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L’Italia non sia ultima in Europa:discorso di Montezemolo

Publie le venerdì 27 maggio 2005 par Open-Publishing
5 commenti

La Confindustria esorta Berlusconi a non fare dell’Italia l’anello debole d’Europa

Luca di Montezemolo si rivolge "a una classe dirigente che non si rende conto della drammatica situazione dei conti pubblici e dell’economia reale dell’Italia.Il Paese attraversa la "crisi economica più grave dal dopo guerra"

Mentre nel 2001,gli industriali avevano sostenuto Berlusconi,la Confindustria di Montezemolo prende le distanze da lui.
"Come imprenditori e come cittadini chiediamo alla classe dirigente che assuma le sue responsabilità di fronte alla gravità e all’urgenza dei problemi.Il patto di stabilità non è la causa della stagnazione economica,aggiunge Montezemolo. Se il governo continua adire che l’Europa è la causa dei nostri mali,distruggiamo l’Europa e aggraviamo i nostri mali".

http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3214,36-654798@51-627466,0.html

Messaggi

  • Francamente Montezemolo mi mette qualche brivido nella schiena in piu’ di quelli che mi provoca Berlusconi.

    Soprattutto quando sento poi il plauso acritico che, a parte il povero Bertinotti, gli ha tributato tutto il centrosinistra.

    Ha appena detto che bisogna tagliare le tasse alle imprese, che bisogna abbassare il costo del lavoro, che i contratti non vanno rinnovati e la nostra opposizione "responsabile" lo applaude freneticamente.

    Esagero se mi preoccupo un po’ ?

    Keoma

    • Penso di si.
      Tutte le forze sane del Paese sono prioritariamente preoccupate dalle irresponsabilità di Berlusconi che ha portato l’Italia alla rovina economica attuale,la più grave dal dopo guerra,come dice Montezemolo che esorta a non pensare semprealle urne.
      Lui vede la rovina economica,come capo delle industrie che sono andate a fondo assieme a buona parte di lavoratori di ogni settore.Si preoccupa delle prime,non dei secondi.E qui sbaglia,perche non ci possono essere industrie floride e lavoratori sfruttati.Questo punto è molto discutibile,anzi da respingere.
      In ogni modo la rovina delle prime coinvolge anche i secondi.Ed è il Paese in blocco che bisogna salvare dal vandalismo berlusconiano.
      Bertinotti ha comunque criticato giustamente,questa parte del discorso di Montezemolo.
      Il Paese non ce la fà più,perchè la destra non pensa minimamente a porre rimedio alla catastrofica situazione italiana.
      Da irresponsabile,Berlusconi fà finta di niente e continua la sua campagna elettorale.
      Come se niente fosse.ecco come reagisce all’allarme dell’Europa sui conti pubblici e sulla recessione:

      """Altro che crisi, altro che povertà. «L’Economist sbaglia», sentenzia Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa con Tony Blair. Non è affatto vero che l’Italia sia «the real sick man of Europe», il vero malato d’Europa: «Il Nostro paese – afferma il presidente del consiglio - non solo è bello per i suoi beni artistici, culturali e ambientali, ma ha anche le regioni più ricche d’Europa. La ricchezza delle famiglie supera di otto volte il Pil annuo, abbiamo una percentuale altissima di telefonini, auto e di case di proprietà».

      È davvero meravigliosa l’Italia che Berlusconi descrive agli inglese: «Abbiamo 100mila fra chiese e monumenti, 40 mila palazzi storici con i tesori che contengono, 3500 musei, 2500 siti archeologici, 1000 teatri», elenca il premier. Ma non è solo una questione di bellezze artistiche. C’è anche «il più alto numero di telefonini (siamo play boy ed i nostri ragazzi mandano almeno 10 messaggi al giorno alle loro ragazze)».

      Un popolo di innamorati e di risparmiatori, «il Paese che ha il maggior numero di case di proprietà delle singole famiglie». Insomma, «quando l’Economist guarda all’Italia e figura un’Italia sostenuta dalle stampelle, dice una cosa che è profondamente contraria alla situazione che noi in Italia viviamo. È una situazione di benessere e di gioia, perché siamo nati in un Paese che è il più bello e fra i più ricchi del mondo».

      Un Paese, tra l’altro, che «contribuisce alla cooperazione internazionale in rapporto al proprio Pil in misura pari agli Stati Uniti». Il che equivale a dire che siamo all’ultimo posto nel mondo.""

      http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=42839

      Quest’uomo è fuori di senno.E dirige l’Italia.Io mi augurerei un ’unità nazionale,anche con la Confindustri,per cercare di fermarlo.

      Patrizia

    • Di "unita’ nazionale" per risolvere una crisi economica ne ho gia’ vista purtroppo una negli anni settanta.

      E mi basta.

      Tra l’ altro, in quel clima di "unita’ nazionale" ho visto morire nelle piazze tre amici carissimi nel giro di un anno e mezzo, con Kossiga che militarizzava intere citta’ e col Pci che lo applaudiva, con Lama che proponeva "sacrifici" per i lavoratori e andava a provocare i movimenti col servizio d’ordine della Cgil che si atteggiava a "nuova polizia".

      Berlusconi va rimandato a casa prima possibile senza dubbio ma senza per questo fare il "governo della Confindustria" .

      E invece mi sembra che stiamo andando proprio in quel senso.

      Col rischio che, facendo disamorare "il popolo di sinistra" di fronte a certe alleanze innaturali , facciamo pure rivincere Berlusconi.

      Non e’ solo Montezemolo e le sue ricette ultraliberiste applaudite da Fassino e c. a farmi rabbrividire ma anche tante altre cose.

      L’ ultima che ho sentito e’ quella di Sgarbi passato alla Margherita e probabile sottosegretario ai Beni Culturali nel futuribile governo dell’ Ulivo.

      Ma siamo diventati scemi ?

      Keoma

    • Non ho assolutamente detto che bisogna fare il governo con Confindustria.
      Ma l’allarme di Montezemolo sulla catastrofica situazione italiana è quello di un qualsiasi cittadino che vede un Paese alla deriva.E’ lo stesso allarme che ha lanciato il Presidente Ciampi.
      Quella di Montezemolo mi sembra una denuncia di una persona che capisce la catastrofe che si sta abbattendo su un Paese che di fatto non ha un governo.E le esternazioni irresponsabili di Berlusconi dopo l’allarme dell’Europa,dell’Ocde,dell’Istat confermano la sua preoccupazione
      Per ricostruire il Paese bisogna mandare via Berlusconi.Ma già Rutelli gli dà una mano e lo rimette in lizza dopo la formidabile mazzata che gli elettori gli hanno inferto.E non si capisce come abbia potuto fare una cosa simile,dopo la strepitosa vittoria di tutta la sinistra.
      Più che di Sgarbi(che spero nessuno prenderà) io mi preoccupo dell’ispiegabile iniziativa di Rutelli.Sono questi i veri pericoli dell’attuale situazione italiana.

      E’ Bertinotti stesso che invita Prodi a lavorare per l’unione.E un’unione Prodi Bertinotti non può assolutamente avallare ricette ultraliberiste o riportarci agli anni settanta

    • La classe generale

      GUGLIELMO RAGOZZINO DA "IL MANIFESTO" DI IERI

      «Auguri a tutti». Silvio Berlusconi, su invito di Luca Cordero di Montezemolo, ha pronunciato all’assemblea di Confindustria un discorso di quarantadue parole («ce la faremo.... situazione difficile... lavoriamo insieme...»), che finiva nel modo sopra citato. Quelli che temevano, come il manifesto di ieri, che l’avrebbe tirata per le lunghe, sono serviti. Berlusconi era molto inquieto, certo per motivi suoi e anche per quello che aveva sentito e visto all’Auditorium romano, tra i suoi colleghi industriali e tra i suoi ministri, presenti in entrambi i casi in modo massiccio. L’evidente disagio del presidente del consiglio ha spinto gli avversari politici principali - ds e Margherita - a magnificare il discorso di Montezemolo, molto oltre il giusto. Ha prevalso ancora la logica dell’amico-nemico, ridotta ai minimi termini: a chi critica il mio nemico, io regalo subito tutto. Confindustria nelle parole del suo presidente si traveste da classe generale: non sono più gli industriali che esprimono il proprio pensiero, enunciano esigenze, fanno richieste al governo, pongono limiti invalicabili o aprono spiragli percorribili alla classe dei lavoratori. Confindustria delinea un progetto completo che valga per dieci anni. Tra dieci anni, se le si lascia mano libera, promette un paese più efficiente, con più gente che lavora, per tempi più lunghi, più istruzione, più ricerca e innovazione, più infrastrutture, più concorrenza, meno burocrazia.

      Confindustria si attribuisce compiti generali perché sovrappone il proprio bene a quello di tutta la popolazione, ritenendo che per esempio la meritocrazia o il profitto siano valori condivisi; e quando parla di profitto ai suoi associati, Montezemolo alza la voce, chiama l’applauso. Ma non è solo questo. L’associazione degli industriali in senso stretto ha fatto il suo tempo. Ora si è allargata agli albergatori, ai trasportatori, ai venditori di software. Confindustria rappresenta tutti, ingloba tutti, purché stiano dalla parte del profitto. E il campo del profitto deve allargarsi, tutti i servizi devono essere aperti, concorrenziali, liberalizzati, come si usa dire, compresa la sanità, compresa la scuola. L’ombra di Bolkestein aleggia sull’Auditorium: è come un angelo alato che guida la schiera degli ex industriali. Due terzi del Prodotto interno lordo sono nei servizi. Avanti popolo delle imprese, grida Montezemolo. Vede una grande pianura da conquistare.

      Da conquistare, beninteso, non come facevano i barbari di un tempo, che appena vedevano una pianura la mettevano a ferro e fuoco, ma meritocraticamente, per il bene di tutti, perché tutto funzioni con trasparenza e efficacia, senza ingorghi burocratici, senza corruzione, senza sacche di lavoro nero che evada le tasse. Naturalmente occorrono fondi iniziali e sicurezze per quegli eroici imprenditori disposti all’avventura dell’investimento. Le banche non sono poi così sicure come alleate delle imprese. Si può invece contare sulla classe operaia superstite, che accetti ancora una volta di fare lo scambio tra il blocco dei salari adesso e il radioso futuro del profitto tra dieci anni.

      Nel grande affresco tracciato dal presidente degli industriali, ormai lanciati verso le nuove conquiste, non c’è un cenno su monopoli o oligopoli; invece si parla molto dell’Europa, un Europa madre, non matrigna come crede il governo, ma pur sempre Europa dei forti contro i deboli. Europa capace di comandare, nel mondo, di scegliere, di dare a tutti qualcosa e a pochi, i confindustriali, tutto quello che si meritano. Perché mai dovremmo adottare Montezemolo?

      p.s.

      Sgarbi e’ gia’ stato preso, non dalla Margherita come credevo, ma da una costola della cosiddetta FED, i repubblicani della Sbarbati, per cui ce lo troveremo comunque nella lista unitaria "Uniti nell’ Ulivo"e qualche elettore diessino se lo trovera’ candidato unico al maggioritario nel suo collegio.

      Poi dice che viene voglia di astenersi .....