Home > L’Italia, la Colombia e i narcos
Ci rallegriamo per la liberazione della Betancurt, candidata a presidente della Colombia.
Nessuno ci dira’ mai quante sono state le implicazioni di Washington in questo sequestro e in questa liberazione.
Ricordiamo che secondo le inchieste della polizia svizzera, Berlusconi deve la sua ascesa come miliardario al riciclaggio del denaro sporco del narcotraffico colombiano, connesso alla mafia siciliana e alla ‘ndragngheta calabrese. Questa informazione era in possesso di Bossi che intendeva usarla contro Berlusconi, invece poi scelse di allearsi con lui mettendo nel cassetto le informazioni della polizia svizzera e la propria coscienza e preferendo l’alleanza politica con un criminale ad una linea di giustizia e di onesta’. Al momento dobbiamo alle scelte di Bossi e del suo partito il potere di Berlusconi sull’Italia, che sta consegnando questo paese in mano alla criminalita’ organizzata comune e finanziaria. Dal riciclo del narcotraffico all’imposizione di un governo totalitario di destra che favorisce la criminalita’. Il cerchio si chiude.
Secondo gli investigatori, Cosa nostra e ‘Ndrangheta si sarebbero consorziate per pianificare l’importazione e la distribuzione in tutta l’Europa di ingenti partite di cocaina acquistate direttamente nei Paesi produttori, fra cui la Colombia, grazie ad accordi con le organizzazioni criminali del Sud America.
Dall’ultima intervista di Paolo Borsellino:
« All’inizio degli anni Settanta Cosa Nostra comincio’ a diventare una impresa, nel senso che attraverso l’inserimento che a un certo punto divento’ monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra comincio’ a gestire una massa enorme di capitali, dei quali, naturalmente, cerco’ lo sbocco..questi capitali in parte venivano esportati o depositati all’estero e allora cosi’ si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali. Contestualmente Cosa Nostra comincio’ a porsi il problema e ad effettuare investimenti.”
Prima entro’ nel narcotraffico internazionale la mafia. La ’Ndrangheta arrivo’ piu’ tardi, dopo i grandi colpi subiti da Cosa Nostra da parte della magistratura italiana, e prese il monopolio del traffico di cocaina in Europa, tendendo contatti diretti coi Narcos Colombiani attraverso Salvatore Mancuso capo della AUC.
Le manovre finanziarie necessarie per riciclare il denaro sporco sono effettuate da esperti della finanza internazionale, colletti bianchi che si pongono al servizio della criminalita’ organizzata per trasferire capitali di origine illecita verso paesi piu’ ospitali, i paradisi fiscali, che sussistono nella stessa Europa, senza che nessuno faccia gran che per estirparli. Il sistema bancario e’ senza alcun controllo sul servizio di riciclaggio e si presta volentieri a rifocillarsi di denaro sporco, mentre tiene anche le fila del traffico illecito di armi.
Intanto il sistema altettanto privo di controlli della Borsa e’ al servizio di manovre molto scorrette e inquietanti che bruciano miliardi di capitali e mettono a repentaglio la vita di milioni di persone.
Dal canto suo la Banca Europea non riesce a darci altro strumento di controllo economico che l’innalzamento del tasso di interesse, portatore di inflazione e di freno sulle economie nazionali che gia’ marciano in piena recessione.
La Comunita’ Europea, che e’ principalmente una Comunita’ di banche al servizio delle stesse banche, non e’ dotata di alcuno strumento bancario, fiscale o finanziario, per contrastare questo traffico, e cio’ non sara’ a caso, ne’ nel Trattato di Lisbona che ripropone al 95% le stesse soperchierie dell’ex Costituzione europea e’ dato di vedere alcun segnale di cambiamento, che non sia e resti la protezione dei grandi capitali e delle grandi corporazioni a scapito delle popolazioni dei paesi europei.
Ovviamente per combattere efficacemente il riciclaggio di denaro sporco, per evitare che la corruzione della criminalita’ infetti la classe politica, mandando al potere personaggi di pura esecuzione criminale, sarebbero necessari forti strumenti come un fisco assolutamente trasparente dotato di forti deterrenti penali e una normativa rigida sulle speculazioni del sistema bancario e sulle speculazioni della Borsa, per evitarne effetti perversi e incontrollati, ma questi strumenti sono in perfetta antitesi col sistema neoliberista e globalizzato, che pur essendo ormai fallimentare, persiste nel voler mantenere la sua politica di soprusi e di distruzione del mondo, una politica che ormai sta diventando anche di autodistruzione ma per cui non vediamo sorgere nessun freno o autonormazione correttiva.
La legislazione italiana e’ volutamente inadeguata alla gravita’ e alle dimensioni del narcotraffico, che nel nostro paese e’ floridissimo e alimenta una casta politica asservita e pronta a distruggere il codice processuale e penale per garantire la liberta’ ai rei, e vedere che l’unica cosa che si e’ prodotta e’ la legge Giovanardi-Fini sulla droga con l’equiparazione tra droghe leggere e pesanti e la punizione dei piccoli consumatori fa cadere proprio le braccia. Il nuovo codice di procedura penale, secondo molti osservatori, non e’ in linea con tale esigenza, in particolare perche’ Berlusconi ha preteso tempi brevi per le indagini, e ora il divieto di intercettazioni, tempi brevi per la custodia cautelare, imbrigliamenti ai magistrati, prescrizioni accelerate, depenalizzazione di alcuni reati, insomma una serie di ingiunzioni al processo e alla pena che di fatto funzionano come protezione ai grandi trafficanti di droga e ai criminali comuni e finanziari, favorendo le formazioni di grandi capitali mafiosi o politici e inquinando tutta l’economia del paese.
Anche i 100.000 processi fermi da sei anni e rimandati ancora di un anno per favorire il processo Mills, finiscono per essere un ulteriore aiuto che Berlusconi da’ alla grande criminalita’ organizzata.
“Gli italiani sono al 2° posto per consumo di cocaina nel mondo e quegli introiti vanno ad alimentare il circuito illegale, paramilitare e del narcotraffico in Colombia, ma soprattutto la ’ndrangheta, ed in parte anche la camorra, che sono i principali partner dei cartelli colombiani per l’organizzazione delle esportazioni di droga dalla Colombia in Europa. In piu’ la ’ndrangheta aiuta i cartelli nel riciclaggio del denaro sporco. In tutto questo ha avuto ed ha un ruolo importante un italiano, Salvatore Mancuso, che vive in Colombia e che e’ il capo dei paramilitari che negli anni hanno colpito centinaia di vittime innocenti per garantire i propri traffici’.” (Ivan Ceppeda)
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Masada 739. La Colombia, un paese disperato