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L’ ICI e dintorni
by keoma Monday, Apr. 03, 2006 at 11:09 PM mail:
E’ chiaro che Berluska un colpo di teatro lo doveva fare.
Ma lo ha fatto alla fine, quando nessuno poteva piu’ chiedergli dove prendeva i soldi e quando gia’ non aveva risposto sulle coperture relative al programma della Cdl dove peraltro l’abolizione dell’ Ici non c’era.
Inutile dire che dopo i pesanti tagli agli enti locali fatti dal centrodestra ad ogni finanziaria, l’Ici è ormai quasi l’unica forma di finanziamento dei comuni, ovviamente anche quelli governati dal centrodestra.
Per cui .... la sparata demagogica e senza costrutto appare immediatamente evidente ; io ho persino il dubbio che se la sia inventata all’impronta e che non ne sapesse nulla nemmeno Tremonti.
E comunque la domanda facile facile è : perche’ non lo avete fatto prima ? O quantomeno, perchè non lo avete messo nel programma due mesi fa ?
Rimane il fatto che la richiesta di abolizione dell’ ICI sulla prima casa è una vecchissima richiesta dei movimenti per la casa sin dal 1993.
Problema ovvio della copertura a parte ( e allora i comuni erano molto meno impoveriti dai tagli di quanto lo sono oggi ), perche’ la sinistra istituzionale non ha mai fatto propria questa proposta ?
Col risultato di vedersela sbattere in faccia oggi, certo furbescamente, maldestramente ed anche poco credibilmente , da Berluskaiser ?
Messaggi
1. > L’I.C.I. e dintorni ...., 4 aprile 2006, 08:34
E l’Ici comparve su internet...
by Marco Bracconi
"Aboliremo L’Ici. Avete sentito bene, cittadini ed elettori. Non vi faremo più pagare l’Ici". Il colpo di teatro di Silvio Berlusconi è di quelli che fanno rumore. Magari, un filo di comunicazione e coordinamento in più con i suoi collaboraori, non sarebbe guastata.
E già, perchè intorno a mezzanotte basta dare uno sguardo al sito di Forza Italia per scoprire un singolare coincidenza: al termine del dibattito la home si apre per l’appunto con il piano casa del partito, sei punti stringati nei quali non si parla affatto di abolizione dell’Ici. E dell’ipotesi non c’è traccia nemmeno nella versione estesa del programma della Cdl, anch’essa presente on line.
Ma la pazienza premia il navigatore. E basta cliccare sulla url forzista dopo una mezz’ora, per trovare, miracolosamente, l’annuncio: "Berlusconi: abolirò l’Ici sulla prima casa".
Delle due, l’una. O l’effetto sorpresa, studiato diabolicamente dall’inizio della campagna. O la proposta fine-del-mondo, pensata in solitudine davanti a sondaggi sfavorevoli, per tentare la rimonta. Tanto in solitudine da non avvertire nemmeno chi gestisce il sito web del partito del Cavaliere.
(4 aprile 2006)
1. > L’I.C.I. e dintorni ...., 4 aprile 2006, 09:58
Il colpo di coda
del Cavaliere
di MASSIMO GIANNINI
Con l’ultimo, forsennato colpo di coda, il Caimano di Arcore osa l’inosabile. Il faccia a faccia tv di ieri sera, l’ultimo e decisivo prima del voto di domenica prossima, l’avrebbe vinto Romano Prodi, come già gli era capitato nel primo confronto del 14 marzo. Ma Silvio Berlusconi, con l’appello agli elettori, si è giocato l’osso del collo. Con il tuffo estremo nel cerchio di fuoco staraciano, il premier ha lanciato agli italiani la promessa-fine-di-mondo: "Se ci voterete di nuovo, vi aboliremo l’Ici sulla prima casa".
È la vera novità di questa sfida finale, che per il resto registra la buona performance del Professore, sereno e determinato, contro un Cavaliere irascibile ed esasperato. Ma è una novità destinata a tenere banco, in questi cinque giorni che ancora ci separano dal voto. Berlusconi torna al 2001. Torna alle tasse come arma vincente. Torna a parlare a un popolo che immagina trasversale, fatto di partite Iva e di "padroncini", ma anche di famiglie e di salariati a reddito fisso, che spesso ostenta il cuore a sinistra, ma quasi sempre conserva il portafogli a destra. Riconquista la scena, con una proposta che è, insieme, seducente e inconsistente. È seducente, perché ai quasi 20 milioni di italiani che possiedono una prima casa non può non far piacere l’idea di non pagare più un’imposta che ogni anno "costa" in media più di 500 euro per ciascuna famiglia. Ma è anche inconsistente, perché ai circa 8 mila comuni che ogni anno riscuotono questo tributo non può non far paura l’idea di dover rinunciare, dall’oggi al domani, a un gettito pari a circa 9 miliardi 950 milioni di euro (quasi 20 mila miliardi delle vecchie lire), che da soli rappresentano più del 50% delle entrate complessive delle amministrazioni.
Come si potrebbe coprire questo buco colossale aperto nelle casse dei sindaci? Come si finanzierebbero i servizi locali attualmente sovvenzionati con i proventi dell’Ici? Come si concilierebbe questa scelta marcatamente "centralista" dello Stato con la mitica devolution imposta al Paese dai federalisti-secessionisti in camicia verde?
A tutte queste domande, ovviamente, il Cavaliere non ha fornito alcuna risposta. Così come non ne ha fornite sulla copertura di quelle poche misure economiche contenute nel programma della Cdl (dal taglio di 3 punti del cuneo fiscale al quoziente familiare, dalla rioduzione dell’Irap al bonus bebè) che tuttavia valgono non meno di 35 miliardi di euro. Ma non è questo che andava cercando, il Cavaliere, in quest’ultima "chiamata" agli elettori. Ha buttato via un’ora e passa di dibattito, spesa a ripetere la rituale alluvione di cose fatte ma inverosimili e di cifre pirotecniche ma inverificabili ("un goulash di fatti e di numeri", come l’Herald Tribune di ieri aveva definito la prova del Cavaliere nel precedente duello). Ha sprecato almeno due ottime opportunità per mettere in difficoltà il suo avversario e parlare alle fasce elettorali in questo momento più "sensibili" (i cattolici sul tema delle coppie di fatto e dei Pacs, e le donne sul fronte delle quote rosa e del sostegno alle carriere). Ha fatto ricorso per l’ennesima volta alla sola forza delle emozioni negative (riproponendo la minestra riscaldata dei comunisti e della sinistra che pensa solo a massacrare i contribuenti e a ingrassare il Moloch statuale).
Di fronte a un Prodi insolitamente calmo e particolarmente lucido, anche nella giungla infida delle aliquote e dei tetti di reddito che gli stessi alleati di centrosinistra avevano masochisticamente contribuito a ingarbugliare in queste ultime settimane, Berlusconi è sembrato ancora una volta un leader ormai proiettato nell’irrealtà mediatica, molto più che nella realtà politica. Fino a quei due minuti finali, quando il Cavaliere ha ritrovato per un attimo lo smalto dell’imbonitore televisivo e visionario, ed è tornato al registro confidenziale, e vagamente onirico, del leggendario "messaggio" sulla discesa in campo del 1994: "L’Italia è il Paese che amo...". Con tutto quel che seguiva e che è seguito, in termini di produzione del consenso, di innovazione del dibattito pubblico e di distruzione del tessuto sociale e istituzionale.
Qui c’è stata un’inversione dei ruoli. Prodi, che ha menato la danza per tutto il confronto, ha perso l’occasione. Il suo messaggio finale è stato corretto, ma ripetitivo e persino banale. Il Caimano di Arcore, al contrario, ha tentato di rompere la gabbia nel quale l’hanno cacciato cinque anni di logorante legislatura, e due mesi di disperata rincorsa pre-elettorale. La proposta di abolire l’Ici risponde a questa esigenza. Raggiunge l’obiettivo di dettare l’agenda di questi ultimissimi giorni di contesa elettorale. Di qui a dire che questa mossa a sorpresa basterà a invertire una rotta che i sondaggi danno per segnata per il centrodestra, ce ne corre. È difficile misurare l’effettiva efficacia della sortita berlusconiana. È anche probabile che non sposterà un solo voto in un elettorato che va verso la stabilizzazione. Anche tra quei 4 milioni di indecisi che, gradualmente, si stanno decidendo, ma a quanto pare distribuendosi in modo equanime tra i due schieramenti, e dunque senza apportare sostanziali modifiche alla forbice che tuttora separa il centrosinistra in vantaggio dal centrodestra all’inseguimento.
Il colpo di coda del Caimano fa un certo effetto. Ma probabilmente arriva fuori tempo massimo. Dopo cinque anni di impegni sostanzialmente mancati, le parole del Cavaliere, con tutto il rispetto, ricordano sempre di più quelle di Cetto Laqualunque, ringhioso "cacicco" meridionale messo in scena da Antonio Albanese, che contro "l’opposizione caina e bastarda" riesce solo a gridare: "Vi prometto le promesse". Credergli è sempre più difficile.
(4 aprile 2006)
2. > L’I.C.I. e dintorni ...., 4 aprile 2006, 10:48
"Se si riuscisse a tassare i patrimoni occultati dal Berluska e furbetti vari alle Isole Cayman ed in altri consimili paradisi fiscali, l’I.C.I. si potrebbe addirittura abolire !!!! Attualmente l’ICI rappresenta circa il 70% di tutte le entrate dei comuni e quella sulla prima casa è circa la metà dell’intero introito : la proposta del Berluska è quindi palesemente inattuabile. O meglio, per compensarla occorrerebbe circa raddoppiare l’aliquota ICI su tutti gli altri immobili diversi dalla prima casa portandola intorno allo 0,9 % ; operazione che il Berluska non potrebbe mai fare perchè andrebbe a colpire una fascia sociale che rappresenta il grosso della sua base elettorale. La sua proposta è quindi chiaramente propagandistica e fatta per prendere in giro gli elettori più sprovveduti."
MaxVinella
1. > L’I.C.I. e dintorni ...., 4 aprile 2006, 21:48
Duello TV. Quel gol in zona Cesarini
Bisogna ammetterlo. Dal punto di vista mediatico Berlusconi che, guardando dritto negli occhi il telespettatore, propone di abolire l’Ici sulla prima casa («anche sulla vostra») è un coupe de theatre che ha lasciato tutti di stucco.
Non pensiamo affatto che con questo Berlusconi abbia vinto il confronto con Prodi né che vincerà le elezioni. Semplicemente è stato un gol della bandiera, un gol in zona Cesarini che ha fatto terminare il match 3 a 1 invece che 3 a 0.
E’ evidente che si tratta di una promessa senza fondamento: per abolire l’Ici sulla prima casa bisognerebbe aumentare quella sulle case successive e prevedere altre tasse immobiliari. Cosa fattibile, al contrario di ciò che viene detto in queste ore nel centrosinistra (mentre i comuni paiono più cauti a riguardo). Ma cosa lontanissima dalle intenzioni del Cavaliere che certo non immagina neppure di tassare i ricchi, i proprietari di decine di appartamenti, i grandi speculatori. Per questo la promessa di Berlusconi è irrealizzabile: per farla servirebbe proprio quella redistribuzione che tanto odia.
Il centrosinistra però non può cavarsela dicendo che è impossibile. C’è chi (Rifondazione) al tavolo dell’Unione ha proposto di inserire l’abolizione dell’Ici sull’abitazione di residenza. Quella proposta non è passata. E oggi forse qualcuno si sta mordendo le mani.
www.rossodisera.info
2. > L’I.C.I. e dintorni ...., 4 aprile 2006, 21:54
Abolire l’Ici sulla prima casa? E’ possibile, ecco come
Cancellare la tassa sulla prima casa è una proposta che
Rifondazione avanza da sempre. Berlusconi parla a vanvera, mentre noi sappiamo come fare
Berlusconi ha tentato il colpo ad effetto proponendo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa ma non ha spiegato né le modalità né la copertura finanziaria. L’Ici è una questione maledettamente seria che non può essere declassificata a slogan da fine campagna elettorale.
Rifondazione comunista dal 13 giugno 2001, ovvero pochi giorni dall’avvio della scorsa legislatura, ha presentato una proposta di legge (n° 790) tesa all’abolizione dell’imposta comunale sulla prima casa di abitazione, reiterata ogni anno in sede di discussione della legge finanziaria. Non ricordiamo interventi né da parte della maggioranza uscente, né tanto meno del presidente del consiglio a sostegno della nostra proposta. Eppure la possibilità per giungere all’abolizione dell’Ici è concreta e possibile. Come ?
L’Ici è una imposta che “pesa” mediamente poco meno del 25% sulle entrate per gli enti locali. Il valore di tale introito è di circa 2,3 miliardi di euro. Un’entrata importante che sostiene le spese a dei servizi sociali (i comuni erogano moltissimi servizi, tra cui le mense scolastiche, i trasporti pubblici e gli asili nido).
Berlusconi propone una modalità di abolizione che porterebbe automaticamente ad una riduzione delle disponibilità finanziarie per i comuni e quindi al taglio di importanti interventi sociali. Costi o riduzioni di servizi che ricadrebbero – maggiorati – anche sui proprietari di prima casa.
D’altro canto le prese di posizione lette oggi da parte di alcuni sindaci di centrosinistra ed esponenti dell’Unione non appaiano all’altezza. Non è certo gridando «al lupo al lupo» che si contrasta uno slogan ma contrapponendo a questa un’alternativa verificabile e praticabile. Noi che da sempre e concretamente ci siamo interrogati come giungere alla abolizione dell’Ici abbiamo elaborato una proposta che coniuga la salvaguardia e la certezza di entrate per i comuni e l’avvio di atti concreti che portano alla esenzione dell’Ici per proprietari di prima casa.
La nostra proposta si basa sul concedere come primo atto la possibilità per i proprietari di prima casa, a partire da quelli con redditi medi e bassi (ad esempio con reddito inferiore ai 100.000 euro) e per alloggi non di lusso, di portarsi in detrazione l’Ici pagata.
In questo modo i comuni continuerebbero a percepire l’Ici sulla prima casa e i proprietari di prima casa vedrebbero l’avvio di una politica tesa alla abolizione completa.
Il percorso di abolizione dell’Ici si completerebbe nel corso della prossima legislatura e sarebbe compensato dall’avvio di una vera lotta alla evasione fiscale, dalla tassazione delle grandi rendite immobiliari, dall’aumento della tassazione Ici nei confronti dello sfitto e degli alloggi locati a nero ed eventualmente sulle case dopo la terza.
Pensiamo che questa proposta sia non solo seria, ma anche immediatamente percepibile come concreta da tutti. Inoltre - altro aspetto da non sottovalutare - è una proposta compatibile sia con le finanze dello Stato che con quelle dei comuni, in diretto collegamento con il programma dell’Unione che punta decisamente alla lotta e al contrasto dell’evasione e della elusione fiscale .
Berlusconi dopo cinque anni di governo e dopo avere esentato dal pagamento dell’Ici gli immobili ad uso non abitativo e i bed and breakfast degli enti ecclesiali, si ricorda all’ultimo minuto che esistono anche le prime case. Se era tanto convinto della bontà della sua proposta perché non l’ha praticata prima?
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