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Italiani, fate presto la Cosa

Publie le martedì 27 novembre 2007 par Open-Publishing
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«Cari italiani, non lasciateci soli». Da segretario della Linke Lothar Bisky non può non auspicare un’unificazione della sinistra italiana. Ma come neopresidente della Sinistra europea non può sbilanciarsi sul percorso tormentato della «Cosa rossa» né tantomeno indicare a modello la sua esperienza, un’unificazione felice tra socialisti, comunisti e sindacati di base. «Di esempi ce ne sono tanti sia in Germania che in Italia - dice Bisky - ma una sinistra ampia e plurale non è solo un obiettivo realistico in tutta Europa: è ormai necessario».
Con lei si può dire che la presidenza della Sinistra europea passa dall’Ovest all’Est. C’è un significato politico?
Sicuramente. Io vengo dall’Est ma la Linke è ormai un partito nazionale occidentale a tutti gli effetti. La partecipazione dei cittadini dell’Europa orientale al processo di unificazione europea è fondamentale. Anche per il pluralismo culturale e sociale che da sempre è alla base del nostro continente. La scelta di fare il congresso a Praga non è casuale: abbiamo scelto il cuore della Mitteleuropa. Anche se Bertinotti ha disegnato un quadro molto critico delle nostre difficoltà sono sicuro che la Sinistra europea ha tutte le possibilità per crescere. Dobbiamo porci tre obiettivi realistici. Primo: difendere lo stato sociale europeo e contrastare il dumping sociale. Secondo: in Europa abbiamo bisogno di pace e non di riarmo. Per questo siamo contrari ai radar americani in Repubblica Ceca e Polonia. Terzo: serve più democrazia. La partecipazione dei cittadini alla scrittura della Costituzione europea è fondamentale. Il no di Francia e Olanda va accolto. I capi di governo non possono trattare l’Europa come una seconda casa dove fare quello che vogliono.
Bertinotti ha chiesto un salto di qualità: la creazione in ogni paese di una sinistra ampia e plurale. Lo giudica un obiettivo realistico?
Di più: è necessario. In Germania fior di politologi hanno detto che la nostra era un’illusione, che la Linke non sarebbe mai nata e che in ogni caso un’aggregazione a sinistra della Spd non sarebbe mai entrata al Bundestag. Sbagliavano. Ci siamo e ormai abbiamo una base stabile. Talvolta chiedere l’impossibile è realistico. Credo che un’opportunità del genere debba essere colta dalla sinistra di ogni paese.
Avrete un programma comune alle europee del 2009?
E’ possibile e io lavorerò per questo. E’ una richiesta però che deve partire da Roma, Berlino, Tallin, Varsavia, Parigi. Anche se ogni paese ha le sue specificità il gioco vale la candela. La politica ormai deve agire su un livello europeo.
Voi siete all’opposizione al Bundestag, Rifondazione invece è al governo. Non è una contraddizione tra di voi il fatto che votiate in maniera opposta sull’Afghanistan?
Assolutamente no. Con Rifondazione c’è un ottimo rapporto. Ne conosciamo le particolarità e cerchiamo il più possibile di fare iniziative comuni. Sappiamo che in Italia la minaccia Berlusconi è permanente, forse non avere Berlusconi è l’unico vantaggio che abbiamo in Germania rispetto a voi...
Come spiegherebbe la grande coalizione a un italiano?
E’ un governo dove non si distingue più nulla, sulle cose fondamentali Spd e Cdu dicono le stesse cose. Al suo ultimo congresso l’Spd ha fatto un po’ di propaganda elettorale verso la sinistra ma si comporta al governo come Angela Merkel. E’ uno sbocco che nuoce a tutta la cultura politica.
Pensa sia possibile collaborare con il Partito del socialismo europeo?
Solo sulla base di contenuti. Il campo socialista è molto sfumato e in qualche caso abbiamo perfino posizioni coincidenti, come sul salario minimo. Con alcuni partiti, come il partito socialista olandese, siamo in contatto diretto. Certo, se penso ai socialisti francesi collaborare è molto difficile.
La sua Linke è un modello per la sinistra italiana?
No, di modelli ne avete abbastanza. Io le rigiro la domanda: cari italiani, non lasciateci soli.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidian...

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