Home > Israele: ok a vasta offensiva. "Ancora 4 settimane di guerra"

Israele: ok a vasta offensiva. "Ancora 4 settimane di guerra"

Publie le giovedì 10 agosto 2006 par Open-Publishing

di Red. Unità

Ampliare l’offensiva via terra sul Libano e andare avanti con la guerra almeno un altro mese. Con nove sì e tre astensioni il gabinetto ristretto per la Sicurezza di Israele, guidato dal premier Olmert, dopo sei ore di riunione, ha annunciato non solo che Israele andrà avanti nell’attacco al Libano ma che le operazioni dureranno ancora diverse settimane.

Al 29simo giorno di guerra quando le vittime del conflitto sono oltre mille e gli sfollati almeno un milione, Israele che ha già schierato 10mila soldati nel sud del paese, decide quindi di andare avanti. A premere sono stati soprattutto il ministro della Difesa, Amir Peretz, e il capo dello stato maggiore interforze, generale Dan Halutz, reduce dall’aver sostituito il comandante delle operazioni oltre confine, che finora non paiono aver raggiunto i risultati sperati. Sembra che le maggiori riserve a un nuovo ampliamento del conflitto siano state prospettate proprio da Olmert, timoroso di un numero ancora più elevato di perdite. Dall’inizio dell’attacco al Libano (il 12 luglio scorso dopo la cattura da parte di Hezbollah di due soldati) le vittime militari israeliane sono state 67 e 34 quelle civili. Anche se nei furiosi combattimenti che continuano a divampare al sud, secondo le emittenti arabe ’al-Jazirà e ’al-Arabiya’ sono morti in poche ore almeno altri undici soldati israeliani, se non di più. Raramente ’Tsahal’ aveva dovuto registrare un bilancio di vittime così pesante in un tempo relativamete breve. Dopo l’approvazione dell’escalation della guerra è stato il vice premier Eli Yishai a comunicare che l’attacco potrebbe durare come minimo «un altro mese».

Sul piano diplomatico, ogni sforzo per un cessate il fuoco sembra vano: Stati Uniti e Francia lavorano a una nuova bozza di risoluzione da sottoporre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nella speranza che sia approvata entro la settimana in corso. Ma il presidente francese Jacques Chirac ha ammesso che da parte Usa persistono forti «riserve» sulla misura in cui accogliere le richieste di Beirut, che già aveva bocciato una prima bozza franco-americana giacché, pur esigendo la cessazione immediata delle ostilità, avrebbe permesso alle truppe israeliane di restare, anche se temporaneamente, nel Libano meridionale. «Rinunciare al cessate il fuoco immediato sarebbe la più immorale delle soluzioni» ha detto il presidente francese Jacques Chirac rivolto in particolare agli Stati Uniti. E in un messaggio televisivo il leader del movimento Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ha duramente criticato la bozza di risoluzione definendola «ingiusta».

Nel Paese dei Cedri è persino giunto a sorpresa l’inviato speciale di Washington, David Welch, che è stato ricevuto da Fouad Siniora. Nessuna illusione, però, dal momento che subito dopo il colloquio lo stesso premier libanese ha annunciato che «progressi non ne sono stati compiuti, siamo ancora al punto di prima». Una nuova missione in Medio Oruiente, malgrado tutto, si appresta a compiere Javier Solana per conto dell’Unione Europea.

Intanto la guerra continua. Sul nord dello Stato ebraico i miliziani del Partito di Dio continuano a far piovere miriadi di razzi: soltanto mercoledì ne sono già stati lanciati oltre un centinaio, e l’evacuazione dei civili dalle zone più a rischio prosegue senza sosta. Sul fronte libanese i raid di Israele si fanno sempre più pesanti. Almeno sei missili sono stati lanciati da navi israeliane presenti nel Meditteraneo contro la zona meridionale di Beirut, mentre i residenti stavano celebrando i funerali per alcune delle quarantuno vittime uccise negli ultimi tre giorni dai raid aerei israeliani. È la seconda volta che gli israelini colpiscono delle zone dove si stanno celebrando dei funerali. E persino dli Stati Uniti hanno chiesto ad Israele di adoperare «la massima cautela» per evitare vittime civili. Anche se, in una dichiarazione alla Reuters, il portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack, ha ricordato che Israele ha «il diritto di difendersi dalla guerriglia Hezbollah».

Nel Libano meridionale, denunciano da Medici senza Frontiere, anche l’ultimo ponte che attraversava il fiume Litani, il ponte Qasmiyeh, è stato distrutto da un raid aereo, rendendo impossibile raggiungere il sud con i camion degli aiuti.

http://www.unita.it/