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L’ITALIA TAGLIA I FONDI ALLA COOPERAZIONE: E’ QUESTA LA LINEA DELL’EUROPA SOLIDALE?
Publie le giovedì 2 marzo 2006 par Open-PublishingBruxelles, 01/03/06
"l’Italia decreta la morte della cooperazione. L’Europa solidale deve
ribadire il suo secco no.
A seguito della drastica riduzione dei fondi destinati alla cooperazione
allo sviluppo da parte del Governo italiano con l’approvazione della Legge
Finanziaria 2006, la scorsa settimana siamo venuti a conoscenza che il
Ministero degli Esteri si starebbe preparando a effettuare un imponente
taglio dei contributi volontari italiani alle maggiori agenzie delle Nazioni
Unite (UNDP, UNFPA, UNICEF, UNHCR, UNRWA, FAO,ecc), che verrebbe a ridurre
l’ammontare totale dei fondi italiani destinati al multilaterale a meno di
quanto alcuni paesi europei hanno destinato ad una sola agenzia della
Nazioni Unite nel 2005.
Per questo, come Membro del Parlamento Europeo e Presidente della
Commissione Sviluppo, mi sembrava doveroso presentare un’interrogazione
scritta prioritaria indirizzata al Consiglio dell’Unione Europea per sapere
come viene giudicata tale misura e se esistono in Europa misure analoghe da
parte di altri governi.
La posizione del Governo italiano sulle politiche della cooperazione e dello
sviluppo non sono compatibili con l’idea di un’Europa solidale e che sia
all’avanguardia, come piu’ volte ha dimostrato di essere, su quegli stessi
temi.
Il Governo italiano si era impegnato ad aumentare la quota del PIL destinata
agli aiuti pubblici allo sviluppo fino allo 0,33% nel 2006. Nel 2004
l’Italia ha destinato solamente lo 0,15% del Pil agli aiuti. Nella
finanziaria 2005 si sono stanziati fondi solo per un misero 0,11%. Con
questi ultimi tagli (circa 52 milioni di euro) alla cooperazione
multilaterale ed al sistema delle Nazioni Unite, in particolare, abbiamo
definitivamente perso ogni credibilita’ all’estero, il che a’¨ davvero
preoccupante.
Non vorrei che anche Bruxelles perdesse di credibilita’ .
Inoltre mi sembra assurdo che il Governo continui preferire spendere i soldi
pubblici per la missione italiana in Iraq, e non per gli aiuti pubblici allo
sviluppo o appunto per finanziare l’operato di agenzie del sistema delle
Nazioni Unite. Nemmeno gli impegni presi a livello internazionale, con la
firma della dichiarazione delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo
del Millennio, e solo quest’estate, con la firma del nuovo progetto di
sviluppo per l’Africa al G8 di Gleaneagles, sono serviti a qualcosa. Il
taglio dei finanziamenti volontari proprio a quelle agenzie delle Nazioni
Unite - quali Acnur, Unicef, Fao, Undp - il cui operato ha un impatto
diretto nella lotta alla poverta’ mi sembra decisamente inaccettabile.
L’Europa deve dire se tali misure rappresentano un punto di vista condiviso
dai 25 in materia di cooperazione e aiuti allo sviluppo, oppure se si tratta
dell’ennesima noncuranza, del disinteresse, totale e cronico, del governo
Berlusconi per il tema della cooperazione per i piu’ poveri del pianeta".