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L’esecrazione della critica è una tipicità del regime
Publie le venerdì 17 aprile 2009 par Open-Publishing3 commenti
Dunque a sentire l’orrenda canea che i realisti più realisti del re (e anche a sinistra!) hanno intentato contro Annozero, Santoro “è stato molto più malvagio del clan dei Casalesi e assai più dannoso del terremoto”.
E non si parli di Vauro! Per una vignetta merita l’ostracismo!!! Non avrebbe fatto diversamente una tribù primitiva che divinizza il proprio sovrano, uccidendo chi gli pesta l’ombra. Ma dove siamo arrivati?
Il senso delle proporzioni è violato così clamorosamente che questo paese rischia il più grosso autogol mondiale sul piano della credibilità dopo le gaffe di Berlusconi e i media italiani possono tranquillamente retrocedere di altri 40 posti nella classifica dell’informazione e della civiltà. Lo spettacolo è stato incivile.
Annozero ha solo osato quello che non sarà più osabile: aggiungere alle ovazioni di regime qualche critica, qualche dubbio, qualche voce dissenso. Ora anche questo è reato. E lo sottolinea un cardinale! Ma dove siamo andati a finire?
Annozero presentava un normale elenco di critiche e dubbi su costruzioni, corruzioni e disattenzioni dando spazio anche a chi denunciava ritardi o omissioni.
Ma si è voluto dare l’impressione che fosse diffamazione pura per cattiveria o biechi fini politici
E non era un bieco fine politico anche questo?
Com’è che nessuno ha dato l’ostracismo alle tv tanto moraliste che nemmeno durante il terremoto hanno interrotto o cambiato i loro programmi e sono arrivate a vantare senza vergogna il loro share come se parlassero di un talk shaw?
L’elenco di chi non può essere criticato si allarga paurosamente. Non possono essere criticati Berlusconi e la sua corte, Ratzinger e i suoi ministri, i vertici delle aziende di Stato, la Protezione Civile, la Croce rossa, la Comunità Europea, l’Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, la Chiesa… di questo passo non potremo criticare neanche il Grande Fratello. Chiunque abbia un minimo di potere deve stare nel cielo degli dei e gli dei, si sa, non sono criticabili. O è sacrilegio.
Nel paese dove più nulla è sacro: il territorio, la salute, l’acqua, il lavoro, la vita, l’infanzia, la sicurezza, la pace, il corpo, l’anima... il potere rende sempre più sacro se stesso, in una idolatria che uccide ogni democrazia, ogni diritto umano, ogni senso comune.
Il potere sacralizza se stesso e moltiplica le proprie corti.
Nella caduta degli dei e dei valori, il potere si pone come l’unico valore e l’unica divinità in una corruzione totale dell’etica che non viene disdegnata nemmeno dai maggiori ministri del culto, in una prostituzione delle coscienze che vede al primo posto coloro che proprio nell’illuminazione delle coscienze dovrebbero porre la loro missione.
Mammona (ricchezze disoneste e potere contro l’uomo) vince su tutto.
Non è solo la legge del mercato o la subordinazione delle sopravvivenze, è proprio una degenerazione grave del senso morale dei poteri dello Stato, che vede al primo posto per indegnità addirittura quella stampa che del potere dovrebbe essere il maggior censore.
Davvero una bella referenza per marciare, come lo stolto Franceschini vuole, verso il potere assoluto di un premier forte a diretta elezione popolare!
"Do solo Mammona cogitant, quorum Deus est sacculus"
Fulvio Colombo:
Santoro non è stato al gioco della protezione civile “santa subito”. Vero, la protezione civile ha fatto tante cose. Ma se molta gente ha da raccontare altre storie, il dovere è di farli tacere? Pare di sì o sei un infame.
Va bene, lo dicono i giornali di Berlusconi che, dopo aver pagato il suo prezzo di alzatacce, vuole il dovuto tributo e ordina persino sondaggi per misurare il suo trionfo sulle macerie. La macerie sono tante ma anche il trionfo, dicono i sondaggi, è notevole.
Come si permette allora quel verme di Santoro di guastare la festa? Dove sta scritto nel mondo di Berlusconi, che un giornalista deve dare notizie, specialmente se stonate e sgradevoli? Ma ecco il punto alto della Repubblica di Newslandia, il Paese della informazione perfetta.
Ve lo racconta Aldo Grasso in persona, sul “Corriere della Sera” appena descritto come il luogo giusto per scrivere e per leggere, dal nuovo Direttore de Bortoli. Ecco l’indimenticabile “motivazione al valor giornalistico”:
“Santoro si è sentito in dovere di metterci in guardia dalla speculazione incombente, di seminare zizzania con i morti ancora sotto le macerie, di descrivere l’Italia come il paese dei furbi incapaci di rispettare le leggi. Santoro la chiama libertà di informazione. Esistono gli abusi edilizi, ma forse anche gli abusi di libertà”.
AH, SE DE BORTOLI AVESSE LETTO QUESTE RIGHE ESEMPLARI PRIMA DI SCRIVERE IL SUO ORMAI CELEBRE DISCORSO (sulle libertà di stampa) AI REDATTORI DEL CORRIERE.
Messaggi
1. L’esecrazione della critica è una tipicità del regime, 17 aprile 2009, 20:31
Cara Viviana, il non aver fatto quella legge sul conflitto d’interessi che avrebbe in una qualche misura impedito al Berluska di impadronirsi del totale controllo su tutta l’informazione, era chiaro che poi avrebbe generato l’attuale situazione.
I grandi soloni della sinistra ( ex sinistra ormai !!) quando erano al governo si dimenticarono di fare questa legge, illudendosi che poi il Berluska avrebbe comunque lasciato spazi anche a loro e che in fin dei conti, controllando la RAI , avrebbero potuto contobilanciare il suo strapotere mediatico.
Non capirono invece che lui poi avrebbe preso tutto, ponendo le basi politiche e culturali per instaurare un regime talmente forte ed ormai così’ consolidato,che non si vede come e chi lo possa scalfire.
Le voci dissonanti o peggio antagoniste saranno gradualmente messe a ta- cere senza neanche più il bisogno di "editti bulgari", ma semplicemente scagliandogli contro le truppe cammellate degli pseudo-giornalisti di regime e depositari del verbo berluskoniano.
Voglio comunque concludere citando Joseph Pulitzer :
"Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per se’ non e’ forse sufficiente, ma e’ l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri."
MaxVinella
1. L’esecrazione della critica è una tipicità del regime, 18 aprile 2009, 08:14, di viviana
Come sempre, Max, hai perfettamente ragione.
Abbiamo sempre saputo che i livelli della politica sono tanti e che quello che ci danno a vedere è in genere errato e insufficiente, ma i presunti errori della cosiddetta sinistra aprono interrogativi troppo pesanti, perché non possiamo pensare che scelte come quella di non applicare la legge che rendeva ineleggibile Berlusconi e lasciargli mano libera da un governo all’altro sulle televisioni siano frutto di totale idiozia, viene fatto di pensare che ci sia un livello della politica che non sappiamo in cui queste scelte scellerate hanno un loro senso ma non può che essere un senso illecito e spregevole. Per cui pesantissimi dubbi gravano su D’Alema, Violante e tutto il resto della baracca.
In Italia stiamo stramazzando sotto orrori che in altri paesi europei non esistono: clientelismo, nepotismo, governanti super leges, irresponsabilità penale delle dirigenze, moltiplicazione delle cariche, inciuci, conflitti di interesse, tendenze gravemente anticostituzionali.
Purtroppo anche la sx radicale quando ha fatto la sua breve esperienza di governo non ha inciso in alun modo su questo andazzo scellerato e Bertinotti e Diliberto hanno rapidamente distrutto anche quel patrimonio di credibilità che prima non era mai stato messo alla prova. Ora non si sa più cosa pensare. Il cielo è cupo e le prospettive morte.
ciao, con simpatia
viviana
2. L’esecrazione della critica è una tipicità del regime, 18 aprile 2009, 18:00
Cara Viviana, ho parlato di "dimenticanza" in senso, penosamente purtroppo, ironico !!
Sono convinto anch’io che quella scellerata scelta sia il frutto di una sporca e turpe contrattazione sottobanco nell’ombra inquietante di quel livello occulto della politica, su cui gettò qualche rapido lampo di luce l’emergere dell’ "affaire" loggia P2, a cui sappiamo con certezza il Berluska era iscritto !!
Ma sappiamo anche che di quella loggia facevano parte anche molti esponenti della così detta "sinistra" e che poi entrarono a far parte o comunque influenzarono molte scelte dei governi D’Alema , Prodi e di quello pseudo-tecnico Dini.
Forse la loggia P2 non esiste più o avrà cambiato nome, me certamente esiste ancora un segreto e trasversale di intreccio di accordi, di inciuci e contrattazioni , che l’informazione ufficiale e di regime si guarda bene dall’indagare, preferendo sguaiatamente abbaiare contro i vari Santoro e Travaglio di turno, gli unici che cercano ancora di fare il loro mestiere secondo l’etica giornalistica di Joseph Pulitzer.
Sull’operato poi della sinistra radicale ( anch’essa in procinto di diventare "ex" , vittima di un rapido e letale processo di polverizzazione) è meglio stendere un velo pietoso !!
Ciao
MaxVinella