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Iniziato Foro Sociale delle Americhe

Publie le giovedì 9 ottobre 2008 par Open-Publishing
3 commenti

Movimenti popolari, sociali e popoli del continente riuniti per discutere alternative al capitalismo ed il neoliberismo

Con una cerimonia ancestrale del popolo maya del Guatemala è iniziato il III Foro Sociale delle America (FSA) le cui attività si svolgeranno nella capitale guatemalteca dal 7 al 12 ottobre 2008.

Più di 400 organizzazioni e circa 8 mila persone si sono concentrate all’interno dell’Università di San Carlos del Guatemala affinché "i popoli e paesi del continente fossero presenti in una regione che ha vissuto lotte eroiche durante la sua storia passata e recente, per esprimere solidarietà, per conoscere meglio le alternative e le proposte formulate nonostante la guerra, la distruzione, la paura, l’eredità perversa di forme di violenza che mostrano i volti più feroci del neoliberismo armato, una di esse il femmicidio", segnala il progetto del Consiglio Emisferico del Foro Sociale.

Tra gli obiettivi che si propone il FSA ricordiamo: continuare ad articolare lotte, esperienze e visioni critiche tra le regioni delle Americhe, tra i soggetti collettivi che resistono all’ordine neoliberista e che costruiscono progetti di cambiamento; potenziare le conoscenze e le pratiche ancestrali e quelle nuove, che sostentano le alternative ed il pensiero proprio per decifrare sia le strategie di dominazione, che quelle di cambiamento; ottenere un maggiore avvicinamento solidale con le esperienze di resistenza nella regione mesoamericana ed offrire un ampio spazio per la costruzione di un’agenda condivisa e piattaforme di emancipazione tra i popoli del continente e del mondo.

Sei saranno i punti tematici intorno ai quali si svolgeranno più di 350 attività: i risultati raggiunti e le sfide ancora aperte per il cambiamento nell’emisfero, i popoli in resistenza di fronte al neoliberismo e la dominazione imperiale, la difesa delle condizioni di vita di fronte al capitalismo predatore, le diversità e l’uguaglianza, la disputa ideologica: comunicazione, culture, conoscenze, educazione. L’ultimo tema toccherà invece le popolazioni indigene originarie ed afrodiscendenti.

Secondo Juan Pablo Ozaeta, membro della Commissione Metodologica del III Foro Sociale delle Americhe, "il Foro si concentrerà soprattutto sulle proposte alternative al modello neoliberista e sul tema relazionato alla difesa delle risorse naturali, contro il sistema capitalista predatore. Durante le attività si affronteranno anche tematiche molto importanti come quelle delle popolazioni indigene, le donne e la gioventù.
È importante inoltre segnalare – ha continuato Ozaeta – che in questo terzo FSA si cerca di tracciare un percorso concreto che conduca all’integrazione dei popoli, per poter così affrontare l’egemonia del sistema neoliberista il quale, seppur debilitato negli ultimi anni dalla crisi economica mondiale, cerca in tutti i modi il modo per continuare ad imporre il suo predominio”.
Per il membro della Commissione Metodologica del FSA, è anche l’occasione per mettere i governi progressisti della regione di fronte alle loro responsabilità. “Bisogna ricordare che in questo Foro non si sta cercando una posizione che unifichi tutte le diversità presenti.. Ci sono organizzazioni che si vogliono mantenere svincolate dai governi e dai partiti politici, mentre ve ne sono altre che cercano dei punti di coincidenza e di collaborazione. L’obiettivo – ha concluso Ozaeta - è comunque lo stesso e cioè cambiare un modello economico che ha provocato ed inflitto gravi danni ai paesi della regione e far sì che i governi si rendano conto della situazione e cambino le loro politiche”.

Udienza speciale del TPP

Il III Foro Sociale delle Americhe sarà anche scenario di una nuova udienza del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), durante la quale si darà priorità all’analisi di denunce che radicano nella regione mesoamericana, non solamente contro imprese multinazionali europee o nordamericane, ma anche contro qulle che sono espressione diretta del potere economico delle oligarchie regionali.

Per Betty Matamoros, del Bloque Popular de Honduras, "In questa udienza del TPP verranno presentati casi emblematici come quello della compagnia spagnola Calvo e le sue costanti violazioni ai diritti lavorativi e sindacali nel porto de La Unión nel Salvador, il caso degli ex lavoratori delle piantagioni di banane del Nicaragua e dell’Honduras, ammalati a causa del contatto con il mortale pesticida Nemagón. Per la prima volta si metterá inoltre sul banco degli imputati il Grupo Pellas, per il drammatico caso delle migliaia di ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero dell’Ingenio San Antonio in Nicaragua, ammalati e deceduti per l’Insufficienza Renale Cronica (IRC).
Rispetto alla sessione che si è svolta in Perù a maggio, in questa udienza del TPP non ci concentreremo solamente sulle multinazionali europee, ma anche su quelle statunitense e sulle oligarchie nazionali”.

Per la rappresentante del Bloque Popular "il lavoro che svilupperà il TPP è uno strumento che ci dà forza per andare avanti e creare forme di resistenza e proposte alternative al modello economico attuale. I nostri paesi sono stati storicamente assoggettati ed all’interno di uno strumento come il TPP riusciamo a sostenerci l’uno con l’altro, in quanto ci rendiamo conto che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo le stesse esperienze e che l’unico modo per affrontare questo modello è l’unione”, ha concluso.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

Messaggi

  • Ma come si fa a dire la cazzata gigantesca che si deve tornare agli accordi di Bretton Woods? Quelli che sancirono il dominio di pochi paesi occidentali sul mondo istituendo i grandi organismi internazionali che reggono quella cazzata tremenda che è il liberismo economico, basata su dollaro e liberismo, e che, dopo aver seminato rovina, guerre e distruzione portano oggi l’Occidente al collasso finanziario. Ma loro stanno sempre lì. Non ce la fanno nemmeno, nell’immane disastro, a farsi un esame di coscienza e a cedere il potere
    1944: fine 2a guerra mondiale, a Bretton Woods i principali paesi industrializzati (di allora! sono passati 60 anni!) stabilirono regole per le relazioni commerciali e finanziarie, regole che dessero loro il dominio del mercato del mondo. Il capitalismo globale poneva i suoi principi di comando, con i rappresentanti delle 44 nazioni alleate, regole e procedure per la politica monetaria internazionale, prendendo come base il dollaro (ma ci pensate cosa vale oggi il dollaro?!), creando il Fondo Monetario Internazionale a cui seguì La Banca Mondiale che avrebbe dato prestiti secondo regole liberiste salvando o ucccidendo le nazioni (vedi l’Argentina) e il WTO, organizzazione internazionale del commercio che avrebbe deciso chi poteva vendere e come, sempre in funzione del vantaggio di pochi gruppi di capitalisti. Seguì il GATT o accordo su dazi e tariffe che avrebbe regolato import ed export così da penalizzare i paesi del terzo mondo e arricchire i paesi ricchi dell’Occidente.
    Oggi il capitalismo è talmente a pezzi da rinnegare persino il suo dogma primario del non intervento statale. I governi obbligano i popoli a indebitarsi per pagare i danni del capitalismo e si ha il coraggio di parlare di un nuovo Bretton Wood?! Un nuovo patto del capitalismo occidentale basato su dollaro, USA e liberismo, per salvare se stesso?! Ma qui pazziamo veramente! Dovremmo pagare ancora i vizi di questi signori per i loro giochi di lucro, guerra e potere?
    Ma davvero i magnati dell’occidente pensano di poter continuare a tenere il mondo in uno stato di minorità per fare i loro sporchi interessi?
    Davvero pensano di continuare coi loro stupidi convegni che tengono fuori l’India, la Cina, l’America latina, l’Africa?
    Davvero pensano che il fallimentare e rovinoso sistema del liberismo economico debba e possa essere riproposto con qualche utile correttivo che penalizzi popoli e libertà?
    Sinistra, se ci sei, batti un colpo!
    Fare da maggiordomo al mercato libersita non ti ha convenuto e ti farà solo sparire.
    Siamo arrivati al punto che anche le ideologie sono morte o vivono in nicchie ininfluenti di demagoghi scarsi di realizzazioni, che da 60 anni non fanno che parlare senza fare. Siamo arrivati al punto che l’Occidente non dà più nulla di buono al progresso del mondo e che se qualcosa nascerà sarà dall’Africa o dall’America del sud.
    Non siamo solo alla crisi del capitale ma alla morte delle ideologie del 900.
    Nessuna riesumazione di cadaveri può più funzionare.
    Occorre inventarsi qualcosa di nuovo!
    Come scriveva Gubitosa, abbiamo bisogna di una politica che non sia di destra o di sinistra, ma che sia "sopra".

    viviana

    • Ma ve lo ricordate Tremonti che spingeva gli italiani a ipotecare la casa per proseguire gli acquisti?
      E ve lo ricordate l’infame spot di FI della borsina gialla che più compravi, più il mondo ti ringraziava come un benefattore sociale?
      Ma quante volte Tremonti ha cambiato Vangelo?
      Iperliberista, leghista, fascista, capitalista, socialista, comunista, ora è diventato persino no global? Ma è credibile uno così?
      Nemmeno una banderuola in tempo di tempesta farebbe tanti giri! Dovremmo dargli il Nobel dell’incoerenza!
      Ci dicono che tutto va bene, il ducetto dice: ghe pensi mi!
      Ma lo avete sentito B come parla lento e melodioso staccando bene le parole con pause ad effetto per non dire... un accidente di nulla! Pura ipnosi per cervelli già condizionati, quelli che credono che tutto il problema stia nell’invidia di chi non ha nulla verso chi ha troppo. Ma come siamo messi?
      E’ chiaro che questi incapaci, maestri della truffa e del disastro collettivo, ora non sanno che cavolo fare. E’ così evidente che sono proprio le loro rassicurazioni lente e vacue e prive di idee a preoccuparci.
      Che cavolo pensa di fare Draghi? E Tremonti che licenzia la Finanziaria con modi anche più frettolosi del solito, meno di 8 minuti per presentare la rovina della nazione uccisa dai tagli e deprivata di regole. Tempo dedicato alla crisi: 2 secondi. E questo ci dovrebbe rassicurare?
      E sullo sfondo i grandi fautori del disastro internazionale: la FED, la BCE, e soprattutto il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e il WTO, l’organizzazione del commercio, completamente e totalmente silenziosi, dopo 60 anni di diktat che hanno rovinato interi paesi e in cui la loro voce si è sentita benissimo.
      Ora cercano di salvare l’ipercapitalismo dell’avidità e della prevaricazione mettendoci una toppa coi soldi nostri ma questo non dovrebbe passare.
      E sullo sfondo ignobile, altrettanto silenziosa è la Chiesa di Roma che di questo ipercapitalismo è stata complice e garante.

      viviana

    • Grazie a capitalisti, fascisti e leghisti, stiamo assistendo alla disgregazione dell’identità nazionale. E’ morto il senso della collettività.
      Vigliacchi che per vincere hanno agitato lo spettro di paura e insicurezza.
      Ladri che per continuare a rubare hanno distrutto le regole finanziarie, penali, processuali e morali calpestando il principio base di ogni democrazia: l’uguaglianza di fronte alla legge.
      Un senso di umanità e partecipazione che è stato smantellato in modo becero e sensazionalista a colpi d’odio o urlas settarie.
      Sostanziale protezione bypartisan a furto, truffa, corruzione e malcostume, praticati dai boiardi di Stato.
      Premi e protezione al management peggiore e delinquenziale sempre in modo bypartisan in un clima di protezionismo e clientele che svenerebbe qualunque paese serio.
      Razzia di beni di Stato (a quando la prossima gigantesca cartolarizzazione di Tremonti?), spregio al territorio (l’Italia diventerà il paese delle discariche, del cancro e della diossina), premi ad evasori, malfattori e banchieri. Smantellamento delle leggi contro la criminalità organizzata che si avvale delle riforme opportunistiche pro-magnati e ladri di Stato. Uno spreco di beni pubblici sostanzialmente in crescita. Protezione alla criminalità organizzata e a quella finanziaria altrettanto organizzata.
      Bauman dice: “Si sbandiera l’identità quando la comunità crolla”. E nessuna comunità può reggersi su dogmi antisociali come l’iperegoismo individuale, o di tribù, o di piccolo territorio, o di casta. Nessuna comunità può sopravvivere se si regge sull’odio, l’aggressione al diverso, al povero, allo straniero e se diffonde separazioni, discriminazioni, supremazie, abusi, nessuna, né di leghisti, banchieri, magnati, cattolici integralisti… può essere legittimata se è relativa, faziosa, settaria e perde di vista il bene comune.
      Un paese che si muove per bande è destinato a soccombere. E se ha una Chiesa che si muove per indici e apartheid è anche peggio.

      Dobbiamo cominciare a sperare nel terzo mondo, perché il primo è fallito.

      viviana