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“Io di sinistra ho partecipato agli scontri”

Publie le giovedì 15 novembre 2007 par Open-Publishing
18 commenti

Fonte: il Manifesto 14.11.07

“Ma quale terrorismo. Il problema vero è che si giudica senza conoscere le cose.
Gli ultras non hanno nessun progetto politico”.

Mauro Lenzi (così lo chiameremo per evitargli problemi), frequentatore della curva sud romanista da 15 anni, “prima bazzicavo la vetrata del gruppo Fedayn ora invece sono un cane sciolto, un libero viaggiatore”, della sua Roma ha fatto una ragione di vita.

Il curriculum calcistico parla per lui: abbonato da sempre, autore di centinaia di scontri anche pesanti con forze dell’ordine e tifoserie avversarie ( “Mi scateno soprattutto nei derby, anche se in quello del “bambino morto” stavo a fianco a loro a confrontarmi con le guardie”).

Ovviamente non si poteva perdere il caos successo domenica sera, anche se ad un certo punto è stato costretto ad abbandonare la guerriglia degli ultras perché temeva di “essere riconosciuto da qualche fascista”.

Infatti in una curva di idee fascistoidi, lui dal punto di vista politico è dall’altra sponda, si dichiara “apertamente di sinistra”.

Lo abbiamo incontrato per fare un punto su tutto il polverone scoppiato dopo la morte di Gabriele Sandri ucciso da un agente di polizia.

Partiamo dai disordini di domenica scoppiati fuori dallo stadio Olimpico.

Già alle 12 in tutto l’ambiente ultras era chiaro cosa fosse successo in quell’autogrill.

Così nella capitale è stato subito convocato dai gruppi di Roma e Lazio, insieme, un appuntamento sotto la curva Nord per fare gli scontri. L’obiettivo era quello di impedire lo svolgimento della partita, così come hanno fatto atalantini e milanisti a Bergamo.

Alla fine la partita è stata sospesa, ma la decisione è stata presa dal Prefetto tardivamente, solo alle 18. E l’orario è un dato rilevante per capire la dinamica dei fatti e soprattutto i numeri.

Infatti a quell’ora già c’erano singoli tifosi presso lo stadio e in quel clima di tensione e rabbia i gruppi organizzati non hanno faticato a coinvolgerli negli scontri. L’indignazione per i fatti della giornata era troppa. Solo così si spiegano le 500 persone presenti nel corteo partito dalla Nord.

Inoltre bisogna dire che la polizia è scomparsa, c’è stata una non gestione della piazza.
A presidiare la zona sono rimasti solo i vigili urbani che infatti sono rimasti coinvolti negli scontri, facendosi male.

E’ vero che la gestione era in mano all’estrema destra?Lo dice il capo della polizia Manganelli che parla di infiltrazione di questi gruppi negli stadi.

Assolutamente no. Il problema è che si parla senza conoscere la composizione della curva, come funziona, chi comanda, quali logiche animano l’ultras.

Domenica sera la gestione è stata fatta da gruppi non direttamente riconducibili ad un partito.

Ad esempio Fiamma Tricolore prova da tempo ad utilizzare la curva come serbatoio di voti e di militanti. Ha anche un suo gruppo in Sud che si chiama Padroni di Casa. Ma non ha raccolto un bel nulla, non ottenendo nemmeno una posizione egemonica al suo interno.

Il movimento ultras sta fuori da quelle dinamiche partitiche, così come i ragazzi che vanno allo stadio sono disinteressati dalle campagne istituzionali. Detto questo, è evidente che il tifo organizzato della Sud è quasi tutto ispirato da una cultura che ha fatto della prepotenza, dell’arroganza e, più in generale, dell’odio verso l’altro il proprio carattere distintivo. E forse è un fatto ancora più grave. Perché sono cani sciolti antipolitici che agiscono in modo spontaneo, in un humus fascistoide.

Come il caso di Renato Biagetti, ragazzo di sinistra, ucciso da un giovane animato da questi valori ma non riconducibile a una sigla politica dell’estrema destra.
La curva è una spugna della società: se nei quartieri, non solo periferici, si respira un clima fascista, nello stadio ciò si manifesta.

Non c’è disagio per uno di sinistra ad andare a fare gli scontri con gente così?
Quello che accomuna tutti i tifosi non è l’ideale politico ma il senso di gruppo, di comunità. Poi in quest ultimo caso quello che ha fatto da collante è l’odio contro ogni forma di istituzione, rea di reprimere i tifosi.

Domenica è uno spartiacque: se prima, causa la dura repressione, lo scontro tra forze dell’ordine e ultras era alto, adesso è arrivato veramente all’apice. Dopo l’omicidio di Gabriele si sta compattando il fronte contro il nemico comune.

Amato non capisce che la repressione fa solo che aumentare gli scontri e alimentare la nostra arrabbiatura.

Messaggi

  • questo cosiddetto Lenzi è veramente un pirla ; del suo essere di sinistra io non so che farmene ,e posso solo augurargli, dopo un ricco esame di coscienza , di ritirarsi in un convento : suggerirei i cistercensi , fortemente legati all’obbligo del silenzio, onde possa smettere di dire cialtronate .

    Buster Brown

    • Questo cosiddetto Buster Brown è veramente un pirla ; del suo essere di sinistra io non so che farmene ,e posso solo augurargli, dopo un ricco esame di coscienza , di ritirarsi in un convento : suggerirei i cistercensi , fortemente legati all’obbligo del silenzio, onde possa smettere di dire cialtronate .

      A meno che non si vogliano intendere come "sinistra" i Veltroni e i D’Alema e gli annessi Consorte ecc. ecc. ecc.

      Ma allora in quel caso sarei io a non essere più di sinistra .....

      R.

    • In questi giorni si è verificato un caso strano: per la prima volta nella mia vita ho trovato simpatici gli ultras.

      Mi scoccia francamente, che debbano prendersela con automobili e scooter di gente che non c’entra niente, ma ancor di più mi scoccia il clima di plumbea omertà intorno ad una polizia che arruola e mantiene tra i suoi ranghi dei poco di buono a cui non sembra vero di poter tirare fuori la pistola e ripetere le scene viste la sera prima in televisione: a ciò conduce anche l’impunità che è stata loro sostanzialmente garantita a Genova, nonché latteggiamento attuale di Amato e Manganelli. Gli ultras si sono ribellati a questo.

      L’ineffabile Gianfranco Fini, che si è buttato come uno sciacallo sulla storia di Tor di Quinto, in questi giorni è scomparso dalla circolazione, visto che da una parte c’è la sua adorata polizia e dall’altra il nocciolo duro del suo elettorato romano: speriamo che la gente della curva smetta di essere plebaglia sottoproletaria al servizio di questi demagoghi, e capisca che giochi si fanno sulla sua pelle. Sarebbe ora.

      Gianluca
      http://achtungbanditen.splinder.com/

    • Debbo dedurre che R.è uoi di sinistra che abbia "partecipato agli scontri ", oppure sia un ultrasssssss... ; cioè , una vita per il pallone e la guerra di ganga contro i tifosi del Pergocrema e perchè no anche dell’Alessandria . e poi tutti insieme contro la polizia e Sky per occupare il nostro territorio cioè le curve e l’antistadio . Perchè c’ho dentro la violenza e vivaddio la curva è la dove io esplodo con il mio furore rivoluzionario.
      Debbo dedurre di conseguenza che anche R. è un pistola e il fatto che si definisca di sinistra mi lascia perplesso : ma sai caro R. ognuno può definirsi come vuole , in fondo la sinistra è la parte opposta della destra , i mancini usano la sinsitra e a sinistra c’è il cuore . E quindi c’è posto anche per un pistola che crede di essere di sinistra .
      senza alcuna stima

      Buster Brown

  • Anch’io vorrei capire in che modo e in che misura i comportamenti e gli atteggiamenti del Sig. “Lenzi” siano riconducibili non dico ad un’ideologia vagamente di sinistra ( che sarebbe già molto !! ), ma almeno a qualche slogan sinistroide o allo stereotipo del militante di estrema sinistra !!!

    Niente, assolutamente niente ! ! Solo discorsi ed affermazioni allucinate e demenziali da sub-cultura metropolitana di infimo ordine in cui si teorizza e si mitizza un’appartenenza "Ultras" , che si autoproclama apolitica e apartitica e che invece diventa , non si sa quanto inconsapevolmente, strumento di disegni politici, viceversa molto consapevoli e chiarissimi nei loro obiettivi.

    Questo rifarsi e sfruttare le sub-culture, i falsi miti e il ribellismo da stadio di molti giovani, sostanzialmente ignoranti e spesso imbevuti solo di alcool e droga, è sempre stato tipico dei regimi di estrema destra, autoritari e dispotici.

    Il fascismo cavalcò abilmente il malcontento giovanile e il revanscismo dei giovani reduci, alimentando con la sua mistica e la sua propaganda lo spirito militarista, la retorica patriottarda e
    il mito dell’ordine e della disciplina.

    Dove tutto questo poi portò è ben noto ed anche oggi è ben chiaro che chi appoggia e favorisce lo squadrismo di queste bande di teppisti e pregiudicati non si pone certamente per obiettivo affermare i diritti e sostenere le rivendicazioni dei più poveri e dei più svantaggiati, ma solo quello di strumentalizzarne la vocazione alla violenza ed alla pseudo-eversione per finalità viceversa conservatrici e di mantenimento dello status quo.

    Illudersi di riuscire a fare la rivoluzione con gli "ultras" da stadio o anche solo esaltarne le gesta può essere veramente pericoloso.

    MaxVinella

    • Illudersi di riuscire a fare la rivoluzione con gli "ultras" da stadio o anche solo esaltarne le gesta può essere veramente pericoloso.

      MaxVinella
      = = =

      Caro Max,

      scusami tanto, ma vedo in queste parole la dimostrazione abbastanza irritante di paternalismo tipica di chi crede che da qualche parte esista il verbo rivoluzionario, da un’altra parte qualche evoluta avanguardia intellettuale che lo ha capito alla perfezione, e che "fare la rivoluzione" sia una faccenda di guidare gruppuscoli e formazioni sociali da giudicare in base alla loro rispondenza agli schemi dell’avanguardia. Insomma, un gioco da ragazzi a misura di professore.

      C’è un saggio di Franco Fortini sull’episodio dell’assalto al Forno delle Grucce, dei Promessi Sposi manzoniani, in cui si sostiene che l’intera vicenda viene raccontata con un forte senso di inquietudine latente nell’intellettuale appartenente ad un elite sociale (per quanto illuminata) allo spettacolo di questa "plebe" che a un certo punto, senza la saggia guida di qualche collega di Manzoni, decide di scatenarsi e ribellarsi all’autorità. Non è che saccheggiando un forno si risolvesse il problema della carestia (mancava cioè il "progetto politico"), e di fatto poi Ferrer alla fine se li rigira tutti ("Adelante con juicio"), ma la questione è se di fronte alla ribellione l’atteggiamento del rivoluzionario è sforzarsi di comprendere le energie che la muovono e simpatizzare con queste ricercando una sintonia, o limitarsi a scuotere malinconicamente il capo come il cattolico liberale Alessandro Manzoni, che credeva che la risoluzione della questione sociale fosse una faccenda di popolo cristianamente mansueto in combinazione di illuminati gruppi dirigenti che, con calma e senza sconvolgimenti, avrebbero provveduto al suo bene e alla sua prosperità. Appena un passo al di là di questo ci sono quelli che la Rivoluzione vorrebbero farla con la "legalità", i magistrati ed esigendo il certificato del casellario giudiziario per l’eleggibilità in parlamento. Un altro passettino ancora e si trovano i post come i tuoi, che collocano i fenomeni sociali tra "cultura" e "subcultura", in base ai decreti della saggezza rivoluzionaria di cui ci si crede depositari.

      Quali sono le vie della presa di coscienza politica? Attraverso quali esperienze si diventa "rivoluzionari" (o ci si adatta alle etichette che altri hanno dato al concetto di Rivoluzione)? Io non lo so, ma quando il manifestarsi della ribellione, anche nel suo carattere anarchico e indisciplinato, suscita solo contrarietà e inquietudine in chi parla di Rivoluzione io vedo solo la sopravvivenza di qualche tipo di togliattismo mascherato che, chiusa la parentesi resistenziale, comincia con il voto a favore dei patti lateranensi e finisce con Walter Veltroni: il dubbio è solo a che punto del gradiente tra i due estremi ci si pone.

      E’ puerile chiedersi se gli ultras sono rivoluzionari o no, si scopre l’acqua calda a dire che non lo sono. Ma ancora meno rivoluzionario di questo c’è la pretesa che lo diventeranno quando reciteranno le formule di qualche breviario che soddisfi i gusti di qualcuno che ha già capito tutto e incasella a colpo sicuro nelle sue categorie ideologiche ogni fenomeno sociale.

      Gianluca

      http://achtungbanditen.splinder.com/

    • Caro Gianluca, io credo che non si possano cavalcare indistintamente ed acriticamente tutte le forme di protesta in nome e per conto di un anarchismo, che molto spesso è solo la maschera per portare avanti forme di pseudo-eversione fascistoidi se non proprio fasciste in senso storico.

      Sai meglio di me che, con la sola eccezione della curva livornese, tutte le altre curve delle maggiori squadre italiane sono egemonizzate dall’estrema destra, che le usa come massa di manovra per i propri disegni politici e per autofinanziarsi ricattando le società calcistiche.

      E’ altrettanto vero che talvolta l’esigenza di subordinare tutto all’esistenza di un "progetto politico" strutturato e ad un pragmatismo di tipo "togliattiano" , può far degenerare l’azione politica sino a trasformarsi in un qualcosa che somiglia molto al "veltronismo" e cioè ad un progetto politico che niente a più a che spartire con la sinistra ed i suoi valori portanti.

      Ma da qui a sposare ogni e qualsiasi atteggiamente vagamente ribellistico e piazzaiolo, con corredo di molotov e sampietrini indirizzati alla Polizia, ce ne corre e forse è opportuno riflettere un momento e non lasciarsi travolgere dall’emotività e da nostalgie vetero-rivoluzionarie.

      Io sono un "pasoliniano" della prima ora e quello che PierPaolo scrisse sui fatti di "Villa Giulia" costituiscono per me ancora un punto di riferimento irrinunciabile.

      MaxVinella

    • Max //"Io sono un "pasoliniano" della prima ora e quello che PierPaolo scrisse sui fatti di "Villa Giulia" costituiscono per me ancora un punto di riferimento irrinunciabile"//

      Io invece detesto Pasolini, per un milione di ragioni, e sono contento che sia a destra che a sinistra la sua "fama" sia rimasta legata ad una brutta e goffa poesia (giudicata come tale e rinnegata da lui stesso, in base a una testimonianza di Adriano Sofri raccolta ai tempi in cui dirigeva Lotta Continua). Mi chiedo in che misura l’Inno al Celerino, tra le tante furbate che hanno costellato la sua carriera (come ad esempio scegliere una come Maria Callas come protagonista di Medea), non gli abbia spianato la strada per le insulsaggini che alla fine della sua vita ha scritto sulla prima pagina Corriere della Sera (quando gli Americani radevano al suolo la Cambogia e lui scriveva delle lucciole; Brecht gli avrebbe sputato in faccia).

      Ora, probabilmente avrebbe dato anche lui addosso agli ultras romani, dato che non soddisfacevano più il suo ideale di borgataro cencioso e analfabeta che gli piaceva così tanto.

      Le violenze di domenica sera, quando le autorità ancora non avevano avuto la decenza di dire che il poliziotto aveva sparato ad altezza d’uomo (benché lo sapessero molto bene), sono l’equivalente (a un livello più plebeo e apolitico, come è naturale) della reazione a Genova nel 2001 dopo il gratuito e gangsteristico attacco dei carabinieri al corteo che sfilava in via Tolemaide (con l’uccisione cinque minuti dopo di Carlo Giuliani a Piazza Alimonda).

      In attesa della "Rivoluzione" si può decidere di concentrarcisi su questo o sull’Inno al Celerino di Pasolini.

      Gianluca

      http://achtungbanditen.splinder.com/

    • Debbo parlare a nome di R.che conosco bene (anche lui è costretto ad usare l’iniziale in quanto come me censurato nel suo nick da BellaCiao) e che usa il pc solo in ufficio.

      R. è napoletano, circa 50 anni, lavora in una banca come il sottoscritto, una vita nel Pci ed adesso su posizioni marxiste-leniniste e sindacalista della Falcri come me, insomma quanto di più lontano dal mondo ultras e giovanile.

      Ma credo anche attento e capace di comprendere i femomeni di massa, le contraddizioni sociali delle immense banlieues della periferia delle nostre metropoli ( e credo che Napoli sia da questo punto di vista un’osservatorio privilegiato).

      Ma oltre ad R. conosco molto bene anche Lorenzo Sturiale, 32 anni, compagno storico delle lotte nel quartiere proletario romano di Primavalle, attualmente ospite dell’ Hotel Regina Coeli e con quindici punti di sutura alla testa, arrestato domenica negli scontri con la polizia a Ponte Milvio.

      E soprattutto conosco da quasi 40 anni ( sono più vecchio dello stesso R.), per motivi politici o anche soltanto per vivere in un quartiere come Primavalle, la polizia italiana, anche quella cosiddetta "democratica" ( remember Giorgiana Masi, Mario Salvi ecc. ecc. ?) e per principio io sto dalla parte opposta ....

      E comunque basta aver visto qualche filmato di Genova 2001 ieri sera ad Anno Zero fer farsi un’idea ...

      Credo poi in ogni caso che lasciare gli stadi ed anche le periferie metropolitane, come di fatto sta avvenendo, alla destra sia una cazzata madornale.

      Certo, se poi effettivamente la presunta logica "di sinistra" di qualcuno si ferma alla necessità di sopravvivenza del governo Prodi o al "facci sognare" di D’Alema a Consorte, è ovvio che le periferie non gli interessano.

      Ma allora appunto non chiamiamola più sinistra.

      K.

    • COMUNICATO STAMPA

      Lorenzo e Claudio incensurati ma in galera

      Dichiarazione di Adriana Spera capogruppo al Comune di Roma
      del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea –

      E’ assurdo che due degli arrestati domenica sera durante i gravi incidenti seguiti alla notizia del tifoso morto in mattinata, siano in carcere anziché ai domiciliari, visto che tutti e due sono incensurati. Per uno poi, a cui viene contestato il reato di terrorismo, le notizie che riguardano la sua salute sono drammatiche e fanno pensare, ricoverato al Pertini risulta diagnosticato un enfisema polmonare post traumatico.
      La gravissima accusa di terrorismo sembra eccessiva non appartenendo a nessuna associazione sovversiva, non si tratta di ragazzi violenti ma credo che si siano solo trovati in mezzo agli scontri mentre si recavano casualmente a vedere la partita, visto che non sono degli ultras ma militanti di sinistra, attivi nelle lotte popolari e nei movimenti, prima di tutto quello contro tutte le guerre.

      La Capogruppo PRC – SE
      On. Adriana Spera

    • Caro K. , la polizia e le forze dell’ordine più in generale usano sempre due pesi e due misure nell’azione repressiva : a Genova, dove si trovarono di fronte manifestanti per lo più pacifici e di sinistra, si scatenarono nei turpi e sanguinosi massacri che ben sappiamo, senza che nessuno dei responsabili sia stato minimamente sanzionato, a Roma invece hanno assistito quasi inermi ad assalti a caserme , incendi e devastazioni su vasta scala , lasciando che le squadracce fasciste degli ultras agissero indisturbate , debolmente contrastate solo da alcune pattuglie di vigili urbani.

      E’ evidente che che i "celerini" sono addestrati come veri e propri miliziani e indotti a considerare gli squadristi di estrema destra come utili stupidi e massa di manovra , utilizzabili come provocatori da infiltrare nelle curve degli stadi per scatenare violenze e scontri di piazza, che giustifichino poi leggi speciali e provvedimenti repressivi e liberticidi.

      Tutto questo appartiene al vecchio e tradizionale armamentario della destra fascista e meraviglia che ci sia ancora qualcuno che abbocchi all’amo, lasciandosi illudere circa la portata eversiva e potenzialmente rivoluzionaria delle azioni di questi mentecatti da curva sud .

      MaxVinella

    • Cazzate, Max, senza offesa.

      E’ evidente che domenica sera a Roma la polizia aveva ricevuto l’ordine, essendo oggettivamente "sotto botta" mediatica, di evitare il contatto diretto, anche se certo si aspettavano casini nei pressi dello stadio e non assalti a commissariati, caserme ed alla sede del CONI.

      Cosa che non ha impedito che ben 2 COMPAGNI ( su 4 complessivamente manifestanti arrestati)noti per la loro lunga esperienza di movimento e arrestati domenica sera a Roma, siano poi stati ferocemente pestati ed uno è tuttora in gravi condizioni all’ospedale.

      Credo poi che le "prove generali" per Genova 2001 ( ma non dimenticherei Napoli 2001 con ancora al governo il centrosinistra) siano state fatte proprio negli stadi ; il famigerato Reparto Celere guidato da Canterini, autore dei pestaggi alla Diaz, era infatti specializzato proprio nel servizio d’ordine pubblico negli stadi.

      Concordo sulla oggettiva imbecillità di buona parte degli ultras e sulla innegabile presenza al loro interno, soprattutto a Roma e Milano, di frange fascistoidi della peggiore specie.

      Rimane il fatto che questo non mi sembra un buon morivo per "regalare" politicamente un intero universo giovanile, in gran parte proletario o sottoproletario, a queste frange fascistoidi.

      Soprattutto partendo, come credo faccia il sottoscritto, il mio "comunismo"da una logica di materialità "di classe" e non da questioni filosofiche, ideologiche, politiciste o addiritture moralistiche in stile legaritario/girotondino.

      Ma questa purtroppo è una vecchia polemica .....

      K.

    • Caro K. , concordo con Te sul " il fatto che questo non mi sembra un buon morivo per "regalare" politicamente un intero universo giovanile, in gran parte proletario o sottoproletario, a queste frange fascistoidi" e che sia opportuno svolgere azione politica per cercare di recuperare alla sinistra e ai suoi valori almeno una parte di questo universo giovanile.

      Sulla questione "celerini" però anche Tu confermi sostanzialmente la mia impressione circa l’asimmetricità dell’azione repressiva della Polizia : su centinaia di ultras , guarda caso, ne hanno beccati solo quattro di cui due "compagni" ed un pregiudicato senza precisa collocazione politica !!

      Tutto questo non è stato certamente casuale, in quanto i "celerini" conoscono perfettamente per nome, cognome, indirizzo, appartenenza politica e gruppo sanguigno quelli che occupano le varie curve sud e che poi fanno casino dentro e fuori dagli stadi : quando poi c’è da arrestare qualcuno vanno a colpo sicuro e prendono quelli che gli interessa prendere !!

      MaxVinella

    • Ancora cazzate, Max, ancora senza offesa.

      I compagni, senza virgolette alcune, sono stati arrestati in due circostanze diversissime.

      Lorenzo a Ponte Milvio quando gli scontri non erano nemmeno cominciati, accusato soltanto di avere inveito contro i celerini, e massacrato di botte ( quindici punti di sutura alla testa).

      Corrado è stato invece arrestato, insieme agli altri due, tutti e due "lumpen" ed assolutamente non militanti di destra, nei pressi della caserma delle volanti assaltata e a tutti e tre è stata affibbiata anche l’ accusa di "terrorismo". E Corrado è attualmente ricoverato in ospedale per gravi conseguenze respiratorie dovute alla frattura delle costole seguita ad altro belluino pestaggio degli sbirri.

      La verità vera è che i "caporioni fascio/mafiosi" tanto della curva laziale quanto di quella (sicuramente più eterogenea e frastagliata) giallorossa agli scontri non c’erano proprio ......

      Ma questo dovrebbe cambiare l’intero giudizio politico su quella protesta spontanea e non diventare invece una scusa per buttare merda su tutto.

      E comunque non si recupera certo terreno politico nelle periferie con l’ "Inno al celerino" di pasoliniana memoria ....

      Su Pasolini la penso sicuramente in modo meno radicale e distruttivo di Gianluca e credo che anche quella poesia andrebbe innanzitutto letta tutta e soprattutto andrebbe contestualizzata all’ episodio specifico di Valle Giulia ed alle caratteristiche sicuramente particolari del primissimo 1968.

      Ma questo è tutto un altro discorso, già fatto altre volte anche su BellaCiao.

      Su quello che rappresenta oggi in temini politico/sociali la "truppa di stato" non ho dubbi : NAZISTI allo stato puro, anche quando, come il poliziotto/giustiziere dell’ autogrill, hanno in tasca la tessera della Cgil .....

      E pensando questo, sto sempre per principio con quelli dell’altra parte, chiunque siano .....

      K.

    • K:

      //Su Pasolini la penso sicuramente in modo meno radicale e distruttivo di Gianluca e credo che anche quella poesia andrebbe innanzitutto letta tutta e soprattutto andrebbe contestualizzata all’ episodio specifico di Valle Giulia ed alle caratteristiche sicuramente particolari del primissimo 1968.//

      Non voglio aprire la questione su Pasolini su cui in effetti la penso in modo assai negativo (soprattutto mettendo a confronto i suoi interventi politici degli anni 50 — secondo me straordinari — con quelli dei tre o quattro anni antecedenti alla morte, i più celebrati dall’intellettualume italiano, e quelli con cui Pasolini cercava di mettere un piede in tutte le staffe).

      Ma voglio fornire più dettagli sulla questione che ho già menzionato riguardante la testimonianza di Adriano Sofri, perché quando ne venni a conoscenza mi parve una questione assai grossa.

      Circa tre anni fa, in non ricordo quale trasmissione tv, Sofri disse che nel 72 o nel 73 ebbe un incontro privato con Pasolini, il quale gli disse che la poesia sui fatti di Valle Giulia era molto brutta e che non era affatto contento di come era stata accolta. Pasolini — teste Sofri... — diceva di ammirare molto il movimento del 68 ma che di fronte alla generale adulazione che il mondo della cultura italiana gli tributava aveva voluto fare una provocazione per far capire al movimento che il dialogo che lui desiderava doveva basarsi sull’onestà e la franchezza. Ma non voleva che si pensasse veramente che tra i celerini e i dimostranti lui stava dalla parte dei primi.

      Non so perchè Sofri, a distanza di tanto tempo, debba inventarsi una cosa del genere (anche se lo faccio capace di tutto). La rivelazione non è certo del tipo che fa piacere ad un’intellighenzia che ha esaltato negli anni questa intemerata reazionaria di Pasolini, e di cui Sofri oggi fa parte. Ma certe citazioni da riflesso condizionato su quella poesia non hanno più tanta ragione di essere, se Sofri ha detto la verità..

      Faccio ovviamente le mie riserve su un Pasolini che, volendo correggere le distorsioni interpretative che la destra mise subito in corso su quella poesia, ed avendo tutto lo spazio e le occasioni che voleva per farlo, si limitò a parlarne privatamente col direttore di Lotta Continua.

      Gianluca

      http://achtungbanditen.splinder.com/

    • Come già detto, non voglio riaprire un dibattito già fatto qua sopra in tempi andati.

      Pasolini aveva oggettivamente in somma antipatia tutto quello che era scattato negli anni sessanta a partire dai fenomeni beat, yeye, hippie che indubbiamente sono anche all’origine del 68 sia italiano che globale.

      Famosa la sua polemica un pò astrusa sui "capelli lunghi" che indubbiamente saranno, per i maschietti a vario titolo "ribelli", un tratto distintivo tanto degli anni sessanta che dei successivi più politicizzati settanta.

      In più, nel primissimo 68, PPP individuava, formalmente non a torto, il tratto oggettivamente piccolo e medio/borghese di quel movimento ... in verità non poteva essere diversamente visto che allora i figli dei proletari facevano al massimo i ragionieri o i geometri e quindi assai raramente andavano all’ università ..... e partendo da questa considerazione tutto sommato banale innescava una polemica del tutto astrusa su elementi di "omologazione" insiti nella "modernizzazione dei costumi, innescata dal beat prima e dal ’68 poi, che avrebbero corrotto i proletari delle periferie ed il mondo contadino che innegabilmente era poi il suo vero punto di riferimento.

      E’ chiaro che quando, nel 1969, la parte migliore dei "capelloni" e degli studenti del 1968 si riverseranno davanti alle fabbriche e nei quartieri popolari e certamente daranno un contributo notevole all’esplosione del 1969 operaio, molta parte della tesi un pò bislacca di PPP si scioglierà come neve al sole ...

      Ed indubbiamente Pasolini su questo fece autocritica ... arrivando a fare anche il direttore responsabile di Lotta Continua settimanale e girando, sempre per l’omonimo gruppo diretto da Sofri, un bellissimo documentario dal titolo "12 Dicembre" che partiva dai fatti di Piazza Fontana.

      E dello stesso periodo una poesia ben più pregnante di quella su Valle Giulia, quell’ "Io so" proprio sulle stragi di stato, che oggi si preferisce dimenticare.

      E’ indubbiamente vero che negli ultimi mesi di vita PPP, con gli "Scritti Corsari" pubblicati quotidianamente sul Corsera, in parte tornò alle sue tesi dei sessanta sulla presunta "omologazione" ma stavolta l’obiettivo non era più tanto la "modernizzazione" dei costumi quanto piuttosto il potere di "omologazione" dovuto allo strapotere dei media, in questo prevedendo in qualche modo la nefandezza del fenomeno berlusconiano che stava partendo proprio nello stesso periodo con le primissime tv private.

      Ma questa è tutta un’altra storia .....

    • mentre sono contentissimo che ci confronti su questo sito e finalmente si scriva , penso che K., che altre volte ho letto e che stimo come polemista fine ed acuto , sbagli. Senza perdere troppo tempo sul tema della violenza , non sono per niente sicuro che la violenza sia sempre rivoluzionaria . In sostanza non riesco a vedere nulla , ma proprio nulla di sinistra in soggetti che dietro le bandiere della squadra spaccano tutti e tutto e sopratutto rompono le scatole a chi andava a vedere il football ; strane bande di soggetti uniti da istinti tribali e francamente non in grado di canalizzare la violenza che tutti abbiamo naturalmente in corpo e che sarebbe utile fossero in grado di gestire. Sai K., al di là dei discorsi cosidetti fini, non trovo niente di quello in cui mi riconosco nel fatto di spaccare la testa ad un poliziotto fuori dalla stadio, incazzato perchè la squadra ha perso o perchè esiste una antica faida con i tifosi della Salernitana . E per l’omicidio del povero Sandri , che per caso era un tifoso in trasferta, poteva essere invece un cognato che andava ad un matrimonio od un rappresentante che andava ad una fiera , non riesco a definirlo l’ennesimo crimine della Polizia contro il mondo delle curve. E’ un fatto gravissimo, a prescindere che il morto fosse laziale od un supporter dell’Armani Jeans. Ogni altra lettura è per me scorretta , non logica , e i fatti di Roma ,ma anche di Milano e di Bergamo ,mero teppismo di marca fascista ; e se qualche compagno c’è finito dentro male, malissimo ha fatto . E poi, K. , caro compagno, siate un po’ meno romanocentrici ; so cos’ è Primavalle, ma il mondo non finisce lì. Ti saluto, sono le otto di sera, ti auguro buona cena : io da barbaro del nord assalterò un grosso carrelo di bolliti con bagnetti e mostarde : spero di dividerli un giorno con te

      Buster Brown

    • E di che marca sarebbe invece il killer in divisa, iscritto alla Cgil e proveniente da una famiglia di sinistra ? Non sarà mica lui per qualcuno di voi il "personaggio positivo" di questa schifosissima vicenda ?

      Così, tanto per capire .....

      Comunque, tanto per comprenderci meglio, nemmeno in quei lontani anni settanta, quando pure militavo prima in Lotta Continua e poi nell’autonomia, ho mai avuto come fissa l’ "estetica" dello scontro di piazza con la polizia e, in verità, nemmeno la guerra in stile "via Paal" coi fascisti che pure a Roma, come del resto a Milano, fu spesso praticata con notevole leggerezza ed anche stupidità politica .....

      E sono oggi un convinto sostenitore delle tattiche, non dico non violente, ma comunque, per intenderci, alla "disobbediente" ... sui termini di conflitto radicale nei contenuti ma possibilmente "simbolico" nelle forme .... con l’intento possibilmente di tornere tutti sani a casa, nazistelli in divisa dello stato compresi .....

      Anche se poi, in alcuni casi ( penso alla cacciata di massa a spintoni dei poliziotti dal presidio di Venaus), credo che un pò più di "grinta" sia assolutamente necessaria ....

      Quindi anche il sottoscritto, come l’amico R., è sicuramente lontano, e non solo per motivi anagrafici, dalla mentalità ultras ... e pur tifando moderatamente per la Roma non mette piede allo stadio dai lontani anni ottanta ......

      Una volta detto tutto questo, però, torno a ribadire che non si possono abbandonare le periferie all’infiltrazione fascista o comunque di destra nei fatti .... ed allora sarebbe il caso di essere meno schifittosi e "moralisti" non solo nei confronti del calcio che nonostante il vero proprio "cesso" che è, come ci ha spiegato Calciopoli e non solo ... è indubbiamente una passione di massa in Italia ed in tanti altri paesi...... ma soprattutto non si può essere schifittosi e "moralisti" nei confronti del pesantissimo disagio di tanta parte dei giovani delle periferie metropolitane ........

      Che credo derivi, pensate un pò, dal capitalismo ..... e che certo non può essere risolto coi "pannicelli caldi", per non dire altro, di questo governo, di questi sindacati "collaborativi" e della stessa cosiddetta "sinistra radicale" di governo, nella quale, un pò da coglionazzo, continuo ancora a militare.

      K.