Home > Iraq, ancora torture sui detenuti
di red
Ispettori americani ed iracheni hanno scoperto abusi sui prigionieri nei centri di detenzione gestiti dal ministero dell’Interno iracheno e visitati a febbraio. Lo scrive lunedì il Washington Post. Citando fonti americane ed irachene coinvolte nelle ispezioni, il Post ha detto che i soldati Usa non hanno risposto trasferendo tutti i detenuti verso luoghi sicuri, come avevano fatto dopo aver scoperto 173 carcerati, alcuni dei quali portavano i segni della tortura, in un bunker segreto a Baghdad a novembre. Solo un numero limitato dei detenuti maggiormente colpiti in uno dei sei carceri visitati dopo novembre sono stati trasferiti per cure mediche, mentre i prigionieri negli altri due sono stati spostati per alleggerire l’affollamento carcerario, scrive il Post.
Il fatto che diversi prigionieri siano stati lasciati nei centri dove sono stati scoperti gli abusi ha indotto gli ispettori a chiedere se l’esercito stia realizzando la promessa fatta a novembre dal generale Usa Peter Pace, secondo cui le truppe americane avrebbero fermato ogni trattamento inumano di cui fossero venuti a conoscenza, ha riferito il Post. «Ci dicono, "se ci lasciate qui, ci uccideranno"» ha scritto il Post citando un funzionario iracheno che non ha rivelato la propria identità.
Le autorità militari americane hanno confermato la presenza di segni di abusi, come spalle slogate e frustate, in uno dei due centri, ha detto il Post. Ma il generale di divisione John D. Gardner, comandante delle operazioni americane di detenzione in Iraq, ha dichiarato al Post, «non sono affatto d’accordo con l’affermazione secondo cui gli americani assistono a casi di abusi e non fanno niente». La direttiva del generale Pace per fermare i trattamenti disumani è giunta dopo la scoperta del 13 novembre di abusi su 173 prigionieri in un complesso penitenziario diretto dal ministero dell’Interno iracheno, dominato dagli sciiti e responsabile dei centri di detenzione ispezionati finora.