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Ivan Bonfanti: Fiumi di amore, lacrime amare e parole dolcissime
Publie le giovedì 24 luglio 2008 par Open-Publishing1 commento
Fiumi di amore, lacrime amare e parole dolcissime
Gualtiero Crovesio
E’ ciò che sta piovendo sulla famiglia di Liberazione da quando l’incredibile notizia della scomparsa dell’amico Ivan Bonfanti ci ha tagliato le gambe. Ivan se n’è andato improvvisamente, a 37 anni, sabato 19 luglio, per un maledetto malore, lasciando senza fiato chi lo conosceva. La sua carica umana, di cui tutti ora ci sentiamo orfani, sta producendo il miracolo di infonderci di nuovo quel senso di appartenenza ad una comunità condivisa e forte, alla faccia dei disumani veleni congressuali.
Alle infinite manifestazioni di straziante umanità che moltissimi hanno riversato sul giornale a partire da domenica scorsa, vorrei aggiungere la sommessa testimonianza di chi, come me, ha collaborato con lui fin dalla gestazione, lo scorso inverno, di Liberazione animale . La prima rubrica apparsa su un quotidiano nazionale per parlare degli altri animali non per spiegare come cucinarli meglio, come poterne ricavare dei soldi o che razza di cani acquistare per essere all’ultima moda. Ma dal punto di vista di chi, come Ivan faceva, pensa che sfruttarli, ridurli a macchine di produzione e ucciderli per qualunque ragione sia un delitto, non più sostenibile, peraltro, dal pianeta Terra.
Era un pomeriggio di inizio marzo quando, per la prima volta, la sua voce rassicurante mi raggiunse telefonicamente per propormi quello che a me pareva impensabile: una rubrica animalista, una volta al mese, sul nostro giornale. Credetti si trattasse del solito sognatore animalista che in un impeto di magnanimità mi proponeva ciò che mai si sarebbe potuto realizzare sul serio. Non conoscevo ancora Ivan.
Ivan mi aveva contattato solo dopo aver seguito per lungo tempo, nell’ombra, le iniziative in tema di sfruttamento animale che provenivano dall’interno di Rifondazione Comunista a Torino. Anche in quella circostanza, dimostrò la sua attitudine - riconosciuta da tutti - a ragionare su qualunque cosa solo dopo avere studiato e approfondito.
Ad aprile iniziammo subito a lavorare a Liberazione animale , nome semplice e geniale, che Ivan propose di dare alla nuova rubrica, in omaggio allo storico testo fondante del movimento ad opera di Peter Singer. Ci incontrammo da lì a poco a Roma in occasione del primo Veggie Pride italiano. Quando lo vidi rimasi spiazzato: dall’autorevolezza dei suoi toni telefonici e delle sue e-mail mi aspettavo una specie di ragioniere in giacca e cravatta. Mi ritrovai di fronte ad un ragazzone più alto di me, dall’aspetto semplice e genuino e dal sorriso contagioso.
Pensai che si trattava di «uno di noi». La sera stessa, Ivan mi spalancò le porte della redazione di viale del Policlinico. Mi mise a disposizione una scrivania e un computer, come fossi un giornalista consumato, e mi propose di scrivere un pezzo sull’esito della manifestazione appena conclusa. La sua generosa fiducia mi entrò subito nel cuore e da allora divenne per me come un vecchio amico, facendomi gettare nel cestino la mia connaturata diffidenza torinese nei confronti di chi si conosce da poco tempo.
L’impostazione dialogante e non autoreferenziale - su cui Ivan insistette molto - fin delle primissime edizioni della rubrica, guadagnò tanti consensi al punto da fargli decidere di scommettere addirittura su una cadenza settimanale. Nonostante questo avrebbe significato per lui spenderci molto più tempo e lavoro e sopportare le immancabili critiche ultraortodosse e le prese in giro.
Da allora, abbiamo iniziato a sentirci molto spesso. Era un piacere parlare con lui, che le parole le sapeva far danzare. Non importava che la lingua utilizzata fosse l’italiano, l’inglese o il romanesco. Nonostante il suo mestiere fosse quello di occuparsi di questioni di politica internazionale, si era appassionato davvero a questo piccolo-grande spazio di cultura e informazione animalista che Liberazione animale stava diventando.
Spesso mi diceva: «Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi aiutato in questo progetto», al che gli rispondevo, sorpreso, che ero io, semmai, a dover accendere un ipotetico cero a qualche laica divinità per essere stato coinvolto in questa sorta di sogno ad occhi aperti. Un progetto che finalmente conferiva legittimità e dava sviluppo ad un lavoro impostato da anni nella commissione diritti animali del Prc a Torino.
Ci siamo poi visti un’altra sola volta, io ed Ivan. C’era anche Laura, la sua splendida fidanzata e sua collega al giornale, alla quale si vogliono stringere in un abbraccio affettuoso anche tutti coloro che hanno collaborato a Liberazione animale . Quella sera, Ivan mi fece da cicerone nel quartiere di San Lorenzo. Un posto che gli assomigliava molto, per quel brulicare di personaggi schietti e veraci che la Roma dei vicoli, lontana dalle passerelle turistiche, sa esprimere. Di quei momenti serbo un caldo ricordo, per la generosità e la birra con cui fui accolto sulla sua bellissima terrazza, da cui si poteva ammirare il tramonto capitolino. Pensai di ripagarlo di tutte le sue attenzioni offrendogli almeno la cena che consumammo in una trattoria tipica della zona. Ma non ci fu modo: insistette per essere lui ad offrire.
Ora Ivan se n’è andato, lasciando un vuoto enorme. Retorica a parte, a quanto pare di Ivan ce ne sono davvero pochi tra gli umani. Quegli insegnamenti che provava pazientemente a trasmettermi, disperandosi anche un po’ per la mia impostazione più militante che giornalistica, non avranno mai un seguito.
Caro Ivan, l’hai fatta proprio grossa. Te ne sei andato senza nemmeno salutare. Non si fa così!
Mi dicevi: «Per me, in tutta la sua vita, un giornalista può permettersi di spendere non più di un unico punto esclamativo». Il mio, me lo sono oramai giocato, spendendolo qui, per te.
Messaggi
1. Ivan Bonfanti: Fiumi di amore, lacrime amare e parole dolcissime, 27 luglio 2008, 12:07, di roberta
anche io ho avuto modo di conoscere solo occasionalmente e solo al telefono Ivan. Anche io avrei dovuto far parte (e non so ora se sarà ancora possibile) di quella squadra di pionieri per portare avanti con lui il progetto di Liberazione Animale. Lui subito mi ha dato la possibilità di tentare: senza conoscermi, ma fidandosi di me e con un entusiasmo senza pari in nome di questo sogno. che speriamo non resti solo un sogno: per gli animali e soprattutto per lui che ci credeva e per il quale aveva lottato. la sua scomparsa, così giovane e improvvisa, nonostante non lo avessi mai visto di persona, mi ha lasciato sconvolta. senza parole....