Home > Iraq: Fermiamo il massacro di Falluja
Bene, anche la manifestazione "per i 22.000.003 ostaggi" della guerra 
in Iraq è passata e archiviata assieme a tutte le discussioni. 
Naturalmente gli ostaggi, sia i 3 italiani che i 22 milioni di 
iracheni, restano tali ed anzi alcuni dei secondi già non sono più. I 
risultati della manifestazione, a cui io se abitassi vicino a Roma 
probabilmente avrei anche partecipato, son tutti da valutare ... o da 
sognare.
Possiamo comunque ripartire con una discussione sul che fare e come 
fare e con chi fare e quando fare (prestissimo, naturalmente) per 
Falluja. O per Najaf ? E perché non per il Sudan? Ma vogliamo 
dimenticare l’Afghanistan, la Cecenia, il Congo, il Burundi, la 
Colombia? E la Bolivia, alla vigilia di un nuovo golpe che azzererà 
le sbandierate "vittorie" della rivolta cochabambina per l’acqua e 
quella più recente per il gas?
Motivi di tempo e di spazio mi consigliano di interrompere la lista, 
con un ultimo caso.  Dal Nepal è venuta  Renu Sharma Upreti 
dell’Associazione nepalese Women’s Foundation, che l’abbiamo sentita 
a Firenze, all’assemblea annuale di Amnesty International, ed ora è 
in giro per l’Italia con Silvia Del Conte. Sarà anche a Milano il 21-
22-23 maggio.  Se l’andrete a sentire, converrete che non si può non 
fare una manifestazione per il Nepal e in particolare per le donne 
nepalesi, come per tutte le donne massacrate e violentate del mondo.
Peccato che a fare solo una minima parte di tutte queste e mille 
altre azioni urgenti e necessarie, non riusciremo mai ad essere più 
che "un gruppo di volonterose/i" e i risultati ... sognare che chissà
quale dio o miracolo faccia invertire la rotta degli avvenimenti
quotidiani.
Aldo Capitini lasciò scritto che "la pace non sarà il frutto di un 
gruppo di volonterosi ma camminerà aulle spalle di una moltitudine" e 
nel sito www.deicittadinidelmondo.it, alla pagina "Perché", trovate 
una lunga serie di altre citazioni che ripetono più o meno lo stesso 
concetto.
Dobbiamo trovare il modo di far sentire in modo forte, chiaro e non 
sporadico, la voce di una vera moltitudine. Non c’è alcun dio che ci 
può salvare e lo dice perfino un prete, Alex Zanotelli: ""Più ci 
rifletto e più  mi convinco che forse Dio non è l’onnipotente che 
pensiamo. Forse è un Dio debole, che si è autolimitato, che cammina a 
fianco del suo popolo e che soffre per il nostro   dolore. Non c’è 
nessun ’deus ex machina’ che ci salverà: tocca a noi darci da fare, 
siamo noi responsabili del nostro destino" ..."il grande peccato 
della nostra società è il peccato dell’impotenza, il sentire che noi 
non possiamo fare nulla. Invece possiamo fare moltissimo, possiamo 
fare meraviglie."
Se due più due fa ancora quattro, un tentativo aperto ad ogni 
correzione, modifica e rifacimento, è il PATTO TRA I CITTADINI DEL 
MONDO e si trova sempre su www.deicittadinidelmondo.it
La riuscita dipende solo dalla decisione di fare di ciascuna/o.
Personalmente credo e spero solo nelle persone.




