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L’importanza del progetto del PRC e del convivere
Publie le venerdì 9 gennaio 2009 par Open-PublishingL’importanza del progetto del PRC e del convivere
di Mario Navari e Cristian Rossi, consiglieri provinciali Prc Lucca
Caro direttore, notiamo che negli ultimi giorni viene dato parecchio spazio su "Liberazione" (e non solo nelle lettere) a compagni o ex, che non condividendo più la linea del partito annunciano la loro fuoriuscita. Non vogliamo commentare le ragioni che hanno portato a queste scelte che non condividiamo. Tuttavia ci permettiamo di evidenziare che notiamo sicuramente un partito in sofferenza per diverse ragioni (ragioni ereditate anche dagli ex dirigenti che quasi si esaltano a notare le attuali difficoltà di un partito oramai fuori dal Parlamento) ma che vuole fuoriuscire da questo chiacchiericcio aggrovigliato intorno a possibili scissioni per ricreare quelle condizioni che ci permettano di rialzare la testa.
Dobbiamo essere in grado di convivere in un partito dove si possa essere anche in minoranza ma mai per questo abbandonare il progetto che ci ha guidato in tutti questi anni di partito. Tutto ad un tratto ci rendiamo conto che anche per i dirigenti nazionali diventano indigeribili e pesanti termini come "rifondazione" e "comunista", elementi che da diversi anni risultano nel nostro simbolo ci pare, che hanno permesso a diversi compagni di ricoprire diversi ruoli sia istituzionali che dirigenziali.
Siamo, purtroppo, in una fase della società dove in ogni campo si evidenziano coloro che si ritirano o annullano i loro impegni mentre vengono dati per scontati e quasi derisi coloro che continuano, come i semplici militanti, a dedicare le proprie forze e il proprio tempo libero a idee e valori. Oltre a quelli di partito pensiamo ad esempio ai militanti del sindacato Cgil, agli innumerevoli rappresentanti aziendali, che nonostante si trovino spesso in contraddizione con le scelte della Cgil nazionale, non smettono di lottare nei luoghi di lavoro e nel contempo contro le scelte concertative che alcuni sindacati portano avanti.
Arrivando a far crescere dal basso quel malessere dei lavoratori che è poi sfociato nell’ultimo sciopero del 12 dicembre. Ci rendiamo, quindi, disponibili a continuare il nostro lavoro in Rifondazione, anche se non fa notizia, e a tutti gli altri iscritti del 2008 rivolgiamo un invito dal basso a rinnovare (e perché no anche ad iscriversi per chi non avesse ancora provato) la tessera di questa organizzazione che continuiamo a chiamare partito non di una sinistra generica ma comunista.
In onore di tutti i lavoratori che hanno lottato, anche se a volte in minoranza, per ottenere tutti i miglioramenti che fino a un secolo fa sembravano solo utopia.