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Indulto, carceri e iniquità di stato
Publie le mercoledì 2 agosto 2006 par Open-Publishing1 commento
Indulto, carcere e iniquita’ di stato
Che la natura umana possa deviare da un giusto comportamento ed anche in modo molto pericoloso e lesivo per l’ambiente o l’aggregato sociale e’ una probabilita’ sempre presente.
Un paese civile conosce questa possibilita’ e cerca di evitarla con comportamenti adeguati, il reato si previene come la malattia, ma, dopo che il reato è stato commesso, uno stato civile interviene con pene civili, prigioni civili, cliniche, centri sociali di riabilitazione, luoghi di lavoro, scuole, officine, laboratori, occupazioni utili...
Un paese civile non ha bisogno dell’indulto o dell’amnistia, che stravolgono il senso stesso della pena e del diritto, che devono essere tassativi e certi.
La legge deve essere positiva e cogente, cioe’ dotata di un iter veloce ed efficace di indagine, raccolta e valutazione delle prove e verifica processuale delle stesse e infine, nel caso di comprovato crimine, dotata di strumenti punitivi e riabilitativi certi e puntuali, adeguati alla punizione del reo, alla sua riabilitazione e al suo reinserimento sociale ove si dimostri in grado di non delinquere ulteriormente.
Ma anche per il crimine piu’ efferato, l’uomo deve essere rispettato nel suo valore intrinseco di persona e deve godere dei diritti che gli spettano, anche nello stato di detenzione.
In nessun caso lo stato puo’ colpirlo, violando, torturando o uccidendo il suo corpo o la sua mente, e infierendo su di lui grazie al suo stato di limitazione, perche’ cio’ sarebbe un reato ancora piu’ grave di quello che egli ha commesso.
Se le chiese, che godono nel mondo di immenso potere politico e spirituale, avessero riversato nella difesa dei diritti dell’uomo debole e caduto solo una parte di quell’accanimento feroce con cui hanno emarginato le donne, stravolto la sessualita’ e vietato la contraccezione e la regolazione delle nascite, se queste chiese, dominate da un’etica pregiudiziale e imperiosa, avessero riversato nella tutela del menomato e dell’emarginato e nella difesa del “senza potere” solo la minima parte delle loro assurde battaglie di dominio, gli uomini, le nazioni e gli stati sarebbero migliori. E questo vale soprattutto per quelle chiese che hanno dimenticato le loro radici cristiane.
La difesa del non nato, nell’assenza o nella pochezza di difesa del gia’ nato, e’ il piu’ grave affronto alla vita che in nome delle religioni si sia perpetrato.
Permettere o sostenere atti come la pena di morte, le atrocita’ carcerarie, la tortura, lo stravolgimento del giusto processo, la degradazione dei diritti civili, la disuguaglianza di fronte alla legge, la mancanza dei riconoscimento dei diritti della persona... e’ una tara pesantissima sul conto delle religioni del mondo, in cui esse perdono ogni traccia di innocenza e ogni diritto di autorita’. E non sara’ la difesa di un embrione a dar loro una parvenza di decenza.
Finche’ non ci saranno religioni civili, non ci saranno stati civili.
Finche’ non ci saranno ideologie etiche non ci sara’ progresso umano.
Finche’ non ci saranno religioni e ideologie universali, che difendono diritti universali, avremo solo multinazionali dello spirito o della materia in identica lotta sul mercato del potere.
E finche’ le religioni e le ideologie politiche saranno vuote di coscienza, mai la verita’ e la giustizia saranno loro appannaggio.
In un paese civile la prigione e’ come l’ospedale o la scuola, e’ il luogo giusto dove si cura, si promuove, si aiuta, e non si degrada, l’essere umano.
Un paese civile ha leggi giuste. Una legge e’ giusta se protegge la comunita’, il bene collettivo, il territorio, se apre un futuro migliore all’uomo, se si pone come legge universale valida per tutti gli uomini della Terra.
Una legge e’ giusta se e’ fatta per il bene di tutti.
La legge giusta non ha bandiera, non ha religione, non ha partito, ne’ casta o classe o etnia, o confine, tanto meno campanile o setta o tribu’.
La legge giusta e’ al di sopra del potere dei singoli uomini, gruppi o corporazioni.
La legge giusta non tollera limitazioni esclusive. Non beneficia solo alcuni. Non crea apartheid. Non puo’ mai essere elitaria.
Un paese civile previene il reato non solo attraverso leggi giuste ma curando anche giuste condizioni di vita e giuste possibilita’ di crescita e sviluppo per i suoi cittadini o per chi vi soggiorna, e corregge l’operato distorsivo di chi trasgredisce la legge con mezzi che solo come ultima ratio arrivano alla detenzione.
Se uno stato non da’ ai suoi cittadini la possibilita’ di leggi giuste, di una vita civile, di una buona educazione, di un lavoro dignitoso e tutelato, di una evoluzione possibile, di un miglioramento progressivo, di una pace stabile, di un futuro migliore, se non gli riconosce e tutela i diritti fondamentali come persona, cittadino o lavoratore, se non tratta tutti gli uomini come eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, ceto, etnia, religione, potere ecc., quello non e’ uno stato, ma un regime di barbarie e il primo trasgressore dell’ordine pubblico non e’ l’imputato ma chi governa quello stato.
Contro un tale regime che si incarna nei suoi reggitori, il cittadino ha diritto di opporsi.
In un paese civile le prigioni costituiscono un modo piu’ forte di riabilitazione ma restano un istituto rieducativo e umano, non un luogo infame dove i poveracci sono ammucchiati in condizioni invivibili e possono solo regredire a livelli bestiali.
Chiunque imbestialisca l’uomo violando i suoi diritti di persona commette un reato contro l’umanita’, qualunque ruolo e potere abbia. Il suo non e’ piu’ un potere ma un abuso.
In un paese civile la scuola, il lavoro sociale, la clinica, l’aiuto psicologico, il lavoro, l’educazione, la riabilitazione di gruppo, lo sviluppo della socialita’, le attivita’ creative o di volontariato, sociali e socializzanti... sono mezzi usati dallo stato e dalla societa’ tutta per sorreggere e guidare colui che manifesta un comportamento pericoloso, a partire dalle minore eta’, a partire dall’ambito scolastico, a partire dalla famiglia o dalle strutture di quartiere, a partire dalle chiese e dalle comunita’.
Le pene finanziarie, il sequestro dei beni, il veto a certi atti finanziari o professionali, le multe fortissime ma commisurate ai beni del trasgressore, la sospensione di alcuni diritti, la limitazione di atti concernenti il campo in cui si e’ trasgredito, il licenziamento, la decadenza da ruoli, diritti, poteri, pubblici uffici, il ritiro della patente o del passaporto, l’inabilitazione... sono tanti mezzi da usare con ampiezza con chi trasgredisce la legge. Sono tanti mezzi prima del carcere o accanto ad esso.
Ma la salute di uno stato comincia dalla bonta’ della legge e dalla serietà e onesta di chi impone la legge.
Non ci puo’ essere giustizia in uno stato dove i governanti si pongono fuori dalle legge e non vengono estromessi per i loro reati, pretendendo un regime di protezione e privilegio.
Il privilegio ingiusto nega qualunque democrazia.
Il privilegio ingiusto corrompe il cittadino perche’ lo fa scegliere il piu’ furbo e non il migliore. Quando il cittadino vota per il piu’ furbo, affogando la propria coscienza, il primo danno che fa e’ a se stesso e mostra la propria degradazione. Un pessimo governo produce come immediata conseguenza il crollo della morale collettiva per l’omologazione che le menti deboli hanno istintivamente verso chi comanda.
Se un cittadino appoggia i peggiori governanti, con le sue stesse mani non puo’ produrre che la rovina del paese e la propria futura perdizione, in pratica e’ complice della caduta sociale.
La legge deve essere giusta, uguale per tutti e democratica, fatta nell’interesse della comunita’ e non per quello di pochi o di uno solo, e la pena deve essere uguale per tutti, con parita’ di forza processuale, giusto processo, eguale protezione dei diritti e dei tempi, eguale rispetto e tutela delle parti in causa e modi ragionevoli di intervento, che non stravolgano il senso del fatto o ne allunghino la durata o siano a favore di chi si puo’ permettere mezzi giudiziali piu’ onerosi e astuti... e la pena deve essere commisurata al danno della trasgressione, non al ruolo o al potere dell’imputato.
Con cattive leggi, con leggi non democratiche, con leggi fatte da gruppi o singoli a protezione della propria impunita’ e del proprio diritto a delinquere o del proprio interesse illecito, uno stato non e’ piu’ uno stato, ma una fogna.
Tale stato deve essere rimosso.
Va da se’ che tutti coloro che esercitano un potere o un’autorita’ su altri hanno una responsabilita’ enormemente maggiore e devono perdere tale potere in misura molto piu’ severa e immediata in caso di abuso: un maestro pedofilo non deve piu’ insegnare, un sacerdote che abbia commesso atti contro l’uomo deve essere sospeso in eterno dal sacerdozio, un amministratore pubblico corrotto deve essere allontanato dalla pubblica amministrazione, un padre che ha abusato dei propri figli deve stare a distanza di sicurezza da loro, una guardia di finanza collusa col controllato deve essere immediatamente licenziata, come non e’ successo nel caso Berlusconi, e cosi’ un poliziotto che invece di tutelare il cittadino lo ammazza di botte, come e’ stato fatto col ragazzo Aldrovandi, un politico che sia caduto in conflitto di interessi deve immediatamente perdere la possibilita’ di occuparsi di cose pubbliche, e qui l’elenco e’ lungo..
Maggiore l’onore, maggiore l’onere e piu’ forte la pena.
Colui che e’ investito di una carica e delinque non fa un danno limitato al suo atto ma fa decadere il rispetto dell’istituzione che ha tradito, produce dunque un danno non solo privato ma pubblico, in quanto indebolisce lo stato, la sua immagine, il suo valore, il rispetto che gli si deve.
L’allontanamento dalla situazione che ha prodotto il delinquere deve essere, per particolari soggetti di particolare ruolo, particolarmente tempestiva e radicale per il bene della comunita’ e la sua salvaguardia di fronte alle occasioni che produrrebbero il ripetersi della trasgressione, nella consapevolezza che colui che delinque raramente puo’ riabilitarsi e cambiare la sua natura, e nella prova realistica che chi ha commesso un atto molto grave con forte probabilita’ sara’ portato a ripeterlo.
Malgrado questa prova storica negativa, lo stato deve fare di tutto per tentare la riabilitazione del reo, ma essa deve iniziare radicalmente dall’allontanamento dalla situazione che ha incentivato la trasgressione.
Per cui ogni crimine che investa un funzionario pubblico dovrebbe sempre comportare come primo atto sanzionatorio la decadenza immediata dalle sue funzioni e la perdita immediata dei benefici ad esse collegati.
“Se tutto e’ nelle mani dei custodi, chi vigilera’ sui custodi?” (Platone).
Per questa vigilanza e’ indispensabile che il potere giudiziario sia libero e autonomo e totalmente svincolato dalla dominanza politica.
L’indipendenza ed autonomia del terzo potere dal governo e’ la prima condizione di una democrazia. Ma cosi’, oggi, in Italia non e’, come non lo e’ in Francia o negli Stati uniti, e di questa gravissima colpa sono responsabili qui la destra allo stesso modo della sinistra (vedi bicamerale di D’Alema), che, separando le carriere e facendole dipendere da un organo esecutivo (ministro degli Interni), hanno di fatto imbavagliato l’autonomia giudiziaria.
L’indulto di oggi e’ figlio della bicamerale di ieri e porta avanti lo stesso scellerato progetto di castrare la magistratura e di rendere di fatto impunibili i governanti.
Quello che e’ avvenuto in Italia e’ proprio nell’ordine inverso di un paese giusto e responsabile.
Se una guardia di finanza si e’ fatta pagare per alleviare una multa, non sara’ certo cosa utile spostarla ad altro ufficio.
Se un vescovo ha praticato l’usura, non sara’ certo edificante lasciarlo al suo posto senza una sanzione anche penale.
Se un padre ha violentato le proprie figlie, dargli i domiciliari sara’ una efferatezza superiore al suo reato.
Se un politico o un amministratore pubblico ha usato il suo potere per i propri interessi, non resta che allontanarlo per sempre da qualunque pubblico ufficio, che senso ha promuoverlo o salvarlo con nuove candidature?
Se un insegnante ha molestato un allievo, non si capisce perche’ non possa essere licenziato in tronco.
Come non si capisce perche’ un impiegato di un aeroporto deve continuare a rubare nei bagagli dei viaggiatori mentre viene documentato per anni dalle telecamere prima che qualcuno decida che le prove sono sufficienti a incriminarlo.
E non e’ affatto ragionevole che nel caso di reato compiuto da un esecutore per ordine di un capo, vada in galera solo l’esecutore.
O che in caso di intercettazioni telefoniche comprovanti reato e predisposte dalla magistratura, siano condannati a una voce sola i magistrati e non i corrotti.
La societa’ che, dopo aver provato la responsabilita’ a delinquere di un soggetto, non lo punisce in modo rapido e tempestivo, soprattutto se c’e’ l’aggravante dell’alto ruolo pubblico, si dimostra piu’ colpevole di lui. Governi, qualunque sia la loro etichetta, piu’ solleciti a tutelare i potenti che a ristabilire la giustizia e a punire i colpevoli, sono privi di attendibilita’.
Un Previti, che, a fronte di una evasione cronica amplissima e di una corruzione provata e gravissima di magistrati, continua a essere senatore, a godere dei suoi benefici e a percepire il suo stipendio, dovrebbe essere cosa impensabile in un paese civile. Che poi chi gli ha commissionata la bella impresa non possa nemmeno essere perseguito come sostanziale mandante e come beneficiario del reato e’ un affronto che si aggiunge al delitto.
Che oltre a cio’ lo stesso mandante e beneficiario venga eletto da quasi meta’ degli elettori e si possa permettere di depenalizzare le pene per reati che lo riguardano o rendere impraticabili i relativi processi e, malgrado cio’, rischi di vincere nuovamente le elezioni, e, avendole vinte la parte contraria, la prima cosa che questa si mette a fare e’ proprio ridurre la pena a chi ha commesso gli stessi reati finanziari, e’ abominevole.
Nulla come questo indulto, allargato alla riduzione di 3 anni anche ai reati finanziari o al voto mafioso col voto concordato di maggioranza e opposizione puo’ provare quanto questo stato sia caduto in basso.
Quanto l’etica sia ormai una parola da buttare.
Come la democrazia sia morta e finita.
Come noi tutti siamo stati doppiamente imbrogliati.
Sono burlette indecenti...
un Fazio che usa ancora le auto blu pagate dal contribuente....
un Consorte che non ha fatto un giorno di galera...
un Vittorio Emanuele che dopo aver prova di porcate indegne gira ancora a piede libero..
un gruppo di dirigenti del calcio delinquenziali che se la cavano con multe da 5.000 euro..
un gruppo di dirigenti televisivi che hanno ridotto la tv pubblica a un bordello e se la cavano indenni continuando le loro malefatte..
gente come Cragnotti o Tanzi che hanno ridotto in miseria migliaia di risparmiatori e vengono premiati, non subiscono nemmeno un sequestro cautelativo dei beni, non perdono un grammo della loro dolce vita...
In questo strano paese avviene anche che si attacchi in modo squilibrato proprio chi come Di Pietro chiama “Banda Bassotti” i corrotti al potere e avviene che contro la sua richiesta di estromettere dal Parlamento almeno chi e’ stato condannato in via definitiva, i due poli facciano fronte comune rifiutando in modo complice di eliminare i pregiudicati dalle candidature prossime venture...
E si deve leggere anche le proteste dei fedelissimi che reclamano la fedelta’ di partito..! e si accaniscono contro i moralizzatori che sono diventati le vere pecore nere del potere...!
Cosi’ abbiamo
un paese dove chi evade pesantemente le tasse non va in carcere e non si vede sequestrati i beni, dove i due terzi dei contribuenti dichiarano da 6.000 a 15.000 € l’anno, dove solo 50.000 persone dichiarano piu’ di 200.000 € e solo 150.000 tra 100.000 e 200.000... dove il primo evasore del paese viene eletto da folle osannanti e governa per il proprio interesse per cinque anni e addirittura depenalizza i reati finanziari e rende inefficaci i propri processi...
Dove nemmeno gli immensi patrimoni della mafia vengono sequestrati e anzi i pochi beni sotto controllo vengono resi alle famiglie mafiose come bonus.
Dove i capitali neri sono estradati all’estero e ritornano con vantaggio e onore...
Dove la destra e la sinistra complottano per impedire, con un semplice scarico fiscale incrociato denunciabile delle spese, che i movimenti finanziari diventino trasparenti..
Un paese dove chi imbroglia, inganna, mette sul lastrico migliaia di investitori continua a vivere nel lusso precedente, non gli vengono nemmeno sequestrate le proprieta’ e anzi viene depenalizzato o reso fruitore di uno sgravio triennale di pena.
Un paese dove destra e sinistra si oppongono a ripulire il Parlamento dai pregiudicati e dai collusi mafiosi, e dove i condannati in via definitiva sono 25 (riproposti con onore alle elezioni) e i “diversamente onesti”, cioe’ gli indagati o condannati in 1° e 2° grado sono 82 (ben 65 dei quali nel centrodestra), coprendo il 10% del Parlamento, il che vuol dire che ogni dieci onorevoli uno e’ un criminale, una percentuale di delinquenza che e’ piu’ alta dei quartieri malfamati di Napoli o Palermo,
e dove si fanno leggi-canaglia per alleggerire la loro posizione penale o addirittura esentarli dalla pena.
Un paese dove meta’ degli elettori, quelli di destra, per cinque anni ha tuonato con un vero terrorismo mediatico contro l’indulto, dicendo che era inutile e pericoloso, che avrebbe riempito le strade di criminali, che dopo poche settimane sarebbero stati incarcerati di nuovo per gli stessi reati, e dove questa meta’ di elettori accetta un voltafaccia improvviso e con propaganda del tutto contraria dei suoi capi “a favore” dell’indulto “purche’” questo liberi anche i delinquenti finanziari.
Ci chiediamo dove abbiano la coerenza e la coscienza costoro.
Un paese dove l’altra meta’ di elettori, quelli del centrosinistra, per 5 anni ha sentito i loro capi tuonare contro la corruzione dei pubblici amministratori, protetta e allargata dal governo in carica e ha votato per eliminare, finalmente, questa corruzione, questo malaffare, questa collusione speculativa tra politici e criminali, per ripulire lo stato e ridargli dignita’ e serieta’, e ora questa meta’ di elettori di centrosinistra vede un improvviso voltafaccia compiuto proprio dal governo che ha eletto e in cui riponeva le speranze di un riscatto etico e sociale, e vede questi eletti votare, come un solo corpo, proprio a favore e a protezione di quei corrotti che hanno sollevato lo sdegno del paese e contro cui e’ stato dato il voto.
Ci chiediamo dove abbiano la coerenza e la coscienza costoro.
Ci chiediamo dove sia finita la faccia di ogni partito.
245 senatori e 460 deputati votano a favore dell’indulto.
Non votano i comunisti di Diliberto. Votano contro: Lega e An, ma non certo per attaccare i reati finanziari, solo per odio contro i detenuti poveri e gli extracomunitari. Vota a favore Rifondazione!? Sui Ds non faccio commenti perche’ non li ritengo nemmeno piu’ di sinistra. L’80% delle carceri e’ pieno di tossici e migranti senza il permesso di soggiorno o col foglio di via. Bastava depenalizzare l’atroce Bossi-Fini che punisce chi fugge da dittature, miseria e morte, bastava depenalizzare la legge Giovanardi che punisce per possesso di dosi ridicole di droga, bastava una legge ordinaria, o una legge votata alla fiducia come quella per i 102 governanti, e le prigioni si sarebbero svuotate lo stesso, senza bisogno di patti scellerati con la Cdl, senza il ricatto sporco di Berlusconi che ha “imposto” di mettere nell’indulto anche i reati finanziari, cosa inconcepibile in qualunque paese civile e per cui segniamo una anteprima mondiale, bastava agire diversamente con decreto o legge ordinaria che non richiedesse i due terzi dei membri del Parlamento, ma no, si e’ voluta questa strada! Perche’ esattamente si e’ voluta QUESTA depenalizzazione, PER PROPRIO PERSONALE INTERESSE! INTERESSE CORROTTO DI GENTE CORROTTA. Perche’ noi non sappiamo tutto quello che hanno fatto. Ma loro lo sanno benissimo. E si sono parati il culo!
E cio’ e’ abominevole.
E la cosa ancora piu’ abominevole e’ che queste migliaia di poveracci che escono, non essendosi abrogate la Giovanardi e la Bossi Fini, entro due mesi saranno in carcere di nuovo e con pene aggravate e carceri ancora piu’ stipate, anche grazie alla Cirielli che ha aggravato le recidive in cambio di esenzioni al benemerito premier.
Usciranno dal carcere 12.000 a 20.000 detenuti. I detenuti per reati finanziari erano solo 78. Sono in genere troppo ricchi per andare in carcere. Hanno avvocati migliori. Gran parte dei poveracci finisce in carcere solo perche’ non si e’ potuta pagare un avvocato decente. Chi puo’, i suoi avvocati li fa parlamentari, non si difende nelle aule dei tribunali ma in quelle parlamentari, pervertendo le leggi a proprio favore. E ancora quei fessi degli italiani li votano.
Le pene dei corrotti potenti al massimo arrivano a 6 anni, ma i primi 3 non li fanno per legge precedente e gli ultimi 3 se li sono condonati.
Possono continuare a delinquere in pace. Male che vada fanno qualche giorno in villa o a palazzo, e poi sono riabilitati, e non perdono nessuno dei loro privilegi. Questo indulto e’ un premio al crimine, un incentivo alla delinquenza d’alto bordo! Una mazzata terribile all’Italia che credeva e sperava!
Quello che non sono riusciti a fare cinque anni di diffamazione e calunnia del Polo, lo ha fatto in un colpo solo il centrosinistra buttandosi nel brago. Nessuna delegittimazione peggiore! Praticamente un sordido hara kiri.
Ma noi elettori non ci stiamo.
E la prossima volta il ricatto di votare contro Berlusconi ci trovera’ sordi e incaxxati.
La propaganda elettorale e’ una minc..ata! Le ideologie!!?? Buone per i citrulli, utili a farli litigare tra loro cosi’ che stiano occupati e non badino a quello che altri fanno. Lasciamo giocare i bambini! Diamo loro la politica su cui scannarsi ! Intanto noi ci facciamo i nostri affari!
L’unica ideologia di "Quelli" e’ la greppia comune. Il resto e’ una sceneggiata per i cittadini da basso QI.
Non bastava che Berlusconi ci dicesse che l’elettore e’ un analfabeta di 12 anni, la sinistra ci ha declassato al rango di bestie.
Ci siamo noi e ci sono loro. Nulla in comune. Hanno fatto un patto di ferro. In barba ai nostri desideri elettorali. Tutti da una. Noi con i loro affari non ci entriamo. Siamo uno scalino, buono solo per essere pestato per andae in alto.
Abbiamo eliminato l’omerta’ mafiosa. Non elimineremo mai l’omerta’ politica.
Questi non ci pensano nemmeno a cambiare l’orrenda e antidemocratica legge elettorale di Calderoli, quella che calpesta ogni nostra scelta politica ed e’ stata escogitata apposta per boicottare lo stato, la legge “porcata”, se la terranno allegramente, visto che, anche se di poco, ha dato loro il potere. Continueranno a godere dei loro privilegi e benefici, aumentandoli e rendendoli di ferro, delle loro abominevoli impunita’, delle pagliacciate in Parlamento quando fingono di essere antagonisti, mentre poi votano all’unanimita’ la non procedura d’ufficio per gente come Fitto, o ritirano le accuse a D’Elia reo di strage, per paura che altri sbattano in prima pagina altri parlamentari eccellenti, la politica e’ tutto un gioco, come il calcio, dove conta vincere non valere, dove conta lo scudetto non l’onesta’, una volta programmato il tifoso idiota avremo l’elettore idiota, tutto in continuita’, siamo i cani di Pavlov, addestrati all’applauso permanente ma incapaci di distinguere una bistecca da una randellata, programmati come bandierine di latta.
Solo noi credevamo di essere seri, pensavano ai valori, loro continueranno coi loro cortigiani, le liste di amici e parenti, tipi di valori che coi nostri non hanno niente a che fare, loro continueranno a decidere per noi, dall’alto, come si fa con degli incapaci, e continueranno a dirci da quale dei loro cloni dobbiamo essere governati, quali delle loro leggi dovremmo subire per proteggere la categoria comandante, quali cose dobbiamo credere o non credere...al di sopra di ogni ideologia, al di sopra della storia, al di sopra della legge, al di sopra dell’etica, al di sopra della politica, al di sopra di qualunque buon senso. Dominati solo dal peggiore interesse.
Il potere logora solo chi non ce l’ha, ma, loro, staranno sempre benissimo.
E ci sara’ sempre qualche f..so che dira’ che non bisogna nemmeno criticarli “per fedelta’ al partito” o “perche’ senno’ torna Berlusconi”...
Ma andiamo...!
Ora e’ chiaro perche’ in USA il 40% degli elettori nemmeno vota.
Perche’ la democrazia non solo e’ morta, non e’ nemmeno mai nata!
Questa e’ la condotta politica di un paese dove i reati compiuti dai parlamentari delinquenti sono corruzione, truffa, finanziamento illecito, abuso d’ufficio, associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in bilancio, concussione e frode fiscale, corruzione giudiziaria, peculato, estorsione, aggiotaggio, frode in pubblico concorso.. e che ha la faccia di tolla di depenalizzare i reati finanziari e centro la pubblica amministrazione e di votare quasi all’unanimita’ rendendo in pratica ridicoli anche tutti i processi in corso per reati finanziari, alleggerendo lo stesso ex presidente del consiglio.
Questo non e’ uno stato civile. Questa e’ una dittatura di delinquenti.
E non c’e’ nessuno che si salvi.
L’imbroglio e’ completo.
Ma la pecora nera, colui che piu’ di tutti e’ stato attaccato da tutti e’ stato l’onorevole Di Pietro, che ha parlato di Banda Bassotti e si e’ opposto in ogni modo a questa ignominia. E c’e’ gente che ancora gli urla: “Se pensi questo, allora vattene!”. Come a dire: “Se lotti contro l’indecenza, allora attaccati una pietra al collo e affogati!”. Se non sei degno di stare insieme a questi ladri e corrotti, la colpa e’ tua e allora dimettiti!
Vergogna sulla vergogna.
Perdita totale di ogni coscienza!
La pena riguarda solo il povero, il “senza potere”.
Vediamo quegli sciagurati che non sono governanti o figli di governanti amici di governanti. Che sono fango comune, feccia.
Quando si rende necessario l’isolamento del reo con perdita di liberta’, al fine di proteggere la societa’ da una pericolosita’ perdurante, la prigione non puo’ negargli tutti i diritti costituzionali e trattarlo come una bestia, e uno stato civile non puo’ decadere fulmineamente a stato barbaro e incivile, producendo contro il condannato azioni che sono esse stesse reati. Uno stato che usi l’uccisione, la tortura, i maltrattamenti, la mancanza di spazio vitale, l’aggressione psicologica, la degradazione morale, la privazione della difesa, l’iniquo processo.. contro i suoi cittadini non ha il diritto di chiamarsi stato civile.
Uno stato che tratti i rei in modo differenziato a seconda del loro potere, della loro ricchezza, a seconda della casta a cui appartengono e che da’ con molta facilita’ ingiusti processi e pene smisurate a poveracci, salvando dalla pena carceraria i governanti, i politici, coloro che hanno capitali o sono connessi a governanti e politici.. non puo’ chiamarsi stato democratico, ma e’ un regime feudale dei peggiori.
Il livello di civilta’ di uno stato puo’ misurarsi esaminando le sue prigioni e il modo con cui viene amministrata la giustizia.
Uno stato che pensa ai suoi cittadini, li cura e tutela e da’ loro i diritti fondamentali e le occasioni per una sana realizzazione, diminuisce le occasioni del delinquere. Ma le nuove democrazie hanno sostituito la cura della salute dei cittadini con l’abolizione dello stato sociale e l’imbarbarimento delle pene.
Se uno stato e’ valutabile secondo le sue prigioni, il sistema carcerario italiano e’ il piu’ barbaro d’Europa e destano allarme sia negli istituti della Comunita’ europea che nei massimi osservatori internazionali, vedi Amnesty.
Dal grado infimo in cui gia’ erano, le prigioni italiane sono state ancora peggiorate dalla pessima conduzione del ministro Castelli e dalle consorterie nate in Parlamento a difesa di interessi di casta.
Queste prigioni sono un incentivo al delinquere, e sono tanto spregevoli e controproducenti da essere sotto accusa nel mondo al punto da richiedere almeno uno sfoltimento di detenuti, cosa che ha spinto avanti la causa dell’indulto, anche se e’ indulto e amnistia dovrebbero essere relegati a un medioevo barbarico dove il nuovo Papa o il nuovo Re celebrano il loro avvento al potere.
Un indulto dovrebbe essere un evento inammissibile in uno stato di diritto, e, ove mai si ricorra ad esso, potrebbe al massimo arrivare a un anno e mai e’ esistito nella storia un indulto che comprenda anche i reati finanziari fatti da funzionari dello stato e contro l’amministrazione dello stato, perche’ cio’ lederebbe lo stato dalle sue fondamenta. Ma Berlusconi questo ha voluto, e il centrosinistra a questo si e’ piegato. Il ricatto lo ha abbassato al livello del ricattatore in una perdita secca di immagine, mentre inutilmente la totalita’ degli elettori scongiurava che cio’ non avvenisse. Ma Dio acceca chi vuole perdere.
Come per la monaca di Monza, dinanzi alla proposta oscena di Egidio: “La sciagurata rispose”.
Elenco dei 25 parlamentari con condanna definitiva
CDL
Berruti Massimo Maria (FI): favoreggiamento.
Biondi Alfredo (FI): evasione fiscale (reato poi depenalizzato).
Bonsignore Vito (Udc): corruzione.
Borghezio Mario (Lega Nord): incendio aggravato.
Bossi Umberto (Lega Nord): finanziamento illecito e istigazione a delinquere.
Cantoni Giampiero (FI): corruzione e bancarotta.
De Angelis Marcello (An): banda armata e associazione sovversiva.
Dell’Utri Marcello (FI): false fatture, falso in bilancio e frode fiscale.
Del Pennino Antonio (FI): finanziamento illecito.
De Michelis Gianni (Psi): corruzione e finanziamento illecito.
Jannuzzi Lino (FI): diffamazione aggravata.
La Malfa Giorgio (FI): finanziamento illecito.
Maroni Roberto (Lega Nord): resistenza a pubblico ufficiale.
Mauro Giovanni (FI): diffamazione aggravata.
Nania Domenico (An): lesioni volontarie personali.
Patriciello Aldo (Udc): finanziamento illecito.
Previti Cesare (FI): corruzione giudiziaria.
Sterpa Egidio (FI): finanziamento illecito.
Tomassini Antonio (FI): falso in atto pubblico.
Vito Alfredo (FI): corruzione.
Centrosinistra
Carra Enzo (Margherita): falsa testimonianza.
Cirino Pomicino Paolo (Dc): corruzione e finanziamento illecito.
D’Elia Sergio (Rosa nel pugno): banda armata e concorso in omicidio.
Farina Daniele (Prc): fabbricazione, detenzione e porto abusivo di ordigni esplosivi, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e inosservanza degli ordini dell’autorità.
Visco Vincenzo (Ds): abuso edilizio. (questo e’ solo un terrazzino)
Messaggi
1. > Indulto, carceri e iniquità di stato, 3 agosto 2006, 19:54
Indulto: istruzioni per l’uso
L’indulto è legge dello Stato. Dopo anni di rinvii il parlamento ha approvato un provvedimento di clemenza che interesserà migliaia di cittadini sottoposti a misure restrittive della libertà. Ma chi ne beneficierà e in quale misura?
Ne abbiamo parlato con Laura Tartarini, avvocato del Genoa Legal Forum e consigliera comunale indipendente
Intervista a Laura Tartarini, avvocato del Genoa Legal Forum e consigliera comunale indipendente
D: che cos’è esattamente l’indulto?
R: L’indulto è tecnicamente un mezzo di estinzione della pena. Ciò significa nella pratica che, a differenza dell’amnistia che “cancella il reato”, in caso di indulto verranno “cancellate” soltanto le pene, ovvero le condanne definitive. Nel caso di specie, si avrà una cancellazione delle pene detentive fino ad un massimo di tre anni e delle pene pecuniarie fino ad un massimo di 10.000 euro. Ciò ovviamente non significa che chi oggi ha un procedimento pendente per un reato commesso prima del 2.5.2006 sarà escluso dall’indulto. Semplicemente dovrà attendere che la propria condanna sia definitiva.
D: Chi potrà beneficiarne?
R: In parte ho già risposto. In realtà, a differenza del cosiddetto “indultino” passato alcuni anni fa, questo nuovo provvedimento è molto ampio e vi rientrano quasi tutti i reati con l’esclusione di alcune fattispecie come il traffico di droga (ma solo se aggravato dall’ingente quantità o dall’essere commesso in associazione), la pedopornografia, lo sfruttamento della prostituzione, la strage etc..Quindi potranno beneficiarne TUTTI coloro che, avendo commesso reati diversi da quelli esclusi prima del 2.5.2006, ne riporteranno, o hanno già riportato, condanne penali. Su tali condanne verrà operato uno sconto di tre anni per le pene detentive e di 10.000 euro per quelle pecuniarie. Nel provvedimento sono compresi anche i recidivi.
D: Quali effetti produrrà nel sistema carcerario e quanti detenuti ne beneficieranno?
R: Quanti non so, il Governo parla di 22.000 persone circa. Di certo saranno molti di più coloro che NON ENTRERANNO NEPPURE in carcere o alle misure alternative perché la pena verrà estinta prima del loro formale ingresso. Questi gli effetti a breve termine. Il problema vero è però che nel corso degli ultimi anni sono stati approvati una serie di provvedimenti che rischiano di causare una situazione di “sovraffollamento carcerario” e di eccesso di condanne detentive identico a quello odierno ed in tempi brevi. La nuova legge sulla droga o la legge ex Cirielli (che prevedono che per i recidivi la pena detentiva inferiore ai tre anni non venga più sospesa come previsto dalla legge Simeone al fine di richiedere l’affidamento in prova o la detenzione domiciliare) se non modificate in fretta ricondurranno nuovamente una larga parte di soggettività marginalizzate in carcere. E ciò con l’aggiunta della pratica poco salubre e ingiustificata dei Tribunali di Sorveglianza che rifiutano l’applicazione delle misure alternative al carcere nei confronti di migranti privi di documenti di soggiorno.
D: Quali effetti sui processi del G8 di Genova?
R: Direi gli stessi che per tutti gli altri. Con l’ovvia differenza che mentre è ragionevole aspettarsi per i membri delle Forze dell’Ordine coinvolti condanne che rimarranno al di sotto dei tre anni e quindi interamente “cancellate”, così purtroppo non è per i 25 manifestanti sotto processo per devastazione e saccheggio. Questa norma arcaica, infatti, prevede pene che vanno dagli otto ai 15 anni e, come abbiamo visto a Milano, viene applicata con una certa severità nei confronti dei militanti..
D: I movimenti chiedono un provvedimento simile da tempo. Sarà utile l’indulto?
R: Dal punto di vista pratico di certo. Anche perché i reati esclusi non riguardano quelli commessi dal movimento e quindi lo sconto di pena sicuramente verrà applicato anche a quel tipo di processi.
Tuttavia la differenza capitale fra l’amnistia richiesta da settori del movimento e l’indulto è eminentemente politica. L’amnistia era infatti vista come elemento di un ragionamento politico più ampio sulla differenza fra giustizia e legalità, laddove venivano cancellati i reati commessi da soggetti politici e sociali con finalità esclusivamente rivendicative o di giustizia collettiva (dal G8 alle autoriduzioni contro il carovita, dalle azioni contro i lager per migranti alle occupazioni di case sfitte). In questo senso, chiaramente l’indulto è una scelta politica di profilo più basso.
D: E’ opinione comune che nel nostro sistema giudiziario vada rivisto il meccanismo sanzionatorio. In che modo secondo te?
R: Faccio fatica a dare consigli su come “sorvegliare e punire”.. Di certo, oltre a quanto ho già detto in merito alle nuove leggi che limitano l’accesso alle misure alternative al carcere, occorrerebbe aprire varie discussioni su temi specifici ed una su un tema assolutamente generale. Le prime riguardano un innumerevole quantità di comportamenti che divengono reato attraverso un allargamento del campo rimesso alla sanzione penale (il possesso di stupefacenti anche leggeri, l’ingresso “clandestino” e tutte le fattispecie relative al medesimo compiute dai migranti o da coloro che ne facilitano l’ingresso ed il soggiorno, i danneggiamenti compiuti da minori dediti al graffitaggio o all’affissione di manifesti e così via all’infinito..). Il discorso più generale, che ovviamente si interseca col primo, è quello relativo all’attualità ed all’utilità dello strumento carcerario in sé. Questo sarebbe un dibattito di estremo interesse ed utilità che però prevede la volontà di addivenire a soluzioni diverse che non possono essere ancora, come 20 anni fa, solo l’affidamento in prova ai servizi sociali o la detenzione domiciliare ma potrebbe anche estendersi a misure diverse e maggiormente adattabili alla persona e alle esigenze sociali.
Tutte le eccezioni per le quali il provvedimento non ha effetto
Indulto, cosa prevede la legge 241/2006
Il testo integrale delle nuove norme che prevedono lo sconto di pena fino a tre anni per i reati commessi fino al 2 maggio 2006
Ecco il testo della legge 31 luglio 2006, n.241, «Concessione di indulto», pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 luglio e in vigore dal 1° agosto:
1. È concesso indulto, per tutti i reati commessi fino a tutto il 2 maggio 2006, nella misura non superiore a tre anni per le pene detentive e non superiore a 10.000 euro per quelle pecuniarie sole o congiunte a pene detentive. Non si applicano le esclusioni di cui all’ultimo comma dell’articolo 151 del codice penale.
2. L’indulto non si applica:
a) per i delitti previsti dai seguenti articoli del codice penale:
1) 270 (associazioni sovversive), primo comma;
2) 270-bis (associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico);
3) 270-quater (arruolamento con finaità di terrorismo anche internazionale);
4) 270-quinquies (addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internzionale);
5) 280 (attentato per finalità terroristiche o di eversione);
6) 280-bis (atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi);
7) 285 (devastazione, saccheggio e strage);
8) 289-bis (sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione);
9) 306 (banda armata);
10) 416, sesto comma (associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di cui agli articoli 600, 601 e 602 del codice penale);
11) 416-bis (associazione di tipo mafioso);
12) 422 (strage);
13) 600 (riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitu);
14) 600-bis (prostituzione minorile);
15) 600-ter (pornografia minorile), anche nell’ipotesi prevista dall’articolo 600-quater.1 del codice penale;
16) 600-quater (detenzione di materiale pornografico), anche nell’ipotesi prevista dall’articolo 600-quater.1 del codice penale, sempre che il delitto sia aggravato ai sensi del secondo comma del medesimo articolo 600-quater;
17) 600-quinquies (iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile);
18) 601 (tratta di persone);
19) 602 (acquisto e alienazione di schiavi);
20) 609-bis (violenza sessuale);
21) 609-quater (atti sessuali con minorenne);
22) 609-quinquies (corruzione di minorenne);
23) 609-octies (violenza sessuale di gruppo);
24) 630 (sequestro di persona a scopo di estorsione), commi primo, secondo e terzo;
25) 644 (usura);
26) 648-bis (riciclaggio), limitatamente all’ipotesi che la sostituzione riguardi denaro, beni o altre utilità provenienti dal delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione o dai delitti concernenti la produzione o il traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope;
b) per i delitti riguardanti la produzione, il traffico e la detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, di cui all’articolo 73 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, aggravati ai sensi dell’articolo 80, comma 1, lettera a), e comma 2, del medesimo testo unico, nonchè per il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope di cui all’articolo 74 del citato testo unico, in tutte le ipotesi previste dai commi 1, 4 e 5 del medesimo articolo 74;
c) per i reati per i quali ricorre la circostanza aggravante di cui all’articolo 1 del decreto-legge 15 dicembre 1979, n. 625, convertito, con modificazioni, da1la legge 6 febbraio 1980, n. 15, e successive modificazioni;
d) per i reati per i quali ricorre la circostanza aggravante di cui all’articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e successive modificazioni; e) per i reati per i quali ricorre la circostanza aggravante di cui all’articolo 3 del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205».
3. Il beneficio dell’indulto è revocato di diritto se chi ne ha usufruito commette, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, un delitto non colposo per il quale riporti condanna a pena detentiva non inferiore a due anni.
4. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato».
La legge ha la firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è controfirmata dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ed ha il visto del Guardasigilli, Clemente Mastella.
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