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L’Esercito Turco, spara sulla popolazione kurda davanti ai occhi del mondo
Publie le giovedì 17 novembre 2005 par Open-PublishingDopo l’attentato del 9 novembre a Semdinli, quando componenti dell’esercito avevano attaccato alla popolazione civile con le bombe, per poi essere catturati dalla stessa popolazione, oggi, a Yuksekova, l’esercito turco ha sparato contro i civili e ucciso altri 5 kurdi.
A Yuksekova, nella provincia di Hakkari, 30 mila persone si sono riunite per protestare contro la politica del terrore esercitata dallo Stato e messa in pratica a Semdinli il 9 novembre. La polizia, intervenuta contro i manifestanti, ha ucciso in mezzo alla strada 5 civili, ferendo altre 28 persone. Molti i fermi da parte della polizia.
Salih Yildiz, sindaco di Yuksekova ha dichiarato che membri del Corpo Speciale Turco (JIT) hanno aperto il fuoco sui civili, provocando la morte di 5 persone: Islam BARTIN, Sefer BOR, Giyasettin AVCI, Ersin MENGES e Abdulhaluk GEYLANI.
La Polizia e Corpi Speciali Turco (JIT) si sono poi asserragliati con mezzi blindati e carri armati nel centro della città. La tensione è ancora molto alta, soprattutto nella via Yesildere, dove la popolazione si era riunita.
Prima la bomba in una libreria di Semdinli, poi l’intervento armato contro la popolazione di Diyarbakir, e ancora Yuksekova. Tutti episodi che dimostrano con quale forza viene ancora esercitata la violenza in Kurdistan. L’Unione Europea nel suo rapporto del 9 novembre per l’ingresso della Turchia in Europa aveva indicato i kurdi come i responsabili della violenza in Kurdistan. Da qui un ulteriore incoraggiamento per le forze della contro guerriglia turca.
Di fronte a quanto avvenuto a Semdinli, Yuksekova e Diyarbakir, l’Unione Europea dovrebbe inviare urgentemente una delegazione di Osservatori nel Kurdistan turco, affinché possa essere chiara da chi proviene effettivamente la violenza. L’Unione Europea deve assumersi le sue responsabilità ed intervenire contro coloro i quali, appoggiati dallo stesso Stato turco, stanno applicando a sangue freddo, la politica del terrore contro la popolazione civile kurda.
È arrivato il momento di fermare il genocidio attuato contro il popolo kurdo che prosegue ogni giorno davanti agli occhi del mondo. Rimanere in silenzio di fronte a questo orrore significa diventare responsabili dello stesso. KNK