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Iraq, strage di Mahmudiya: confessa un soldato Usa
Publie le martedì 8 agosto 2006 par Open-Publishing«Ho voglia di entrare in una casa e uccidere un po’ di iracheni». Così il 12 marzo scorso, dopo essersi riempito di whisky e aver giocato a golf ad un ceckpoint, il soldato statunitense Steven Green incitò e convinse 4 commilitoni a stuprare e uccidere una ragazzina irachena di 14 anni e i suoi familiari (padre, madre e una sorellina di 5 anni) nel villaggio di Mahmudiya, a 30 chilometri da Baghdad.
Così ha raccontato James Barker (23 anni), uno dei 5 soldati statunitensi accusati della strage di Mahmudiya, a un’inquirente statunitense che ha testimoniato nell’udienza preliminare sulla strage svoltasi presso un tribunale militare nella capitale irachena. Il giorno dell’attacco i 4 soldati (oltre a Green e Barker: Jesse Spielman, 21 anni, Paul Cortez, 23, e Bryan Howard di 19 anni, tutti appartenenti alla 101/ma divisione aerotrasportata del Kentucky, che adesso rischiano la corte marziale) avevano bevuto del whisky iracheno «mescolato con drink energetico» e si erano «allenati a fare qualche tiro di golf» ad un ceckpoint a sud della capitale irachena. Ad un certo punto Steve Green (poi congedato dall’esercito per «problemi mentali») aveva detto di «aver voglia di uccider un po’ di iracheni» e i 5 si erano diretti verso una casa lì vicina. Avevano chiuso padre, madre e una bimba di 5 anni in una stanza e poi, a turno, avevano stuprato l’altra figlia di 14 anni.
«Mentre stavano stuprando la ragazzina Barker ha sentito dei colpi d’arma da fuoco- ha raccontato in aula l’inquirente statunitense - e poco dopo Steve Greeen è riapparso e ha detto di averli uccisi tutti. Dopo aver anche lui violentato la ragazzina le ha sparato in faccia, l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco».
I soldati, ancora in servizio attivo tranne Green, saranno giudicati in base all’articolo 32 del codice penale militare, che prevede l’istituzione di un gran giurì simile a quelli istituiti in base alla legge civile. Il procedimento in base all’articolo 32 servirà a determinare se vi sono prove sufficienti per procedere a un regolare processo. Un quinto uomo, il sergente Anthony Yribe, è accusato di aver mentito omettendo di denunciare i fatti di Mahmudiya di cui era al corrente.
La strage di Mahmudya ha suscitato profonda indignazione negli Stati Uniti e in Iraq. Tanto che il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki ha esplicitamente chiesto ’annullamento della norma di non-perseguibilità in Iraq dei militari statunitensi. Ma l’orrore di Mahmudya non è il solo crimine che a visto coinvolte le truppe a stelle e strisce. Questo è infatti il quinto caso di crimini efferati compiuti da soldati statunitensi dopo il loro ingresso in Iraq. Tra le ultime stragi su cui il Pentagono ha aperto un’inchiesta c’è quella di Haditha (nella foto)dove furono uccidi 24 civili iracheni, tra cui donne e bambini.