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Intervista a Franco Turigliatto / “La sinistra? Minaccia, ma non fa nulla“
Publie le martedì 18 dicembre 2007 par Open-Publishingdi Michela Giachetta
Ha un giudizio “complessivamente negativo” sia del “personaggio”, sia del governo, il senatore di Sinistra critica, Franco Turigliatto. Il personaggio di cui parla è il generale Roberto Speciale, il cui caso ha provocato non poco malessere all’interno della maggioranza. “Questo è innegabile”, dice Turigliatto, anche se poi puntualizza: “Ma io sono fuori dalla maggioranza”, visto che è stato cacciato dal Prc in occasione del voto sulla guerra in Afghanistan che ha provocato la crisi del governo in carica. Ciò chiarito, rimane il fatto che i suoi colleghi di banco fino a qualche tempo fa, li conosce molto bene e non risparmia critiche a nessuno. Soprattutto al suo ex partito.
Onorevole, crede che Rifondazione potrebbe usare il caso Speciale come strumento di pressione nei confronti del governo in sede di verifica, chiedendo le dimissioni del ministro dell’Economia, cosa che si vocifera da più parti?
Ritengo improbabile la richiesta di dimissioni. Anche perché la messa in discussione di Padoa-Schioppa sarebbe stata necessaria per la passata, ma anche per l’attuale Finanziaria. Con entrambe si è dato tanti soldi alle aziende, alle banche e alle assicurazioni, negando, ad esempio, la restituzione del fiscal drag ai lavoratori.
Ma il ministro è ancora al suo posto...
La sinistra radicale minaccia, minaccia, ma poi non fa nulla. Per questo penso non abbia le carte in regola necessarie per chiedere le dimissioni. In particolare Rifondazione ha proposto cose, ne ha criticate molte, ma poi ha chinato il capo. La situazione attuale poi è veramente ridicola: mentre si chiede la verifica, si vota la Finanziaria e il welfare, che contengono provvedimenti socio economici, come la legge Maroni sulla precarietà.
Quindi non pensa che la sinistra a gennaio, quando ci sarà una verifica, metterà in discussione tutto l’operato del governo?
Fra gli esponenti del centrosinistra si dice: “A gennaio chiuderemo le stalle”, ma il problema è che a dicembre non è uscita solo qualche vacca. Con l’approvazione della finanziaria e del welfare è uscita un’intera mandria. Per questo credo che la verifica sarà solo sulla legge elettorale.
Esiste un problema di credibilità della sinistra radicale, considerando che minaccia minaccia, ma poi non fa nulla?
Certo che esiste. Dentro la maggioranza ho sentito tante discussioni sul dopo Prodi, ma alla fine chi critica da una parte vuole rimanere seduto dov’è, da un’altra non se la sentono di uscire allo scoperto, per non apparire davanti ai cittadini, come i killer di Prodi, che comunque anche sul caso Speciale ha le sue colpe.
Di che colpe parla?
L’esecutivo ha agito in maniera poco efficace e molto confusa, con approssimazione, in questa, come in altre vicende.
A quali si riferisce?
Al caso Rai, ad esempio, ma anche al pesante intervento del governo in occasione del welfare, dopo che la Camera aveva cambiato alcuni passaggi del testo. Questa legislatura conferma una tendenza fortemente presente nel governo Berlusconi, quella della predominanza totale dell’esecutivo sul potere legislativo. Il Parlamento è sempre di più camera di registrazione del governo.
Pensa che la maggioranza abbia il potere di fare qualcosa, per modificare la situazione?
Io non faccio più parte della maggioranza. Sono all’opposizione. A sinistra, ma sempre opposizione è.