Home > L’ETÀ RENDE INIQUA LA CARD
La social card è attribuita non solo in base a criteri di reddito e patrimonio, ma anche di età. E le stime dicono che sono gli anziani a dominare la platea dei beneficiari. Ma non è solo in questa fascia che si trovano le situazioni di disagio. L’incidenza della povertà è altrettanto grave, se non maggiore, tra le famiglie con un solo genitore o con molti figli. Perché è il numero, non l’età dei bambini a esporre i nuclei familiari al rischio povertà. Così il requisito finisce per escludere dalla misura la maggior parte delle famiglie con redditi nulli o molto bassi.
La “social card”, recentemente introdotta dal governo, è una carta prepagata destinata ai cittadini italiani di oltre 65 anni poco abbienti e alle famiglie povere in cui ci sia un bambino sotto i tre anni. I criteri reddituali per accedervi sono estremamente stringenti. (1) Chi verrà ritenuto idoneo riceverà una somma fissa pari a 40 euro al mese, per un totale annuale di 480 euro. Per capire chi sono i beneficiari della social card, abbiamo provato ad applicare i requisiti di accesso alla misura all’indagine Silc 2006 dell’Istat, incentrata sulle condizioni di vita delle famiglie italiane. L’indagine comprende un campione di 21.499 famiglie, rappresentative della popolazione italiana.
CHI SONO I BENEFICIARI?
La social card è attribuita non solo in base a criteri reddituali e patrimoniali, ma anche di età. Le nostre stime parlano di una platea di beneficiari dominata dagli anziani: circa il 78 per cento delle famiglie aventi diritto include almeno un ultra sessantacinquenne, mentre il rimanente 22 per cento delle famiglie ha un bambino al di sotto dei tre anni. Nella tabella riportiamo la percentuale di beneficiari in base alla tipologia familiare. Più del 6 per cento delle famiglie con almeno un sessantacinquenne ha diritto alla social card, per tutte le altre categorie le percentuali sono inferiori.
Tipologia familiare % beneficiari % esclusi Totale
Single 2,8 97,2 100
2 adulti, entrambi < 65 anni 0 100 100
2 adulti, almeno uno > 65 6,2 93,8 100
Genitore solo 3,8 96,2 100
2 adulti + 1 figlio economicamente dipendente 2,4 97,6 100
2 adulti + 2 figli economicamente dipendenti 1,5 98,4 100
2 adulti + 3 o più figli economicamente dipendenti 3,9 96,1 100
Si potrebbe ribattere che forse sono proprio le famiglie con anziani a essere in situazione di maggiore disagio in Italia. Ebbene, i dati Istat sulla povertà ci dicono che non è così. (2) L’incidenza della povertà è altrettanto grave, se non maggiore, tra le famiglie numerose (in particolare con molti figli) e in quelle monogenitoriali.
Anche la scelta di concentrare le risorse a favore delle famiglie con figli minori di tre anni risulta poco comprensibile. Secondo i dati Istat, infatti, l’incidenza della povertà tra le famiglie con figli non dipende tanto dall’età dei bambini, ma dal loro numero. Sono povere il 25 per cento delle famiglie con tre o più figli e il 13 per cento di quelle con due figli, contro l’8 per cento delle famiglie con un solo figlio. Le percentuali tendono ad aumentare se il figlio è minore, arrivando al 30 per cento di poveri nel caso di famiglie con tre o più figli.
FAMIGLIE POVERE E SOCIAL CARD
Non tutte le famiglie povere ottengono la social card. La maggior parte di quelle con redditi nulli o bassissimi rimane esclusa dalla misura. Infatti, secondo le nostre stime, solo il 26 per cento dei nuclei familiari con Isee inferiore a 6mila euro ne ha diritto, mentre il restante 74 per cento ne è escluso. Il risultato è dovuto soprattutto agli stretti requisiti d’età necessari per accedere alla misura, che, di fatto, escludono gran parte delle famiglie povere dai potenziali beneficiari.
Quante famiglie superano la soglia di povertà grazie alla social card? Poche. Dal momento che il trasferimento è esiguo e a cifra fissa, soltanto un limitato numero di famiglie, peraltro già in prossimità della soglia di povertà, la superano grazie al trasferimento. Secondo le nostre stime, solo il 13 per cento delle famiglie che avevano un Isee inferiore a 6mila, ma superiore a 5mila euro superano la soglia di povertà con la social card. Per i nuclei familiari con un Isee nullo o inferiore a 5mila euro, il tasso di permanenza in situazione di povertà è del 100 per cento.
Risulta così evidente l’inadeguatezza dello strumento nell’alleviare situazioni di grave disagio economico. Molto più efficace sarebbe strato un trasferimento a somma variabile in funzione dei bisogni di ciascun nucleo familiare e finalizzato a portare tutti i beneficiari al raggiungimento di una soglia minima di reddito. Èquello che in quasi tutti gli altri paesi europei viene chiamato reddito minimo garantito.
(1) Si deve provare di avere un reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente o “riccometro”) inferiore a 6mila euro. Gli over 65 devono avere una pensione inferiore a 6mila euro (8mila se si hanno più di 70 anni) e un’Irpef netta pari a zero. Tra i vari altri criteri: bisogna possedere una sola automobile, avere intestata una sola utenza di elettricità e gas, non avere a proprio nome oltre il 25 per cento di un secondo immobile e un patrimonio mobiliare non superiore a 15mila euro.
(2) Istat, La povertà relativa in Italia nel 2006.