Home > L’OFFENSIVA DELATRICE

L’OFFENSIVA DELATRICE

Publie le giovedì 15 maggio 2008 par Open-Publishing
4 commenti

"Il Riformista" di Antonio Polito non lo legge nessuno, e infatti non è finanziato perchè sia letto da normali lettori. E’ fatto come un bottettino di informazioni "riservate". E infatti è destinato a portaborse che circondano i politici che contano, cioè che prendono le decisioni. Sono quelli che le decisioni le preparano, le suggeriscono, le organizzano. Sono anche quelli che poi vengono inseriti nelle liste di collocamento per funzioni tipo quelle che svolgeva Pio Pompa. Infatti giornali come il "Riformista" e "Il Foglio" sono il posto migliore per preparare quel tipo di "quadri". Scrivono per loro, gli "insegnano il mestiere". Chi meglio di Ferrara e Polito potrebbero insegnare quel mestiere?

Questa premessa è indispensabile per aiutare a capire le modalità dell’attacco contro Travaglio. In accoppiata, s’intende, con Giuseppe D’Avanzo, che sparava bordate contro De Magistris e la Forleo. dimostrando bene così la scala di valori su cui misura il suo tempo di lavoro: insomma cominciamo dai veri cattivi, poi, per il resto, se avanza tempo...

Ma torniamo al "Riformista". Hai fatto parlare Travaglio? Adesso ti bastoniamo (per meglio dire: perchè non lo bastonate, voi che dovete prendere prossime decisioni in RAI?). L’oggetto di tante amorevoli cure è già non più Travaglio (quello l’hanno già liquidato), bensì... Fabio Fazio.

Il nostro ben noto cuor di leone dava già fastidio, sebbene facesse di tutto per non dare fastidio proprio a nessuno. Ma la prudenza, neppure la meno temeraria (ed è il caso di Fabio Fazio), non è più gradita. Bisogna leccare gli stivali. Altrimenti ti cacciamo. Povero Fazio, non aveva ancora messo a posto l’orologio. Il "Riformista" invita a epurare anche lui: "E’ all’altezza professionale di condurre un’intervista su un tema così delicato?". Come si vede viene già suggerita la motivazione della sentenza con cui gli si toglierà il contratto.

Delazione numero due: chi ha preparato il programma? Tra di loro c’è Michele Serra, anche lui collaboratore di Repubblica. Domanda velenosa: "Perchè in tv sempre più spesso il giornalismo è appaltato a bravi presentatori, comici e cabarettisti?" Fuori dai piedi anche Michele Serra!

Anche lui, negli ultimi tempi, si era fatto tanto moderato da assomigliare al tipico zerbino, ma non ha ancora leccato stivali, e forse non lo farà mai, perchè è persona per bene. Ma è persona che non ha ancora messo a posto l’orologio. Dunque toglietegli il contratto anche a lui, e in fretta, per favore.

Infine viene Travaglio stesso, delazione numero tre. "perchè Travaglio scrive (ancora, ndr) su Repubblica?". Toglietegli il contratto, anche a lui. E’ il modo migliore per colpirlo, per colpirli, tagliategli i fondi, poi metteteli fuori legge. La lobby dei portaborse, informata dal "Riformista" e dal "Foglio" è invitata a cominciare la caccia alle streghe (i due "organi" lo facevano già prima, ma adesso anche loro hanno messo a posto gli orologi).

Il tutto mentre, sullo sfondo, Berlusconi e Veltroni - perfino più velocemente di quanto avevamo pronosticato - si stanno mettendo d’accordo su tutto. Questo vale come memento per quelli che hanno votato Veltroni per impedire che arrivasse Berlusconi, che ridere!

Giulietto Chiesa

http://www.giuliettochiesa.it/modules.php?name=News&file=article&sid=316

14 Maggio 2008

Messaggi

  • L’obiettivo fondamentale dell’inciucio è pervenire al controllo totale e completo di tutto il sistema informativo e mediatico : televisione, stampa ed industria culturale più in generale !!

    Da qui poi, una volta "normalizzate" le voci dissonanti, partire per formare un nuovo sistema di potere consociativo, tramite il quale spartirsi di comune accordo le risorse pubbliche e le ricchezze del paese !!

    Al banchetto parteciperanno di diritto la casta politica, le corporazioni professionali e tecnocratiche e , ovviamente, i maggiori trust finanziari ed imprenditoriali : tutti gli altri saranno viceversa sempre più depredati ed impoveriti, lasciati al loro destino di classe subordinata !!

    MaxVinella

  • LA LETTERA

    Il giornalismo
    e il caso Schifani

    di MARCO TRAVAGLIO

    Caro direttore, D’Avanzo è liberissimo di ritenere che i cittadini non debbano sapere chi è il presidente del Senato. Io invece penso che debbano sapere tutto, che sia nostro dovere informarli del fatto che stava in società con due personaggi poi condannati per mafia, che si occupava di urbanistica come consulente del comune di Villabate, controllato dal clan Mandalà, anche dopo l’arresto del figlio del boss e subito prima dello scioglimento per mafia.

    Perciò l’ho scritto (dopo valorosi colleghi come Lillo, Abbate e Gomez) e l’ho detto in tv presentando il mio libro. Anche perché la Procura di Palermo sta ancora vagliando le dichiarazioni rese nel 2007 dal pentito Francesco Campanella, già presidente del consiglio comunale di Villabate e uomo del clan Mandalà, sul piano regolatore che, a suo dire, il boss aveva "concordato con La Loggia e Schifani" (Ansa, 10 febbraio 2007).

    Ciò che non è consentito a nessuno, nemmeno a D’Avanzo, è imbastire una ripugnante equazione tra le frequentazioni palermitane del palermitano Schifani e una calunnia ai miei danni che - scopro ora - sarebbe stata diffusa via telefono da un misterioso avvocato: e cioè che l’imprenditore Michele Aiello, poi condannato per mafia in primo grado, mi avrebbe pagato un albergo o un residence nei dintorni di Trabia. La circostanza è totalmente falsa e chi l’ha detta e diffusa ne risponderà in tribunale.

    Potrei dunque liquidare la cosa con un sorriso e un’alzata di spalle, limitandomi a una denuncia per diffamazione e rinviando le spiegazioni a quando diventerò presidente del Senato. Ma siccome non ho nulla da nascondere e D’Avanzo sta cercando - con miseri risultati - di minare la fiducia dei lettori nella mia onorabilità personale e nella mia correttezza professionale, eccomi qui pronto a denudarmi.

    Se questo maestro di giornalismo avesse svolto una minima verifica prima di scrivere quelle infamie, magari rivolgendosi all’albergo o dandomi un colpo di telefono, avrebbe scoperto che: 1) non ho mai incontrato, visto, sentito, inteso nominare questo Aiello fino al giorno in cui fu arrestato (e comunque, non essendo io siciliano, il suo nome non mi avrebbe detto nulla); 2) ho sempre pagato le mie vacanze fino all’ultimo centesimo (con carta di credito, D’Avanzo può controllare); c) ho conosciuto il maresciallo Giuseppe Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino.

    Il primo anno trascorsi due settimane nell’albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L’anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di "cuscini". Ecco tutto.

    Che c’entri tutto questo con le amicizie mafiose di Schifani, francamente mi sfugge. Qualcuno può seriamente pensare che, come insinua D’Avanzo, quella vacanza fantozziana potrebbe rendermi anche solo teoricamente ricattabile da parte della mafia o addirittura protagonista di "una consapevole amicizia mafiosa"? Diversamente da Schifani, non solo sono un privato cittadino. Non solo non sono mai stato socio né consulente di personaggi e di comuni poi risultati mafiosi. Ma non ho mai visto né conosciuto mafiosi, né prima né dopo la loro condanna. Chiaro? Se poi questo è il prezzo che si deve pagare, in Italia, per raccontare la verità sul presidente del Senato, sono felice di averlo pagato.

    Ps. Su una sola cosa D’Avanzo ha ragione. Tra i miei ex direttori, ho dimenticato quello del "Borghese": Daniele Vimercati. Era uno splendido e libero giornalista. Purtroppo non c’è più, l’ha portato via a 43 anni una leucemia fulminante. Mi manca molto.

    "Repubblica" 15 Maggio 2008

    • Tra i detrattori più violenti di Travaglio abbiamo Giuseppe D’Avanzo, esimio opinionista di Repubblica.
      La posizione di D’Avanzo è abbastanza strana, se si considera che attacca con livore un collega, visto che Travaglio scrive anche lui su Repubblica, ma non è la prima volta che D’Avanzo attacca Santoro, Travaglio o giudici come de Magistris o la Forleo con un eccessivo livore. Insomma, con la scusa di essere un legalitario, D’Avanzo si dimostra un facinoroso di destra abbastanza sgradevole. E che ci fa allora su Repubblica un giustizialista di destra? Ormai i quotidiani hanno due staffe, in una scrivono i Travaglio, i Gomez, i Rizzo o Stella.. sull’altra scrivono i Romano, i Pianebianco, i D’Avanzo, gli Scalfari. Sono come quei fascisti che tenevano un ebreo in cantina, non si sa mai come giri il vento. E non so se questo atteggiamento mi pare più ipocrita o più opportunistico. Ma so che atteggiamenti simili si dovrebbero estirpare.
      Strano giornalista questo D’Avanzo. Il suo intervento in merito ad Abu Omar è così puntuale e porta ai rapporti di Telecom col Sisdi che molti hanno pensato a un facsimile di Farina o Ferrara (uomini della CIA)
      Scrive wikipedia:
      "In ambienti giornalistici s’è più volte affacciata l’ipotesi che D’Avanzo e Bonini abbiano fonti direttamente nel mondo degli agenti segreti. Tale "fisiologico" precipitato delle rivalità tra testate ha registrato un’impennata dopo la scoperta (nel caso Telecom-SISMI) che il giornalista Renato Farina era a "libro paga" del SISMI: Francesco Cossiga, un esperto in materia ma anche viziato dalla sua pubblica solidarietà con il capo del SISMI Pollari, ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede se D’Avanzo e Bonini siano col capo della polizia Gianni De Gennaro in rapporto di giornalista-fonte, o se invece dal secondo ai primi vi sia stato passaggio di danaro."
      Lo dice Cossiga. Eventuali querele sono da rimandare a lui.

      Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_D%27Avanzo"

      Ma la cosa più comica è leggere su l’Espresso:

      "La Bollati Boringhieri pubblica il celebre scritto di Josepg Pulitzer che leggitima la cronava accurata e l’inchiesta indipendente come risorsa della società democratica.
      Il curatore è Giuseppe D’Avanzo.

      viviana

    • Vale la pena di aggiungere che il metodo di D’Avanzo mi ricorda molto la tecnica dell’avviso mafioso: "Stai attento a quello che fai. Ci può essere gente che sa molto di te e ti vuole male. E’ un consiglio da amico".

      K.