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L’ASSASSINO E’ SICURAMENTE UN ULTRAS !

Publie le venerdì 9 febbraio 2007 par Open-Publishing
1 commento

Ho avuto un flash nelle ultime 24 ore che mi ha sconvolto e che fosse vera la mia ipotesi potrebbe portare ad una cosa "allucinante" da libri di storia! Ma non voglio dire nulla, voglio solo condividere questo mio dubbio e capire se sono pazzo.

Prima alcune notizie che vi prego di leggere...

04/02/2007 12:19

Raciti, autopsia: morto per emorragia

12.19 A causare la morte dell’ispettore Filippo Raciti durante i disordini del derby Catania-Palermo non sarebbe stata l’esplosione di una bomba carta ma un’ emorragia al fegato. Lo detto il procuratore aggiunto Papa, rendendo noti i primi risultati dell’autopsia. La diagnosi redatta dal medico legale Regazzi parla di "trauma addominale e fratture multiple del fegato, compatibili con un colpo contundente di importante adeguatezza lesiva". A causare la morte, dunque, sarebbe stato il masso che ha colpito Raciti al torace. www.televideo.rai.it

Verrebbe dunque a cadere l’ipotesi precedente, che riteneva che la morte dell’ispettore fosse dovuta alle ferite e alle esalazioni provocate da una bomba carta. Secondo il referto, il corpo contundente potrebbe essere stato lanciato dalla curva nord dellostadio, ma anche diversi minuti prima: quel che risulta certo è che il masso avrebbe colpito lo sterno e provocando lo spappolamento del fegato. Dalle lesioni, aggiunge il coroner, lo spappolamento non è stato dovuto ad un pugno. www.businessportal24.com

Catania. Le indagini sulla morte dell’ispettore capo Filippo Raciti si allargano, soprattutto nei tempi. A modificare gli scenari investigativi è l’esito dell’autopsia compiuta dal medico legale Giuseppe Ragazzi, che individua la causa della morte non nell’esplosione di una bomba carta, come si era ipotizzato all’inizio, ma in un’emorragia al fegato. Così cambiano gli orari dell’aggressione, non più dalle 20.31 alle 20.34, perché occorre prendere in considerazione un più vasto arco temporale: la botta mortale potrebbe essere stata inflitta anche mezz’ora prima. E non solo: perde quota l’ipotesi dell’agguato, della rappresaglia personale www.bresciaoggi.it

dal corriere dello sport..
Il medico legale che ha effettuato l’autopsia, Giuseppe Ragazzi, in attesa di stilare la relazione completa che sarà consegnata ai magistrati nei prossimi 60 giorni, ha notato all’altezza dell’Torgano distrutto una ferita, o meglio un livido, di dieci centimetri. A forma di stella. Questo lascia pensare a un oggetto cilindrico che ha centrato in pieno Raciti durante una sorta di corpo a corpo. E avvalora l’ipotesi di reato (omicidio volontario aggravato) ipotizzato dalla Procura della Repubblica di Catania. Il primo referto del dottor Ragazzi parla di «trauma addominale e fratture multiple del fegato compatibili con un corpo contundente di importante adeguatezza lesiva »
La conseguente emorragia interna - unita magari alle esalazioni della famosa bomba carta - ha poi accelerato la morte, avvenuta per arresto cardiocircolatorio nell’ospedale Garibaldi quando Catania- Palermo era ormai finita da più di un’ora.

Un po’ di tempo fa avevo scritto la storia delle morti per lacrimogeni in Italia...quindi ora facciamo un salto nel passato e ripesco alcune notizie...

MILANO - 13 Dicembre 1970

Scontri tra manifestanti e polizia nell’anniversario di Piazza Fontana.
Saverio Saltarelli, 23 anni, al terzo anno di legge. Muore.
Versione ufficiale: "collasso cardiocircolatorio".
Lo studente è morto per un colpo violento al cuore - frattura dello sterno.
Perizie confermano: la morte di Saverio è stato provocato da un lacrimogeno..

MILANO - Marzo 1972

Scontri tra polizia e dimostranti
Giuseppe Tavecchio, pensionato cade in coma irreversibile.
Polmone d’acciaio. Il sangue non arriva più al cervello: clinicamente morto.
Muore il 14 Marzo 1972. Lacrimogeno ad altezza uomo.
Dichiarazione del rilasciata al "Corriere della Sera" (Lunedì 13 Marzo 1972, pagina 4 - cronaca milanese) da sua moglie: "Era come un ragazzo. Quando c’era una manifestazione, un corteo, comizi, era il primo a partire. Così facendo si sentiva più vivo."

PISA - 27 Ottobre 1969

Manifestazione antifascista. La polizia carica la manifestazione con lacrimogeni.
Cesare Pardini, 22 anni, muore mentre si recava in palestra (estraneo agli scontri).
Prima versione: "sembra morto per infarto - nessuna traccia di lesioni esterne"
Le prime ipotesi: Sassata o colpo con oggetto contundente.
28 Ottobre 1969: Referto medico della Medicina Legale: "Il muscolo cardiaco di Cesare Pardini risulta come se avesse ricevuto un fortissimo colpo". Lacrimogeno.

Ricapitolando con i dati che abbiamo al momento: il "Livido" riscontato è di dieci centimetri e non è un livido "dovuto ad un pugno" (o corpo a corpo).
L’oggetto contundente "che ha centrato in pieno Raciti" aveva "forma cilindrica". La causa del decesso è "trauma addominale e fratture multiple del fegato compatibili con un corpo contundente di importante adeguatezza lesiva" dopo "l’emorragia interna - unita magari alle esalazioni della famosa bomba carta - ha poi accelerato la morte, avvenuta per arresto cardiocircolatorio".

E’ questo il mio dubbio: un lacrimogeno ha "forma cilindrica" e dimensioni di "10 cm" (10 cm esatti)... inoltre è in grado di uccidere un uomo per trauma (come dai precedenti studiati)!

Immaginate la scena alluccinante... "la zona era piena di fumo, ci piovevano addosso pietre e oggetti di ogni tipo" come racconta a caldo Salvatore Renda, 24 anni, agente del reparto Mobile rimasto ferito negli scontri.
Il poliziotto, ancora sotto choc, cerca di ricostruire a fatica quei momenti concitati: "Ricordo la guerriglia, il fumo dei lacrimogeni e poi il buio, perchè ho perso i sensi e sono stramazzato a terra..."
In questi momenti di casino e guerriglia, in cui il reparto era a contatto a 10 metri (o forse meno) con questi animali di ultras, il lancio di lacrimogeni diventa (forse umanamente e giustamente) cattivo, di quelli ad altezza uomo, per far male, tanta rabbia, ne parte uno di troppo...un’ispettore di polizia si muove, evita il corpo a corpo, un salto a sinistra, poi un’altro a destra perchè sembra di vedere arrivare un’ombra, in realtà non vede nulla per il fumo dei lacrimogeni, il sudore, la paura, si volta, colpito allo stomaco, cade, muore...

E se fosse una montatura? Se fosse partito un lacrimogeno ad altezza uomo? Non sarebbe meglio nascondere/insabbiare il tutto nel casino degli scontri? Cercare un "sasso" e la mano che lo ha lanciato? E magari non trovare mai la mano? E se fosse una montatura in stile "molotov"?

Non ci dormo, sarebbe una cosa troppo grossa...non può essere andata così!! L’assassino è sicuramente un ultras!

E. M.
7.02.07

www.comedonchisciotte.org

Messaggi

  • "Non l’ho ucciso io" - "Togliete le indagini alla polizia".

    "Non l’ho ucciso io". E’ il legale Giuseppe Lipera a rivelare una dichiarazione di A. S., il diciassettenne indagato nell’ambito delle indagini per l’uccisione di Filippo Raciti. "Sono sereno, non sono stato io a uccidere l’ispettore, e lei mi ha detto che, se sono innocente, devo stare tranquillo" ha detto il giovane al suo avvocato. E in un’intervista a La Stampa, ha raccontato che aspetta "la tv in cella, voglio sapsre tutto quello che si dice di me, non voglio perdere un solo telegiornale". Una professione di innocenza preceduta, nei giorni scorsi, dalle dichiarazioni sia dello stesso Lipera che del padre del diciassettenne. L’uomo, ieri, aveva nuovamente difeso "i ragazzi che erano allo stadio" definendo gli scontri "una cosa voluta dalla polizia".

    Il padre: "Togliete le indagini alla polizia". Il genitore del 17enne, intanto, ha inoltrato alla Procura generale di Catania la richiesta di avocare l’inchiesta: si chiede che la magistratura deleghi ai carabinieri o alla Guardia di finanza le indagini per opportunità, visto che non c’è più la necessità di atti urgenti e che la vittima era un appartenente alla polizia di Stato che attualmente svolge le indagini. Il medico legale Giuseppe Caruso è stato nominato perito di parte dalla famiglia del ragazzo: dovrà accertare le cause del decesso di Raciti.

    www.repubblica.it

    Roma, 10 febbraio 2007

    • Dichiarazione di Maurizio Turco, deputato della Rosa nel Pugno

    E’ chiaro che, dopo le dichiarazioni dell’avvocato Lipera, a Catania qualcosa nell’amministrazione della giustizia si è inceppato. Ritengo che il ministro Mastella debba con urgenza occuparsene affinché, dopo aver dovuto piangere la morte dell’agente Raciti, non si arrivi a dover seppellire anche la verità e quindi la giustizia.

    www.triburibelli.org