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Jatavenne day. La strage degli innocenti
di Vittorio Bianco
CHIAIANO - Una splendida giornata di protesta finita tra manganelli, lacrimogeni, petardi e cariche della forze dell’ordine. Così si può riassumere lo Jatevenne Day, la manifestazione di protesta contro la discarica nella cava di Chiaiano che ha visto la partecipazione di oltre quattromila persone, tra cui donne, bambini ed anziani. Insomma una protesta che ha coinvolto gran parte del mondo civile toccato dalle conseguenze della futura discarica. Alla manifestazione hanno partecipano, anche, i politici locali e i rappresentanti del movimento No Dal Molin. Anche il prof. Paul Connet, docente statunitense e teorico del sistema “rifiuti zero” era presente al corteo dello Jatevenne Day.
«In tutto il mondo stanno riuscendo a praticare una raccolta differenziata superiore al 70% del totale dei rifiuti, che permette un recupero dei materiali, il compostaggio dei materiali organici utilizzabile in agricoltura e la creazione di numerosi posti di lavoro. Perché non a Napoli?», dice il Connet durante il corteo. «Ci sono tre ragioni per cui Napoli non è con il resto del mondo: Berlusconi, Bassolino, Bertolaso. Il problema non è la gente di Napoli, ma la sua leadership politica. Utilizzare la polizia e l’esercito contro la popolazione è un atteggiamento camorristico, dovrebbero al contrario collaborare con i residenti. Siamo pronti a parlare con i leader politici delle reali soluzioni», ha concluso lo studioso statunitense. Lo scopo del corteo di protesta era di chiedere che una delegazione venga ammessa all’interno della cava, presidiata dai militari, per verificare lo stato dei lavori. Proprio su questo tema, nella giornata di venerdì, il Sottosegretario per i Rifiuti Guido Bertolaso aveva avvertito: «E’ un’area di interesse nazionale presidiata dall’Esercito. Non può essere visitata».
Nonostante il grande dispiegamento di forze dell’ordine e gli agenti in abbigliamento antisommossa, il corteo ha sfilato pacificamente. «Avevamo chiesto al termine della Manifestazione che una delegazione di almeno 50 cittadini entrasse nella cava - spiegano i Comitati nel comunicato - Un fatto simbolico ma fondamentale, per significare che quel territorio è di chi lo vive e non può essere espropriato dalla democrazia e militarizzato dagli eserciti. Avevamo anche chiesto che Bertolaso aprisse finalmente un confronto pubblico sulle alternative a megadiscariche e incenerimento, alternative che esistono ma vengono scartate per ragioni di business». D’improvviso è esplosa la tensione davanti alla futura discarica di rifiuti a Chiaiano. Contro gli agenti solo volate bottiglie e sassi. Dopodiché un gruppo di manifestanti si è scontrato con le forze dell’ordine. La Polizia ha ordinato la carica, respinto i manifestanti con le camionette e il lancio di lacrimogeni. Teatro degli scontri fra forze dell’ordine e manifestanti è stato via Cupa del Cane a Chiaiano. Dopo una prima carica di alleggerimento, si è verificato lo scontro con lancio di oggetti da parte dei manifestanti e lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine. Gli agenti sono immediatamente avanzati con le camionette per respingere indietro i manifestanti fino alla parte iniziale di via Cupa del Cane.
Tutta la zona intorno alle ex cave è stata e continua ad essere blindata. Il bollettino di guerra dichiara 4 agenti ustioni a causa dei petardi e una decina di manifestati contusi per le manganellate. I disordini sono scoppiati dopo il fallimento della trattativa, per permettere a una delegazione di cittadini di entrare nel sito. «Abbiamo provato a mediare – racconta sconsolato il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta – per una soluzione che permettesse di concludere senza problemi una manifestazione che si era svolta in assoluta calma e tranquillità. Invece è mancato quel buon senso che sarebbe necessario sempre, ed è mancato sia da una parte che dall’altra. La cosa che rammarica è che siamo di fronte a un’autentica occupazione militare del territorio, che peraltro impedisce a centinaia di cittadini di rientrare nelle proprie abitazioni. Ci piacerebbe vedere un simile dispiegamento di forze dell’ordine contro la camorra ed invece abbiamo rischiato noi stessi, io come sindaco e l’onorevole Barbato, parlamentare della Repubblica, di finire sotto le manganellate».
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