Home > In spudorata continuità
Mentre i cittadini sognano una discontinuita’ che ponga fine al regno del malaffare e dell’inciucio politico, la continuita’ e’ diventata oggi la regola, per cui diventa sempre piu’ difficile capire dove finisce la destra e dove comincia la sinistra.
Oggi abbiamo una destra e una sinistra che ci credono al centro ma sono uscite entrambe dai margini di tolleranza consentiti dagli elettori democratici. Abbiamo partiti di potere extrapopolari. Non ha nemmeno senso dire extraparlamentari perche’ le varie istituzioni, Parlamento, Magistratura, stampa…, si sono omologate "per ragioni di servizio", dove "servizio" non suona come servizio al paese, ma come asservimento al potere: "Tengo famiglia", "Faccio carriera", "Mi adeguo", "Cosi’ fan tutti"…
E che in questo gioco antidemocratico sia entrata a pie’ pari la Chiesa, che ormai da’ ordini direttamente senno’ squinzaglia le sue legioni, mostra come tra poteri illeciti e comportamenti illeciti ci sia un connubio completo.
Io mi sento di un tipo di sinistra che vedo sempre meno rappresentata nelle istituzioni, anche se Agnoletto o la Siniscalchi o Vendola sono formalmente in Rc.
Una sinistra che almeno da 30 anni richiama a una democrazia partecipata, come c’e’ in tante parti del mondo e in tanti Comuni italiani, contro un’oligarchia del malaffare che schiaccia la democrazia e pretende l’asservimento di tutto e tutti a una casta di partiti omologhi e distinti solo di nome e ora claramente associati. Contro questo pattume informe che inghiotte differenze ideologiche e morali non c’e’ che l’invocazione di una democrazia dal basso, partecipata, non solo nel momento elettorale ma in quello delle destinazioni finanziarie, delle scelte normative e del controllo a chi sgarra, come nei Nuovi Municipi, o come nei cantoni svizzeri dove ogni settimana i cittadini sono consultati e si segue rigorosamente quello che dicono (non fatemi pensare a cosa hanno fatto dei nostri farraginosi referendum!).
Questo tipo di democrazia, da Port Alegre in poi, ha modificato radicalmente la politica e il concetto di governo democratico rendendo la sovranita’ al suo legittimo proprietario: il popolo.
Sui problemi che mi stanno a cuore come no global ho sempre trovato sul blog di Grillo quello che ho invano cercato nei proclami o negli articoli, o peggio ancora nelle scelte, dei vari capipartito, quelli che vedo oggi omologarsi in una pappa puzzolente sotto Berlusconi.
Dunque, se a uno interessano solo le appartenenze e i fanatismi, e’ ora che si emancipi!
Se invece gli stanno a cuore i diritti e i doveri di tutti ed ha un concetto della democrazia un po’ diverso dal potere di una plutocrazia o di una casbah dove tutto e’ in vendita, uomini e cose ed anche la Costituzione, e’ bene che si dia una mossa per affrontare a muso duro i partiti che questa Italia la stanno tradendo e svendendo!
Non ci sara’ piatto di lenticchie che rendera’ al popolo la sua primogenitura e il cittadino non puo’ fare da bestia di macello per garantire il potere di qualche D’Alema, o Berlusconi, o Prodi, o Veltroni. Che’ gia’ sentir parlare di presidenzialismo forte e di larghe intese fa stridere i denti!
Lo ripeto: i LORO giochi non sono i NOSTRI bisogni!
E se qualcuno mi chiede se sono di destra o di sinistra, siccome ormai con le etichette non ci si intende piu’, posso citargli Carlo Gubitosa, che e’ un numero uno del pensiero no global:
"Quando Danilo Dolci e’ riuscito a far costruire la diga sullo Jato dopo una lotta civile durata anni, ha fatto una cosa di sinistra o di destra? Non lo so, io ho l’impressione che abbia fatto una cosa di "sopra", spingendo verso l’alto grazie al potere maieutico della parola una comunita’ locale che qualcuno voleva schiacciare e far rimanere "sotto" perche’ il commercio dell’acqua favoriva le mafie locali. Cosi’ come mi sembra che anche la prima marcia per la pace di Capitini sia stata ugualmente osteggiata sia dal PCI che dalla DC di allora. Non dico che tutti debbano studiare la relativita’ scoprendo l’esistenza di una quarta dimensione, ne’ pretendo che ragionando di gestione del bene comune si debbano affrontare necessariamente discorsi complessi a tre dimensioni, ma forse sarebbe utile fermarsi almeno a due dimensioni, per scoprire che al di la’ della monodimensionalita’ destra/sinistra esiste anche un alto/basso che distingue tra cose nobili e cose infime indipendentemente dal fatto che queste azioni siano compiute "a sinistra" in nome della giustizia collettiva o "a destra" in nome della liberta’ individuale."
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Nuovo Masada n. 630
Messaggi
1. In spudorata continuità, 11 febbraio 2008, 16:25
seeee, il blog di grillo..................
quello che e’ culo e camicia con dipietro che sta mendicando una poltroncina a veltroni.... quant’e bello !!!!!!!!
ma bo’, te chiacchieri tanto ma che aspetti a farti la tua lista civica? che aspetti che scende grillo dal cielo ? aspetta, aspetta e spera che gia l’ora si avvicina.
2. In spudorata continuità, 11 febbraio 2008, 16:39
Cara Viviana, mi chiedo se oggi abbia ancora un senso cercare di definire che cosa sia di destra o di sinistra e se queste due parole abbiano ancora una pregnanza di significato.
Viviamo ormai in una società dominata dal consumismo, dall’arrivismo, dall’autorefrenzialità, dal sommo dispregio di ogni valore che non sia una sfrenata rincorsa al denaro, alla carriera, al potere, dal disprezzo per i poveri, i diversi, gli emarginati e per tutti coloro che non aderiscono in toto al credo capitalista.
In questo scenario i termini destra e sinistra hanno subito un graduale processo di usura semantica , perdendo la capacità di distinguere la diversità di atteggiamenti e stili di comportamento sociali, economici e politici, che un tempo caratterizzavano tutti coloro che in qualche modo si riconoscevano in tali schieramenti.
E’ chiaro, come sosteneva Pasolini, che l’omologazione è avvenuta prima a livello culturale attraverso la televisione e più in generale l’industria culturale e poi, quasi automaticamente, a livello politico.
Il berluskonismo è il punto di arrivo di questo processo di omologazione ed anche chi si proclama suo fiero avversario o addirittura nemico, ne sposa di fatto molti dei suoi dogmi ed inconsapevolmente soggiace ai suoi pseudo-valori ed ai suoi falsi miti.
Quello che secondo me deve più preoccupare è l’incontenibile pervasività di questa subdola ideologia, che ti avvolge nelle sue spire, ti anestetizza e ti soffoca lentamente, giorno dopo giorno, senza che tu neppure te ne renda conto.
La finisco qui, perchè ho sempre più l’impressione che in questo contesto anche tutto quello che diciamo e scriviamo abbia alla fine la misera rilevanza di un mero "flatus vocis", che non arriva a nessuno e che nessuno ascolta !!!
MaxVinella