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Intervista a: Leonardo Boff. «Una porta chiusa contro le chiese locali»

Publie le sabato 23 aprile 2005 par Open-Publishing

Intervista a cura di Maurizio Chierici

PETROPOLIS (Brasile) La delusione non appartiene alla teologia della speranza che nell’altra America diventa liberazione, ma Leonardo Boff accoglie il nome di Ratzinger con una certa malinconia. Non la nasconde. «La cultura di questo Papa non riconosce quella chiesa che il Concilio Vaticano II ha risvegliato nelle realtà locali attraverso le reti delle comunità di base la cui opera è ormai insostituibile nel continente dove mancano migliaia di sacerdoti... »

Era il fiscalismo della spiritualità del cardinale guardiano della tradizione. Il papa Ratzinger può essere diverso...

«È la speranza, ma una speranza debole: immagino sia coerente col passato e col discorso che ha preceduto il Conclave. Non ama il mondo di quei cattolici che vogliono una chiesa aperta e non bastione isolato immiserendo il dialogo e spegnendo le generosità. Temo che la scelta prolungherà la crisi di cui la chiesa soffre nel mondo di chi soffre. Siamo un continente di poveri che la chiesa vuole aiutare, ma dall’alto. Centralizzare è il contrario del dialogare, quindi capire e reinventarsi socialmente restando fedeli alla dottrina».

Nelle biografie di questi giorni se ne è rivangato il passato. Una giovinezza che ha subito il nazismo, realtà dura che ne ha forgiato l’intransigenza...

«Non è questo il problema. Solo inutili curiosità. Il passato non conta, è il futuro della chiesa che preoccupa. Speravo in un pontefice pastore e non dottore, ed è successo il contrario. Speravo che il Papa decentralizzasse i poteri della curia romana ed è stato eletto il cardinale che teorizzava il centralismo nel timore di un “relativismo” che considera anticamera del materialismo».

Quando Leonardo Boff è stato «processato», le domande di Ratzinger ripercorrevano il timore di queste deviazioni. Lunghi colloqui, nessuna tenerezza. E con Boff non sono teneri vescovi e teologi che in America Latina seguono altre strade. La felicità dei pastori Opus Dei risplende in ogni Tv. Monsignor Lorenzo Abacete di Comunione e Liberazione accoglie come una grazia del cielo il Ratzinger papa. E il vescovo Eduardo Castro mostra una reliquia alle telecamere della televisione Globo: la sua foto fra Giovanni Paolo II e il cardinale che me ha preso il posto.
Boff non condivide l’entusiasmo:

«Non ne capisco la preoccupazione: è un atteggiamento provinciale che non libera nessuno e allarga le diffidenze. Ho simpatia per l’idealismo di Boff, ma trovo ingiustificati i suoi timori». Non vogliono parlare i vescovi Pedro Casaldaliga e Tomas Balduino. Il cardinale Arns fa sapere da chi ne assiste la convalescenza: «Ho sempre detto che lo spirito santo trascura l’America Latina».

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