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L’autuonomia rivendicata da Sansonetti è di parte e poco costruttiva
Publie le mercoledì 22 ottobre 2008 par Open-PublishingL’autuonomia rivendicata da Sansonetti è di parte e poco costruttiva
di Danilo Tosarelli, Comitato politico federale PRC Milano
Ho sempre creduto nell’importanza di avere e sostenere Liberazione, cercando di convincere i compagni ad acquistarlo.
Purtroppo, sono già molti anni che migliaia di nostri iscritti non lo acquistano più . Alcuni non l’hanno mai acquistato,altri solo saltuariamente. Triste ammettere che sono in questa lista molti nostri dirigenti ed istituzionali.
Il rapporto vendite/iscritti al PRC ne è conferma.
Tutto ciò dimostra, come la questione Liberazione sia stata da sempre affrontata dal Partito con superficialità.
Liberazione evidentemente, non è mai riuscita a scaldare i cuori di tanti, troppi compagni di Rifondazione, magari più sensibili alle sorti del Manifesto.
Mai come in questo momento la questione torna di grande attualità. Come si vorrebbe Liberazione?
Facili le critiche, impossibili le soluzioni che accontentino tutti.
Un giornale pienamente condiviso? Non è possibile e forse non sarebbe utile.
Certo è, che un giornale comunista deve saper stimolare dibattito e riflessioni a più voci (guai se così non fosse), ma a mio avviso deve saper privilegiare l’inchiesta e la controinformazione. Spazio quindi a chi non ha voce, coinvolgendo in prima persona il nostro popolo che ne è gran parte.
Per me è questa la giusta direzione e tutto ciò non significa trasformarlo in un piatto bollettino di partito.
Occorrono idee, ma occorre anche in prospettiva un sostegno convinto da parte dei nostri compagni.
Non sono soddisfatto della gestione Sansonetti. Ho grande rispetto delle idee altrui, ma non posso digerire gli editoriali che hanno espresso solidarietà alla Franzoni, alla Carfagna o più recentemente il calciatore della Roma De Rossi, addirittura incensato in prima pagina dal suo fan Stefano Bocconetti.
Un segno dei tempi? E’ forse questo che si intende quando qualcuno teorizza la necessità di andare "oltre gli steccati"? Non vule essere nè una provocazione, nè una banalità.
Come non notare che lo slogan"andare oltre" sostenuto da Sansonetti, viene infilato con astuzia nelle pagine più lette del giornale? O con interviste a tutta pagina(vedi Revelli) o con immancabili contraltari alle riflessioni di esponenti dell’attuale maggioranza.
Una partigianeria che traspira nelle scelte redazionali e che davvero sta diventando poco nobile e poco costruttiva.
Mi spiace, ma se questa è l’autonomia rivendicata da Sansonetti, credo sia ora di voltare pagina e guardare avanti.