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Innse: un anticipo dell’autunno che verrà.
Publie le mercoledì 12 agosto 2009 par Open-Publishing6 commenti
Riemerge il protagonismo dei lavoratori, che dopo una lunghissima ed estenuante lotta, riescono a salvare il proprio posto di lavoro e di conseguenza il proprio futuro. La ricetta per evitare di essere sconfitti ? Partecipazione ai massimi livelli , solidarietà diffusa e una sentita concezione di classe. Dopo esser passati per tavoli che non hanno risolto il problema e azioni giudiziarie rimaste impantanate, i lavoratori hanno alzato il livello di scontro e si sono opposti, con la forza delle loro ragioni, al tentativo di vendere i macchinari della fabbrica. Tentativo portato avanti con il corollario fornito da cariche e manganelli. Azione che però ha fatto capire che solo una autorganizzazione decisa avrebbe potuto opporsi ad un percorso che portava dritti al non avere di fatto più un lavoro. L’azione decisa ha "bucato" lo schermo dell’informazione asservita al potere , salire su un carroponte per ben 8 giorni, e far capire che non si accettava supinamente il tentativo del padrone Genta di ottenere il più possibile con la vendita dei macchinari a scapito della vita dei lavoratori. Dopo anni di svendite e di sconfitte operaie, la lezione Innse è più chiara che mai: solo la lotta dell’unità di classe può pagare. Una vertenza che si considerava ormai perdente, riesce ad essere stravolta dai lavoratori in lotta. Dicevano che la soluzione era ormai la chiusura, che si potevano solo vendere i macchinari ma, grazie alla lotta ad oltranza, spuntano fuori compratori che altrimenti non si sarebbero visti. E ritorna all’ordine del giorno il chi pagherà i costi della crisi dell’economia capitalista ? A Milano, alla Innse, la risposta la hanno saputa dare all’unisono : noi la crisi non la paghiamo! E alle parole hanno saputo far seguire una azione decisa per difendere concretamente il loro lavoro, i loro diritti, le loro famiglie, il loro futuro. In autunno ci aspettano moltissimi casi analoghi alla Innse e la sinistra di classe dovrà attrezzarsi ad estendere esperienze, capacità, solidarietà,. Dovrà inoltre far capire con giusti obiettivi che l’aria è cambiata e che con una decisa autorganizzazione ci si può difendere da speculatori impuniti, sindacati gialli , finti amici governisti , che come al solito proporranno e tenteranno trattative al ribbasso. Un messaggio semplice ma efficace, che gli operai lombardi hanno indirizzato anche al governo Berlusconi intento a scaricare la crisi sulle fasce deboli del paese. Un buon anticipo dell’autunno che verrà. Di lotte estese che possono vincere solo se chiariscono all’unisono di aver imparato la lezione che arriva dall’Innse. Invertire una logica padronale che vuole le masse lavoratrici ricattabili e licenziabili, in una nuova fase. Una fase in cui chi detiene le redini dell’economia sappia che può esser licenziato anche chi osa licenziare per profitto. Che può esser espropriato senza indennizzo alcuno chi lucra sulle altrui vite. Le nostre vite valgono molto di più dei loro profitti ed il prossimo autunno è già iniziato in Lombardia. L’opposizione sociale, la sinistra anticapitalista, possono stravolgere l’agenda quotidiana.delle politiche governative, e non è che l’inizio di un lunghissimo anticipato autunno, destinato ad essere memorabile. Enrico Biso
Messaggi
1. Innse: un anticipo dell’autunno che verrà., 13 agosto 2009, 03:03, di Nando
Speriamo che il caso del Innse contribuisca al risveglio, al torpore e allla rasssegnazione che c è in Italia oggi !!! Ci vuole autorganizzazione mobilitazione ma soprattutto solidarietà per vincere contro il mostro capitalismo, dei potenti, dei bigotti, dei conformisti, dei finti credenti dei massoni, dei colletti bianchi, dei re, dei ’sindacati gialli’ dei partiti della ’pseudo’.TUTTO DIPENDE DA NOI, OPERAI, PRECARI, PENSIONATI, DISOCCUPATI PACIFISTI, EMARGINATI E DISEREDATI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
1. Innse: un anticipo dell’autunno che verrà., 13 agosto 2009, 14:12, di luisa
vorrà dire qualcosa se anche su un sito come questo della lotta di questi operai hanno scritto due righe soltanto in pochi ?! Tutti impegnati su altre notizie... Sono cose che fanno riflettere, no?
2. Innse: un anticipo dell’autunno che verrà., 13 agosto 2009, 17:18, di Enrico Biso
Per Luisa , ti/ci chiedi il perchè dei pochi interventi sul caso Innse e provo nel mio piccolo a darti una risposta che senza la pretesa di essere esaustiva, credo che abbia lo stesso molto senso. Sono ormai decenni che il sindacato concertativo e la sinistra governista vecchia e nuova hanno abbandonato il lavoro politico e sociale di classe. Se il mondo del lavoro dovesse aspettarsi sostegno dai soggetti descritti precedentemente, beh si passerebbe di sconfitta in sconfitta. Nei circoli politici si parla di elezioni,giunte,posti e poltrone, come candidare un professionista o un imprenditore per avere più voti, tutto e di tutto quello che alla classe non serve ,meno che di fabbriche lavoro,classe ,socialismo,soggetti collettivi, autorganizzazione, sindacato di classe,come puoi ben capire la situazione odierna non è data dalle nuvole. Ecco il perchè la situazione della Innse è foriera di insegnamenti,ecco perchè anche se è vero che anche su questo ottimo sito ci sono pochi interventi, non dobbiamo scoraggiarci. Del resto è vero anche che interventi come il mio girano a decine sul web. la Innse può far scuola di militanza anticapitalista, può suggerire riflessioni per l’autorganizzazione, rimotivare chi cerca di trovare un percorso di classe ma ha difficoltà ad individuarlo, a rimettersi in gioco, a ridonare il proprio poco tempo libero per qualcosa di cui valga la pena. Dobbiamo saper tenacemente invertire lo sfacelo causato da carrieristi, opportunisti ecc.ecc. Tempi non facili, insomma ,ma qualcosa,si muove e a suggello di questa mia affermazione ti posto la lezione che gli studenti per la Innse dicono di aver imparato dopo mesi passati a solidarizzare con la lotta dei lavoratori. Buona lettura. Enrico Innocenti, Breda, Falck, Magneti Marelli, Pirelli, Alfa Romeo, O.M.,Sit-Siemens, Borletti…Ci fermiamo qui, ma l’elenco potrebbe andare avanti a lungo!Questa era la Milano delle fabbriche e degli operai. Una Milano rude, ma solidale. Una città di conflitti durissimi, ma capace di progettualità. Una metropoli aperta e vitale...e non livida, impaurita e rinchiusa in se stessa come oggi. Allora gli immigrati erano i “terun”. Oggi sono stati rimpiazzati da altri, ma la storia è sempre la stessa. Facili capri espiatori da additare per tutti i mali perché i veri responsabili continuino a farla franca. Ma poi si sa… E’ arrivata la ristrutturazione industriale di fine anni’70 ed i padroni hanno deciso di farla finita con quei “rompicoglioni” delle tute blu. Lentamente, una dopo l’altra, le fabbriche hanno chiuso. Soppiantate da centri commerciali, call-center, atelier di moda e tanti altri elementi della famosa “produzione immateriale”. Gli operai sono stati spezzati nella loro unità e sono scomparsi dalla scena politica. Ovviamente, non hanno cessato di esistere, visto che di fabbriche, specialmente in Lombardia, ce ne sono ancora tantissime. Semplicemente non si parla più di loro. Se non quando muoiono in massa alla Thyssenkrupp di Torino o quando qualcuno di loro viene arrestato con fantasiose imputazioni da anni ’70. Il mondo del lavoro è scomparso dal dibattito pubblico, come se la gente per vivere, avesse trovato modi diversi dal lavoro!
Ma… Ma c’è un ma…
Là dove c’era l’Innocenti con i sui 4.500 operai, tra speculazione edilizia, ponti della tangenziale, enormi capannoni abbandonati c’è una spettacolare realtà produttiva che ancora resiste. Si tratta della Innse-Presse di Via Rubattino 81. Un azienda metalmeccanica di qualità, capace di produrre elementi del razzo Arianne del Progetto Spaziale Europeo e tristemente ridotta all’osso dall’ignavia dei vari padroni che si sono succeduti negli anni. Già… I padroni italiani… Grandi specialisti della privatizzazione degli utili e della socializzazione delle perdite. Gente priva di qualsiasi idea, pronta a puntare solo su appetitosi progetti edilizi (Pirelli Real Estate insegna) e su ardite operazioni finanziarie. Che tanto poi a pagare son sempre gli altri! Personaggi come Genta… Della serie “prendi i soldi e scappa”. Un imprenditore (?) patrocinato dalla Lega Nord e dall’ex-Ministro Castelli (ma la Lega non era il nuovo partito degli operai?). Uno che ha comprato una fabbrica per 700.000 euro e dopo due anni ha pensato di fare come tanti altri chiudendo la fabbrica, mandando a casa i lavoratori, licenziandoli con un telegramma, rivendendo i macchinari e speculando sui terreni. Sembrava un gioco da ragazzi e invece gli è andata male! Perché è incappato nei magici 50 poi purtroppo divenuti 49 dell’Innse… 16 mesi fa davanti a quei cancelli eravamo davvero pochissimi, il sindacato completamente assente, e poca la capacità di comunicare con il resto della città. Di settimana in settimana la solidarietà cresceva e la gente circolava, davvero pesante l’assenza di partiti, sindacati e istituzioni. Volantini, iniziative, presidi, cene, magliette spille, tutte quelle cose che si fanno per una campagna di difesa di un posto di lavoro. In brevissimo tempo arriva Febbraio e le notizie non promettono bene. Siamo nel mezzo del periodo infuocato successivo allo sgombero di Conchetta che vedrà sfilare a Milano due cortei da 10.000 persone e la rioccupazione del centro sociale. Genta vuole entrare, prendersi le sue macchine e iniziare a smantellare l’officina. Iniziano i famosi 3 giorni di Febbraio, nella notte del 10 vengono alzate delle barricate, alcune vengono infuocate per scaldarsi ma sopratutto per dare un segnale alla Questura. In università l’Onda sta scendendo, ma abbiamo bisogno di rilanciare: bisogna essere in tanti e sopratutto bisogna bloccare Genta e la Polizia. La mattina del 10 Febbraio alla 4 e 30 davanti ai cancelli della Innse siamo 300, il gruppo più numeroso, dopo gli operai, è quello degli studenti, oltre un centinaio. Quella mattina in maniera coordinata Genta venne bloccato, dopo diverse cariche e spostamenti improvvisi e tentativi di sfondare il cordone della Polizia, Genta viene bloccato e se ne torna a Torino con i suoi camion vuoti. Da lì inizia un periodo di riorganizzazione: “La prossima volta verranno più determinati i poliziotti” si dice al presidio. Fino a Giugno accadono un paio di scaramucce causate da Genta, che con iniziative personali si presentava ai cancelli con i suoi gorilla ma veniva sempre respinto. Noi continuiamo le riunioni del coordinamento per la Innse e le iniziative di solidarietà. Verso i primi di Luglio arriva la notizia che Genta vuole entrare di nuovo, così ci organizziamo per resistere un’altra volta. A fine Luglio il sindacato fa sapere che si può andare in vacanza, la regione assicura che non succederà niente. Il 2 Agosto si presentano le “Forze dell’ordine”. Sono decisi a proteggere lo smantellamento dell’officina, sgomberano il presidio permanente e occupano tutti gli ingressi. Non fanno i conti però troppo bene: quella fabbrica ha mille accessi e gli operai ci lavorano da oltre 30 anni. Nei 16 mesi di presidio permanente erano stati studiati più piano antisgombero, e così come per magia 4 operai accompagnati da un dirigente sindacale riescono a salire sulla gru del carroponte e bloccare i lavori. Da lì è storia dei nostri giorni: il presidio permanente sotto il sole di Via Rubattino, le scaramucce ai cancelli, le manganellate sulla Tangenziale Est, i presidi in Prefettura che poi si spostano lungo le vie della città accaldata, le mille voci, gli sbirri accaniti e quelli che si vergognano di quel che stan facendo. E poi la trattativa con le sue fasi di stasi e le brusche accelerazioni. Fino al brivido di ieri sera: “Hanno firmato!!”. I cinque che scendono e, riemergendo dal buio, compaiono ai cancelli festeggiati come astronauti di ritorno dal viaggio sulla Luna. Gli slogan, le torce, i compagni che si riprendono il presidio, l’enorme striscione “Hic sunt leones”, gli sbirri che abbassano lo sguardo e circospetti alzano i tacchi per andarsene.
Una vittoria insomma.
Parziale e non definitiva. Ma pur sempre una vittoria. Contro l’arroganza della speculazione, della finanza e del dio denaro.
Per la dignità.
…Ed è proprio vero che a vincere ci si prende gusto!
http://corsari-milano.noblogs.org/
studenti.per.la.innse@gmail.com
3. Innse: un anticipo dell’autunno che verrà., 14 agosto 2009, 02:33, di MICH
VIVA I 5 DELLA INNSE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
1. Innse: un anticipo dell’autunno che verrà., 17 agosto 2009, 06:55, di pietro ancona
la lotta all’innse
questa lotta ha messo in luce la solitudine dei lavoratori. I potenti sindacati
confederali si sono tenuti a distanza. La fiom non fa testo: é isolata con e come
i lavoratori.
Il velenoso Angeletti ha fatto una provocazione: ha chiesto l’autogestione
operaia. Un operaio gli ha risposto: noi siamo prestatori d’opera non abbiamo la
competenza per gestire uina azienda. Risposta vera e veritiera che mette a nudo
la natura provocatoria ed antioperaia della Uil.
Il Don Abbondio della CGIL, l’ineffabile Epifani, a lotta conclusa si è
preoccupato SOLTANTO di fare sapere alla sua amica Marcegaglia che la lotta
dell’INNSE era DIVERSA da quella dei francesi. Noi siamo buoni e inoffensivi,
pacifici e non violenti.......... Non so se ha detto queste parole in piedi o in
ginocchio. Bonanni della Cisl disprezza talmente le lotte che
non ne parla neppure......
I lavoratori all’INNSE hanno perso. Sono stati lasciati soli dalla possente
Triplice ora quadruplice. Se hanno salvato il posto è stato per un concorso
particolare di circostanze compreso un impegno dei massmedia che non si ripeterà
per alre situazioni.
Dieci milioni di iscritti alle Confederazioni che non contano niente nè dentro
nè fuori delle loro Confederazioni.
2. Innse: un anticipo dell’autunno che verrà., 17 agosto 2009, 12:25, di Enrico Biso
Caro Pietro, pur concordando con te nel ritenere i sindacati confederali (con l’aggiunta ormai costante dell’ugl) ormai inutili per la difesa dei diritti dei lavoratori, mi trovo in disaccordo nell’analisi pessimista della lotta alla Innse. La Fiom ha dovuto seguire l’iniziativa, l’alzarsi del livello di lotta e questo non posso non considerarlo positivo,perchè non scontato,non dato come assoluto. Perchè non leggerlo come un buon segnale? Perchè la Fiom è isolata? Chi sta con i lavoratori non può che essere isolato, e non a caso. E poi il concorso particolare di circostanze, come tu osservi, che ha portato al positivo risultato di salvaguardare i posti di lavoro, non è dato da una ottima autorganizzazione, da una estesa solidarietà, e in ultimo anche dalla capacità di ricercare forme nuove di lotta per,come si dice in gergo, bucare il video? Se non si ripeterà in nuove situazioni, come tu affermi, vuol dire che la lezione Innse non sarà stata assimilata, ma io non lo darei certo per scontato,anzi,,,, Certo le masse lavoratrici sono ostaggio odierno di svendite chiamate concertazioni, ma hanno avuto la riprova che prendendo nelle loro mani il conflitto la situazione ormai data per persa,si può tramutare in una vittoria. Servono nuove strade per evitare di pagare una crisi economica che il padronato e i suoi lacchè usano come grimaldello. La storia della lotta alla Innse è un buon esempio e scusami ma al contrario di quello che scrivi, ha portato ad una esaltante vittoria, parziale come tutte le lotte di fase, ma innegabilmente positiva. La sconfitta questa volta è dell’avversario di classe e speriamo che sia la prima, di molte altre, segno evidente che la lezione Innse sarà stata assimilata in maniera estesa. Il che non mi sembra poca cosa in cotanto odierno panorama. Con l’occasione ti invio il mio saluto.