra italiana (sinistra è una parola con due significati), che
Giustino ha patteggiato il suo comportamento verso il ?regime di
Fidel? in cambio di una pizzeria che si chiama Fabio.
Cinismo? Desiderio di fare scandalo per vendere di più? Smania di
protagonismo ad ogni costo?

Mi hanno ammazzato un figlio in due minuti e adesso hanno liberato
quell?assassino...? ha sussurrato piangendo Giustino poco tempo fa,
sapendo che Posada era tornato uccel di bosco... e adesso Giustino ha
letto le infamità che Liberazione ha pubblicato su di lui, infangando
il suo dolore e il suo amore di padre, proprio nel giorno del
compleanno di Fabio.

Far trasparire di aver permesso a Giustino Di Celmo di aprire una
pizzeria all?Avana in cambio di un appoggio acritico al Governo
cubano, anzi come lo ha chiamato l?inviata Nocioni, ?al regime?,
appare davvero una cosa inaudita. Un affronto intollerabile al dolore
di un padre che, più che ottantenne, si batte ancora contro il
terrorismo internazionale che gli ha ucciso il figlio e per la stessa
memoria di Fabio. Il tentativo dell?inviata di Liberazione di
mercificare il dolore e la vita del figlio di Giustino, in cambio di
una ?Pizza Fabio, 4 dollari e 65", è una vergogna che si giudica da
sola? scrivono indignati i compagni dell?Associazione di Amicizia
Italia Cuba e come loro molte altre persone che hanno inviato forti
proteste, persone che conoscono Cuba e cubani e che non accettano
questa visione cinica e vuota di contenuti, ma piena di bugie che la
Nocioni dà dell?Isola.

Giustino mi ha telefonato per dire: ?Avvisa quella signora che io sono
il gerente senza compenso della pizzeria Fabio, e lo faccio perchè il
Comandante Fidel mi aveva chiesto quali erano i sogni di Fabio e io
gli avevo confessato che erano aprire una pizzeria italiana nel Vedado
e far venire la squadra del Cogoleto a giocare a Cuba... e li abbiamo
realizzati tutti e due, senza Fabio però. Non è detto che io non
agisca contro questa donna e questo giornale?, ha aggiunto Giustino
molto addolorato.

Il terrorismo manovrato dagli Stati Uniti contro Cuba è una realtà e
basta avere una conoscenza superficiale degli ultimi decenni di storia
della regione per saperlo; tale terrorismo ha provocato oltre tremila
vittime e danni materiali ingenti, che si sommano all’embargo e al
boicottaggio tentato attraverso tutti i mezzi, non ultimi quelli di
informazione, fra i quali ci rattrista trovare oggi Liberazione. I
Cinque cubani, che da oltre otto anni sono rinchiusi nelle carceri
statunitensi non sono "spie", come banalmente definite dall’articolo e
come sostiene il governo Bush, ma agenti infiltrati nelle
organizzazioni terroristiche aventi sede a Miami per prevenire
ulteriori attacchi contro il popolo cubano.

Ci sentiamo fortemente
impegnati per la loro immediata liberazione e per la condanna del
terrorista Posada Carriles, recentemente liberato, su richiesta
governo degli Stati Uniti in segno di gratitudine per i servizi resi e
per evitare che faccia rivelazioni imbarazzanti per molti personaggi
oggi al potere a Washington. Dipingere le loro mogli, che da oltre
otto anni sono costrette a fare a meno dei loro compagni, e Giustino
Di Celmo, che ha perso un figlio nel fiore degli anni, come
opportunisti che trarrebbero un qualsivoglia beneficio da tale
situazione, ci sembra un’operazione veramente indegna, specie per un
giornale come Liberazione che reca tuttora sulla sua testata la
dicitura "quotidiano del Partito della Rifondazione Comunista" e che,
perlomeno in quanto tale, dovrebbe ispirarsi a ben altra etica e
visione dei rapporti fra le persone, si legge in una lettera inviata a
Liberazione da Fabio de Nardis, José Luiz Del Roio, Fabio Marcelli,
Rita Martufi, Barbara Spinelli e Luciano Vasapollo.

I 5 patrioti cubani, per Liberazione sono Cinque Eroi che di mestiere
facevano le spie?, scrive la Nocioni, un’accusa ormai decaduta anche
per i generali dell’Esercito statunitense (testimonianza del generale
James R. Clapper) e per gli alti dirigenti dell?FBI che hanno
affermato, al processo di Miami, che i 5 cubani non possono essere
considerati spie perché non si sono mai impossessati, né hanno mai
tentato di farlo, di documenti degli Stati Uniti classificati come
segreti, né hanno mai lavorato contro la sicurezza degli USA.
I 5 controllavano l’attività terroristica dei gruppi anti-cubani che
da Miami, con il beneplacito e il sostegno del Governo degli Stati
Uniti, organizzavano attentati contro il popolo cubano.
Forse questa signora dovrebbe parlare cinque minuti con una madre di
uno dei Cinque, sapere della disperazione per ottenere un visto,
dell?orgoglio che sentono per questi figli, mariti, padri che hanno
difeso e difendono a un prezzo così alto la vita dei cubani e anche
dei nordamericani...

La Nocioni ben si guarda dal dire che gli Stati Uniti usano la
concessione dei visti come arma di ricatto per i familiari... le mogli
di due dei Cinque non vedono i mariti da quasi nove anni, ma questo ai
compagni di Liberazione evidentemente non importa. L?importante è
scrivere atrocità come quella che: Le mogli dei Cinque, con i mariti
reclusi negli Stati Uniti hanno vinto la lotteria viaggiano e
mangiano...

La Nocioni ha una fantasia davvero perversa e non sa che nessuno a
Cuba farebbe mai apprezzamenti del genere, non per paura ma per
rispetto del dolore degli altri.
Negli articoli dell?inviata di Liberazione non si parla mai del blocco
statunitense contro Cuba che dall’inizio degli anni Sessanta ha
prodotto un danno economico complessivo di 86.108 milioni di dollari
all?economia della Repubblica di Cuba (4.108 milioni di dollari
solamente nel 2006).

A questi occorre aggiungere altri 54.000 milioni di dollari, come
danni materiali causati sia da azioni di guerra del Governo degli
Stati Uniti con una serie innumerevole di attentati messi in atto dai
suddetti gruppi terroristici, organizzati, finanziati e addestrati dal
Governo statunitense. Dei 3.478 morti e dei 2.099 invalidi permanenti
per colpa di quelle azioni neppure se ne parla.

Premesso questo, forse si capirebbe meglio il perché della presenza
dei 5 in Florida, dove non era necessario essere presenti e fare le
dette "spie", poiché in questo luogo le organizzazioni terroristiche
nemiche di Cuba operano alla luce del sole.

Forse la Nocioni avrebbe anche dovuto consultare e confrontare i dati
forniti dalle maggiori organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO per
la cultura, UNICEF per l’infanzia, FAO per l’alimentazione, OMS per la
sanità) e di altre istituzioni internazionali che indicano Cuba, per
gli eccellenti risultati raggiunti in questi campi, come modello per i
paesi del Terzo Mondo e non solo.

Poco tempo fa un articolo insultante sul Che e su Jorge Ricardo
Masetti portava la stessa firma della stessa giornalista. Non è facile
comprendere il perchè di questi attacchi violenti e falsi a tutto ciò
ha solo profumo di comunismo da parte dell’inviata di un giornale di
sinistra... cose da buttarla dal giornale in tre giorni... o forse
invece le aumenteranno lo stipendio

Nel corso del mese di agosto del 2006 il Venezuela era stato oggetto
di alcuni articoli su Liberazione e una rapida lettura era stata
sufficiente per collocare le corrispondenze dell?inviata Angela
Nocioni nella categoria della strisciante propaganda che da anni si
propone di seminare scetticismo, cinismo e sfiducia nel processo in
atto con la rivoluzione bolivariana.

Caracas vive gonfia di petrodollari, apparentemente tranquilla.
Retorica rivoluzionaria grondante, populismo da quattro soldi e
militari dappertutto?: questa la cornice di un quadro dai colori assai
inquietanti: ?C?è un?invasione di cubani in Venezuela. Dodicimila solo
i medici?. Ma, assicurava la Nocioni, ?gli ospedali fanno schifo come
prima (?). Della rivoluzione culturale promessa qualche tempo fa, poi
non c?è traccia. Ma la campagna di alfabetizzazione funziona (bontà
sua! - ndr)?. ?Chávez non ha collaboratori di livello?, tanto che deve
pescare nei ?movimenti alternativi?, fino al punto che ?chi faceva le
TV di strada adesso dirige la TV di Stato? e non si capisce se ai
critici occhi della compagna Nocioni ciò costituisca un reato. Ci sono
pure, pensate, ?un paio di rapper?Non finisce qui, ?il presidente ha
cacciato dal paese la Dea, l?antidroga statunitense, accusandola di
coprire in realtà operazioni di intelligence per conto di Washington?.

Forse Angela Nocioni non sa che la ?guerra alla droga? è la copertura
usata dagli USA per giustificare le loro operazioni di guerra sporca
in tutto il continente e in particolare nella confinante Colombia;
forse non sa neppure che precisamente dall?intreccio fra la mafia
nemica di Fidel Castro di Miami, l?oligarchia colombiana e le
?operazioni? CIA nella regione sono nati i vari piani per assassinare
Chávez ; ma se non lo sa, faccia il piacere di informarsi e dedichi la
sua scadente ironia a temi a lei più familiari.Perchè tutto questo? I
deputati radicali sono venuti a fare una provocazione all?Avana e si
sono fermati - guarda caso - a dare una conferenza stampa a Miami.
Perchè? Era forse la via più breve per tornare in Italia?
Non si spiega con quale coraggio questa giornalista possa definire la
genocida "Ley de Ajuste cubano" un "compromesso raggiunto nel braccio
di ferro tra l’Avana, che brandisce i suoi potenziali profughi come
un’arma diplomatica e Washington che non vuole le coste della Florida
assaltate dai "balseros".

Una legge che ogni anno fomenta l’espatrio illegale verso gli Stati
Uniti con la promessa di un tornaconto economico per chi viola la
legge, sarebbe un compromesso voluto dal Governo Cubano? E perchè
allora non dire che le zattere sono fornite dallo stesso governo??,
scrive Francesco Guastarazze, uno studente di Perugia amico di Cuba,
molto amareggiato perchè proprio Liberazione ha pubblicato tante
menzogne.

Siamo tutti molto amareggiati, noi che amiamo Giustino, le madri, le
mogli e i figli dei Cinque, le Madri di Piazza di Maggio - che
sicuramente non possono piacere alla Nocioni perchè sono amiche del
?regime di Fidel?, noi che viviamo qui nell?Isola e che ci stringiamo
attorno alle vittime del terrorismo, che abbiamo marciato e gridato
per il ritorno di Elián e adesso lo facciamo per la liberazione dei
Cinque e non ci stanchiamo di scendere in piazza, alla faccia di quel
che ha scritto questa donna, i cui problemi più evidenti sono la
mancanza di cultura, d?educazione e d?amore.

E siamo molto amareggiati perchè Liberazione le offre tutto questo
spazio, mentre potrebbe essere una voce dalla parte del popolo, delle
sue necessità vere, degli italiani degni.

— L’Associazione Culturale Punto Rosso utilizza software Open Source in ambiente
Linux. Ringraziamo Maurizio Sibaud. Invitiamo tutti a sostenere i gruppi di
programmatori e sviluppatori e le Fondazioni del Software Libero anche con
donazioni.

Per sottoscrizioni all’Associazione Culturale Punto Rosso potete utilizzare il
nostro conto corrente postale n.37398203 oppure per bonifici bancari
le seguenti
coordinate bancarie BPM agenzia 18 di Milano C/C 10438 ABI 05584 CAB
01618 CIN X

Associazione Culturale Punto Rosso pr@puntorosso.it
Via Guglielmo Pepe 14 (angolo Via Carmagnola - MM2 Garibaldi)
20159 Milano - Italy
tel. e fax +39-02-874324 e 875045

www.puntorosso.it