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L’ingiusta distanza

Publie le lunedì 19 novembre 2007 par Open-Publishing

Ora che da Genova è possibile tornare senza essere ammazzati, sequestrati, torturati ora che decine di migliaia di giovani e meno hanno sfilato dimostrando non tanto d’avere cuori buoni e natura civile ma d’essere stati nel 2001 vittime del proditorio piano d’attacco e massacro organizzato dal governo Berlusconi-Fini - allora assolutamente amici per la pelle e sulla pelle di giovani, no global, antagonisti - quella che scaturisce dai dibattimenti giudiziari ancora in atto è l’ennesima ingiusta distanza italica.

La distanza d’una giustizia dalle due misure che assolve chi ha assassinato Carlo Giuliani e sorvola su chi ha predisposto l’uso indiscriminato delle armi. E già prepara una sicura scappatoia ai 70 fra funzionari e agenti - come gli squadristi dei Gom utilizzati nella notte dei pestaggi alla Diaz e a Bolzaneto - che nel 2009 potranno godere della prescrizione. Distanza stabilita dalla politica che non vuole la commissione parlamentare d’inchiesta e dalla magistratura che verso le violenze di Stato fa come le tre scimmiotte mentre accusa di devastazione e saccheggio 25 manifestanti rimasti unici capri espiatori dei giorni d’un’illegalità studiata e preordinata da Berlusconi, Scajola, De Gennaro. Organizzata e praticata da strutture dell’ordine trasformate in corpi di cieca e sadica repressione.

Del sangue versato da Carlo che ha perso la vita e dalle centinaia di manifestanti che son vivi fuori ma morti dentro per quel hanno subito e vissuto, non s’è tenuto conto. Nessuno ha pagato. Come in altre occasioni nessuno pagherà nonostante il gran numero di testimoni – anche interni alle forze dell’ordine – che hanno ammesso le pratiche macellaie di certi colleghi. Su questo terreno il governo Prodi può gettare la maschera, subire il ricatto di voti e fiducia dei Dini, Di Pietro, Mastella e sacrificare la denuncia della violazione della Democrazia a chi fa di pesi differenti una filosofia e pratica di vita. A cominciare dal principe del ricatto: Francesco Cossiga che ha sulla coscienza molti avversari e alcuni amici. Non è solo il centrodestra a manifestare ipocrisie, l’attuale governo gli somiglia sempre più anche in momenti importanti come quello che dovrebbe stabilire e punire una gravissima violazione del diritto e delle libertà.

A Genova - come ricorda Amnesty International - fu offesa non solo la legalità ma venne praticata quell’infame oppressione degli individui alla stregua di quel che accade in angoli del mondo per i quali i nostri politici spargono false lacrime. Che Prodi e Veltroni stiano al gioco è semplicemente vergognoso. Anche l’attuale maggioranza balla sul cadavere di Carlo e sulle anime lacerate dei giovani del luglio e una simile viltà non si perdona. Diceva un grande genovese: ”Siete lo stesso coinvolti”.

http://www.alternativamente.info:80/index.php?option=com_content&task=view&id=1292&Itemid=66

Ora che da Genova è possibile tornare senza essere ammazzati, sequestrati, torturati ora che decine di migliaia di giovani e meno hanno sfilato dimostrando non tanto d’avere cuori buoni e natura civile ma d’essere stati nel 2001 vittime del proditorio piano d’attacco e massacro organizzato dal governo B-Fini -…. quella che scaturisce dai dibattimenti giudiziari ancora in atto è l’ennesima ingiusta distanza italica.
La distanza d’una giustizia dalle due misure che assolve chi ha assassinato Carlo Giuliani e sorvola su chi ha predisposto l’uso indiscriminato delle armi. E già prepara una sicura scappatoia ai 70 fra funzionari e agenti - come gli squadristi dei Gom utilizzati nella notte dei pestaggi alla Diaz e a Bolzaneto - che nel 2009 potranno godere della prescrizione. Distanza stabilita dalla politica che non vuole la commissione parlamentare d’inchiesta e dalla magistratura che verso le violenze di Stato fa come le tre scimmiotte mentre accusa di devastazione e saccheggio 25 manifestanti rimasti unici capri espiatori dei giorni d’un’illegalità studiata e preordinata da Berlusconi, Scajola, De Gennaro. Organizzata e praticata da strutture dell’ordine trasformate in corpi di cieca e sadica repressione.

Del sangue versato da Carlo che ha perso la vita e dalle centinaia di manifestanti che son vivi fuori ma morti dentro per quel hanno subito e vissuto, non s’è tenuto conto. Nessuno ha pagato. Come in altre occasioni nessuno pagherà nonostante il gran numero di testimoni – anche interni alle forze dell’ordine – che hanno ammesso le pratiche macellaie di certi colleghi. Su questo terreno il governo Prodi può gettare la maschera, subire il ricatto di voti e fiducia dei Dini, Di Pietro, Mastella e sacrificare la denuncia della violazione della Democrazia a chi fa di pesi differenti una filosofia e pratica di vita. A cominciare dal principe del ricatto: Francesco Cossiga che ha sulla coscienza molti avversari e alcuni amici. Non è solo il centrodestra a manifestare ipocrisie, l’attuale governo gli somiglia sempre più anche in momenti importanti come quello che dovrebbe stabilire e punire una gravissima violazione del diritto e delle libertà.

A Genova - come ricorda Amnesty International - fu offesa non solo la legalità ma venne praticata quell’infame oppressione degli individui alla stregua di quel che accade in angoli del mondo per i quali i nostri politici spargono false lacrime. Che Prodi e Veltroni stiano al gioco è semplicemente vergognoso. Anche l’attuale maggioranza balla sul cadavere di Carlo e sulle anime lacerate dei giovani del luglio e una simile viltà non si perdona. Diceva un grande genovese: ”Siete lo stesso coinvolti”.

http://www.alternativamente.info:80/index.php?option=com_content&task=view&id=1292&Itemid=66