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Israele: non vince nessuno, solo l’estrema destra di Lieberman

Publie le venerdì 13 febbraio 2009 par Open-Publishing

di Marco Cesario

Chiunque, tra la Livni o Netanyahu, guiderà il nuovo governo israeliano dovrà fare i conti col falco dell’Israel Beitenu (IB), Avigdor Lieberman, che si aggiudica 15 seggi alla Knesset e diviene improvvisamente il nuovo ago della bilancia della politica israeliana. Un personaggio il cui linguaggio coincide con quello del "neofascismo europeo condito con del vecchio bolscevismo", secondo le parole dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua. Ma non ci sarà solo lui nel nuovo governo di unità nazionale israeliano. Ci sarà molto probabilmente anche il partito religioso ultraortodosso dei sefarditi dello Shass guidato da Eli Ishai, allergico al processo di pace e soprattutto intransigente sulla questione di Gerusalemme, considerata come capitale unica ed indivisibile dello stato ebraico. Questi due personaggi messi insieme avrebbero il potere di fare apparire la dama di ferro della guerra a Gaza, Tzipi Livni, come un’innocente colomba. Questo ci dà la misura di quanto il nuovo corso della politica israeliana si sia pericolosamente spostato verso l’estrema destra. Dal canto suo Netanyahu non ha mai considerato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas com un interlocutore affidabile e non sembra essere intenzionato ad arrestare la moltiplicazione selvaggia delle colonie in Cisgiordania. Secondo fonti israeliane, Abbas avrebbe chiesto ai leader europei di isolare il futuro governo israeliano qualora si adoperasse a far naufragare qualunque tentativo di negoziato coi Palestinesi. Ci auguriamo che quest’eventualità non si concretizzi mai. Comunque vada una cosa è certa: le speranze di rilanciare il processo di pace, dopo questo voto, sono ridotte al lumicino.

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