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L’Onda torna in piazza ma la Cisl si defila in onore del dialogo
Publie le sabato 15 novembre 2008 par Open-PublishingL’Onda torna in piazza ma la Cisl si defila in onore del dialogo
di Castalda Musacchio
La Cisl si sfila. Non parteciperà allo sciopero di domani proclamato a gran voce dal mondo dell’università. Non basterà questa consumata rottura a livello confederale a destabilizzare una protesta che si moltiplica in tutte le sue forme e che continua a reclamare il proprio diritto ad esistere contro i tagli annunciati, contro lo scempio che il ministro Gelmini vorrebbe della Pubblica istruzione; ma, certo, la rottura a livello sindacale si è definitivamente palesata. E in tutta la sua evidenza. Dopo l’incontro a palazzo Grazioli fra Berlusconi, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil Bonanni e Angeletti, la Cisl si è defilata dallo sciopero dell’università. La Uil ha deciso di prendere tempo, mentre la Cgil, oltre a confermare tutte le mobilitazioni del 14 e del 15, ha annunciato per il 12 dicembre lo sciopero generale contro la politica economica e sociale del governo. Data che coincide anche con la protesta già annunciata della Fiom.
Le motivazioni addotte dalla Cisl le ha spiegate ai cronisti Antonio Marsilia, segretario generale della Cisl-università: «C’è stato un passo avanti che potrebbe aprire una nuova fase nel confronto con il governo e il ministro Gelmini con il documento sottoscritto si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra governativa sull’università e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma. Vogliamo proseguire il confronto per arrivare a una riforma condivisa». In pratica è stata sostanzialmente accolta la richiesta del ministro che aveva proposto un rinvio per lo sciopero di domani «programmato prima che il governo approvasse le linee guida e il decreto e di continuare un proficuo lavoro di approfondimento dei problemi».
Secca la replica del segretario generale Cgil Guglielmo Epifani: «Quello che è accaduto martedì sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti. Il presidente Berlusconi dimostra così di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sul tema della crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli "riservati" li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l’Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa». Proprio nell’incontro di martedì era stato firmato un documento, ad esclusione della Cgil, per l’individuazione tra le altre cose delle risorse contrattuali per il biennio economico 2008-2009 e anche per la stabilizzazione dei precari, per l’utilizzo del turn over e l’ampliamento delle dotazioni organiche (ricerca).
Al termine di quell’incontro era stato lo stesso Marsilia (Cisl) a dichiarare: ««Il ministro ci ha assicurato che gli impegni assunti saranno ratificati dal governo. Mi sembra un buon punto di partenza per dare vita a una condivisa e moderna politica riformatrice delle istituzioni per il progresso civile ed economico del Paese». Decisioni su cui punta il dito Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: «Abbiamo scritto insieme la piattaforma della protesta e siamo stati insieme all’incontro con il ministro Gelmini che è stato del tutto interlocutorio e che riguardava solo una parte di quella piattaforma. Pur apprezzando alcune dichiarazioni di buona volontà del ministro ad affrontare alcune criticità relative al problema del precariato e dei contratti complessivamente vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l’impianto del decreto Brunetta».
In sostanza è in corso, e proprio da parte dell’Esecutivo, una strategia precisa: quella di dividere il mondo sindacale, strategia su cui la Cisl con la sua decisione - avvertono dalla Cgil - rischia di andarsi ad impantanare. Eppure, nonostante i ripensamenti, e tanti, che riguardano le organizzazioni sindacali confederali, l’Onda non si ferma. E in tutta Italia sono in corso i preparativi per una manifestazione attesa dal mondo dell’università e per ribadire senza mezzi termini un "no secco" all’idea di riforma dell’Istruzione che Gelmini ha in mente. «L’Onda - dicono gli studenti - continuerà a montare». Nonostante la decisione del governo di provvedere ad emanare quel decreto già diventato legge e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Domani a Roma sono attesi due cortei. Il primo partirà da piazza della Repubblica, il secondo da piazza Bocca della Verità e terminerà a piazza Navona. Intanto - avverte il movimento - proseguono le mobilitazioni nelle scuole in tutto il Paese: assemblee pubbliche e lezioni in piazza si intensificano in vista del 17 novembre, giornata di mobilitazione internazionale degli studenti.