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Incastrati dalle auto blu. A Napoli indagati 6 assessori

Publie le lunedì 22 dicembre 2008 par Open-Publishing

Incastrati dalle auto blu. A Napoli indagati 6 assessori

di Anna Ferrigno

NAPOLI - Mancava solo l’uso “disinvolto” delle auto blu da parte dei due assessori in carica: Gennario Mola (Pd) con delega ai rifiuti e Giulio Riccio (Rifondazione comunista) alle politiche sociali, per chiudere in bellezza un anno napoletano di Giunta Iervolino.
Il pm Walter Brunetti ha notificato questa mattina sei avvisi di garanzia nell’ambito di un’inchiesta per l’uso improprio delle auto pubbliche che coinvolge anche altri esponenti politici. Tutti ex assessori, i quattro sono: Giuseppe Gambale (Pd), già ai domiciliari per la faccenda ’Global Service’, Donata Rizzo D’Abundo e Bruno Terracciano (Udeur) e Dolores Madaro (Pdci).

Un’altra gatta da pelare per il Sindaco di Napoli che proprio in questi giorni stava procedendo a un rimpasto nella giunta. Il reato ipotizzato dal magistrato Brunetti nei confronti dei due assessori in carica è quello di peculato. Avrebbero utilizzato le auto blu per uso personale e fuori dai casi previsti dalla legge. Ora i sei indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare la difesa o farsi interrogare. La vicenda delle auto istituzionali, avviata nell’ottobre dello scorso anno, non ha nessun legame con quella ben più grave e in odor di “tangentopoli” di alcuni giorni fa, ma aggrava la situazione già pesante vissuta dall’amministrazione Iervolino.

“Non cambia nulla” così commenta il primo cittadino la faccenda, aspettando tuttavia di leggere gli atti giudiziari. Intanto in mattinata si sono svolti gli interrogatori di garanzia per gli indagati nell’inchiesta sul ’sistema Romeo’. Il primo ad essere stato sentito dal gip Paola Russo è stato l’ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone insieme ad alcuni funzionari comunali e provinciali. Mentre in queste ore è atteso l’interrogatorio di Gambale, l’ex assessore all’istruzione, coinvolto anche nell’inchiesta sulle auto blu.

Nei giorni scorsi è stato interrogato l’imprenditore Alfredo Romeo, attualmente in carcere a Poggioreale e anche l’unico nei cui confronti sono scattate le manette. L’uomo avrebbe dichiarato di non aver mai versato tangenti e di aver intrattenuto con gli altri indagati rapporti “solamente istituzionali”. Romeo sarà comunque riascoltato in questi giorni dai pm Raffaello Falcone, Enzo D’Onofrio e Pierpaolo Filippelli, coordinati dal procuratore aggiunto Franco Roberti. Lunedì è atteso a Napoli invece Antonio Di Pietro per discutere un possibile ritiro degli assessori appartenenti all’Italia dei Valori dalle giunte campane.

Una situazione ancor più ingarbugliata vista l’ipotesi nelle ultime ore di un possibile ampliamento dell’inchiesta al di fuori dei confini campani: forse Romeo avrebbe utilizzato lo stesso ’sistema’ per l’ottenimento di contratti pubblici anche in altre occasioni, come l’appalto ottenuto nella capitale e revocatogli recentemente da Alemanno. Queste analogie hanno spinto la Procura di Napoli a inviare gli atti a Roma. La faccenda potrebbe dunque complicarsi facendo di fatto emergere il principale problema del sistema politico italiano: la questione morale.