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Italia democratica: i ROS di Ganzer praticano la tortura elettronica?

Publie le martedì 2 ottobre 2007 par Open-Publishing
1 commento

Secondo alcune precise e documentate denunce, formulate al recente congresso dell’Associazione Vttime armi elettroniche e mentali, tenutosi ad Anzio dal 28 al 30 settembre scorso, il generale Giampaolo Ganzer, capo dei ROS dei carabinieri, sarebbe tra i maggiori responsabili in Italia della tortura tecnologica a distanza.
Questo tipo di tortura, volto all’annientamento psico-fisico della persona, si sarebbe diffuso in Italia, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, sulla base di tecnologia, armi e addestramento forniti dalla CIA.
Del resto, tempo addietro è trapelato che alcuni esponenti dei ROS si erano recati a Guantanamo...
Naturalmente questa attività criminale sarebbe svolta anche da altre strutture armate dello stato (P.S., Polizia penitenziaria, ecc.) il cui lavoro sporco sarebbe enormemente cresciuto in nome della lotta al terrorismo e di un concetto di "tortura democratica" ormai accettato negli USA e, almeno in parte, anche in Italia.
Va ricordato che il carabiniere Ganzer, discepolo di Dalla Chiesa e grande tessitore di montature giudiziarie a carico dei compagni, è attualmente sotto processo a Milano, imputato di associazione a delinquere, traffico di droga ed altre "amenità".
Data la gravità delle accuse, un minimo di decenza avrebbe voluto che il capo carabiniere fosse almeno sospeso dal servizio. Invece Ganzer è tuttora al suo posto, del suo processo, sicuramente imbarazzante per il potere, quasi nessuno parla e pochi giorni fà il suo principale accusatore si è suicidato in carcere.
Ma si sa, in Italia non si può parlare male nè di Garibaldi nè della "Benemerita"...

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Messaggi

  • Il generale coraggioso

    Il Ganzo generale sembra aver paura...
    Si è fatto crescere una barbetta bianca, forse posticcia, e vive a Roma in una base "coperta" dei ROS (ma, in realtà, è nota a tutti)
    presso l’hotel CITY di Via Due Macelli.
    Quando esce, si muove con 5 caramba di scorta e due auto blindate.
    Insomma, il grande Ganzo vive come un latitante o un "pentito" di mafia.
    Forse teme la GIUSTIZIA PROLETARIA?