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L’ispettore Raciti è stato ucciso da una camionetta della polizia ?
Publie le giovedì 5 aprile 2007 par Open-Publishing3 commenti

Discovery fatale
di Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina
Una camionetta della polizia in retromarcia. Un urto. Poi l’ispettore si accascia.
Dal verbale di un agente forse una nuova verità sulla tragedia di Catania
Il Discovery della polizia si muove in retromarcia per sfuggire all’inferno di pietre, fumo e bombe carta scatenato dagli ultras catanesi. Poi, un botto improvviso sulla vettura. In quel momento l’ispettore Filippo Raciti si porta le mani alla testa e si accascia. Due colleghi lo adagiano nel sedile posteriore del fuoristrada; l’ispettore si lamenta dal dolore e non riesce a respirare. Potrebbe essere in questo racconto, nel verbale redatto il 5 febbraio scorso alla squadra mobile di Catania, la soluzione del ’caso Raciti’’, l’ispettore di polizia morto dopo gli scontri con i tifosi durante il derby Catania-Palermo del 2 febbraio.
A raccontare è l’autista del fuoristrada, l’agente scelto S. L., 46 anni. È lui che ricostruisce dettagliatamente quella giornata di follia: dall’arrivo dei pullman con i tifosi del Palermo sino agli ultimi momenti di Raciti. Il passaggio più importante del verbale va collocato intorno alle 20,30. Più di un’ora dopo il presunto contatto con gli ultras di fronte al cancello della curva Nord e a partita appena conclusa, mentre fuori dallo stadio continua la guerriglia. Rivela S. L.: ". In quel frangente sono stati lanciati alcuni fumogeni, uno dei quali è caduto sotto la nostra autovettura sprigionando un fumo denso che in breve tempo ha invaso l’abitacolo. Raciti ci ha invitato a scendere dall’auto per farla areare. Il primo a scendere è stato Raciti. Proprio in quel frangente ho sentito un’esplosione, e sceso anch’io dal mezzo ho chiuso gli sportelli lasciati aperti sia da Balsamo che dallo stesso Raciti ma non mi sono assolutamente avveduto dove loro si trovassero poiché vi era troppo fumo.
Quindi, allo scopo di evitare che l’autovettura potesse prendere fuoco, mentre era in corso un fitto lancio di oggetti e si udivano i boati delle esplosioni, chiudevo gli sportelli e, innescata la retromarcia, ho spostato il Discovery di qualche metro. In quel momento ho sentito una botta sull’autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra insieme a Balsamo portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti ed evitare che cadesse per terra". Raciti viene adagiato sul sedile e soccorso da un medico della polizia.
L’ispettore muore per la manovra imprudente di un collega alla guida del Discovery? A ipotizzarlo, dopo avere letto il verbale, è adesso la difesa dell’unico indagato, il minorenne Antonio S. arrestato pochi giorni dopo gli scontri, e accusato dell’omicidio. Scrive il medico Giuseppe Caruso, nella consulenza di parte: le fratture delle quattro costole dell’ispettore e le sue lesioni al fegato sono compatibili, "con abbondante verosimiglianza, con il bordo dello sportello di un fuoristrada o dello spigolo posteriore di un identico autoveicolo".
Si potrebbe ribaltare dunque lo scenario proposto dalla polizia e dal pm della Procura presso il Tribunale per i minorenni, Angelo Busacca, che accusano il giovane di avere scagliato, con altri, un pezzo di lamiera contro un gruppo di agenti, tra cui Raciti, che tentavano di proteggere i tifosi del Palermo. Un gesto compiuto, come testimoniano le riprese video, tra le 19,04 e le 19,09. La partita giudiziaria ora si gioca sul terreno medico-legale. A sostegno della nuova richiesta di scarcerazione per mancanza di indizi del minorenne gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco hanno depositato la consulenza di Caruso che demolisce le considerazioni del medico-legale del pm, Giuseppe Ragazzi. "La frattura delle coste, a maggior ragione quando le coste fratturate sono diverse", scrive Caruso, "comporta dolori lancinanti e difficoltà respiratorie immediate e non consentono, a chiunque, lo svolgimento delle normali attività fisiche". Come ha fatto Raciti, dunque, si chiedono i difensori, a fronteggiare gli ultras catanesi, dalle 19,08 sino alle 20,20, con quattro costole fratturate e un’emorragia al fegato senza avvertire dolori? La risposta è affidata a una nuova consulenza medico-legale collegiale, che gli avvocati hanno chiesto al gip Alessandra Chierego, con "esperti di chiara fama, non escludendo l’ipotesi di dovere chiedere la riesumazione del corpo dell’ispettore". Oltretutto Raciti, dopo le 19,08, ha continuato il suo lavoro senza problemi, come testimonia il suo collega Lazzaro: "Mentre eravamo in macchina non ho sentito Raciti lamentare dolori o malessere". Dopo due mesi di indagini della polizia di Catania ora il caso Raciti è affidato ai carabinieri del Ris di Parma: i risultati della nuova perizia si conosceranno entro un paio di mesi.
(05 aprile 2007)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Discovery-fatale/1562227&ref=hpstr1
Messaggi
1. L’ispettore Raciti è stato ucciso da una camionetta della polizia ?, 6 aprile 2007, 11:53
Catania, 19:58
RACITI: RICORSO CASSAZIONE DIFESA 17ENNE CONTRO ARRESTO
I legali del diciassettenne accusato di avere provocato la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti durante le violenze dei tifosi il 2 febbraio scorso a Catania hanno depositato nella canceleria della Corte di Cassazione il ricorso contro la decisione del Tribunale del riesame per i minorenni di Catania di confermare l’ordine di custodia nei confronti dell’indagato. In Cassazione e’ gia’ pendente un altro ricorso dei difensori del minori. Sara’ discusso il prossimo 10 aprile e riguarda l’ordine di arresto del ragazzo per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, anche questo confermato in sede di Tribunale del riesame.
www.repubblica.it
2. L’ispettore Raciti è stato ucciso da una camionetta della polizia ?, 6 aprile 2007, 22:24
Raciti travolto da auto polizia, ipotizza difesa indagato
venerdì, 6 aprile 2007
di Sara Rossi
MILANO (Reuters) - L’ispettore capo della polizia Filippo Raciti — morto lo scorso 2 febbraio negli scontri in occasione della partita di serie A Catania-Palermo — potrebbe essere stato travolto da un mezzo della polizia in fase di retromarcia.
Lo ipotizzano gli avvocati del minorenne di Catania — attualmente in carcere come unico accusato dell’omicidio dell’agente — in una versione dei fatti che scagionerebbe il loro assistito e che è possibile leggere nell’atto per il ricorso in Cassazione per la scarcerazione del ragazzo, presentato dagli stessi legali.
"Non dobbiamo accusare nessuno, dobbiamo difendere il ragazzo", ha detto a Reuters al telefono l’avvocato Giuseppe Lipera, che assieme alla collega Grazia Coco difende il 17enne accusato.
L’ipotesi della difesa si basa tra l’altro — come scrive anche il settimanale l’Espresso — sulle dichiarazioni depositate in un verbale il 5 febbraio scorso alla squadra mobile di Catania (e citato nell’atto presentato in Cassazione) in cui un agente scelto, che si trovava in servizio con Raciti la sera degli scontri, ha ricostruito la dinamica dei fatti e in cui si attribuisce il ferimento dell’ispettore a una bomba carta che scoppiò sotto al mezzo da cui era appena sceso l’ispettore.
Un altro degli agenti in servizio con Raciti ha dichiarato a verbale di aver visto l’ispettore tentare di reggersi allo sportello dell’auto subito dopo l’esplosione, e di averlo sentito chiedere aiuto dicendo che gli mancava l’aria.
"Proprio in quel frangente ho sentito un’esplosione", racconta nel verbale l’agente scelto, le cui dichiarazioni sono state oggetto dell’attenzione della difesa.
"Sceso anch’io dal mezzo ho chiuso gli sportelli lasciati aperti da Raciti (...) ma non mi sono assolutamente avveduto di dove loro si trovassero poiché vi era troppo fumo. Quindi per evitare che l’autovettura prendesse fuoco (...) chiudevo gli sportelli e innescata la retromarcia ho spostato il Discovery di qualche metro", ha aggiunto l’agente.
"In quel momento ho sentito una botta sull’autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra (...) portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti per evitare che cadesse per terra", ha aggiunto.
E la stessa perizia del medico di parte, Giuseppe Caruso, sostiene che le lesioni subite da Raciti sarebbero compatibili "con abbondante verosimiglianza, nel bordo dello sportello di un fuoristrada o nello spigolo posteriore di un identico auto-veicolo".
FERITE MOLTO DOLOROSE
A scagionare il minorenne accusato dell’omicidio, secondo il legale della difesa, sarebbe inoltre la differenza di tempo tra quando il ragazzo avrebbe scagliato il pezzo di lamiera che secondo l’accusa ha provocato la morte dell’ispettore — tra le 19,04 e le 19,09 — e il momento in cui l’ispettore ha detto di sentirsi male — le 20,30.
"Secondo i medici quattro costole rotte provocano un dolore fortissimo, e con il fegato rotto nell’arco di 5,10 minuti, 20 massimo, si va in dissanguamento", ha detto l’avvocato Lipera, sostenendo che l’ispettore Raciti, se avesse riportato queste ferite poco dopo le 19, non sarebbe stato in grado di lavorare fino alle 20,30.
MALASANITA’
Ma il teorema della difesa si basa anche su un’altra concausa: l’ispettore Raciti non sarebbe stato curato in modo adeguato dal personale dell’ospedale Garibaldi di Catania dove è stato ricoverato e dove è morto alle 22,20.
"Il poliziotto arriva alle 20,40 in ospedale e muore alle 22,20. Non ci risulta che siano state fatte le terapie giuste per guarirlo. Dalle 20,40 alle 22,20 si sono occupati soltanto di rianimarlo. Quindi è molto verosimile l’ipotesi dell’incidente alle 20,30 legato al Discovery, come è molto verosimile che ci sia stata una concausa da parte della malasanità", ha aggiunto il legale.
L’avvocato Lipera inoltre ha precisato che lo strumento che secondo l’accusa sarebbe stato lanciato dal minorenne e che avrebbe colpito Raciti, un sottolavello in metallo, "non è idoneo ad ammazzare nemmeno una formica, è una lamina e non una spranga, è una lamina sottilissima".
Ora la parola passa alla nuova consulenza medico legale collegiale che gli avvocati hanno chiesto al gip del Tribunale per i minorenni di Catanaia, Alessandra Chierego.
Attualmente è in corso l’incidente probatorio in cui i periti nominati d’ufficio sono gli uomini del Ris di Parma.
Ieri intanto l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del ministero dell’Interno ha stabilito che la partita del campionato di serie A Catania-Roma sia giocata a porte chiuse per motivi di sicurezza.
Il Senato ha approvato martedì scorso in via definitiva il decreto contro la violenza negli stadi, varato dal governo in seguito agli scontri di Catania e alla morte di Raciti.
www.reuters.it
3. L’ispettore Raciti è stato ucciso da una camionetta della polizia ?, 7 aprile 2007, 14:55
Due mesi di stranezze e ipotesi alternative
S.Pi. da "Il Manifesto" del 6 Aprile 2007
2 febbraio 2007, Catania-Palermo, muore un poliziotto, al termine di scontri ripresi in diretta tv: tutti i media concordano, è colpa degli ultras. La mattina dopo, nei bar, ovunque, si discute di come una bomba carta possa uccidere un uomo, Filippo Raciti, ispettore della Polizia di Stato.
Secondo giorno: non è stata una bomba carta, è stato un colpo inferto al poliziotto, probabilmente in un corpo a corpo, probabilmente da qualche teppista, sicuramente con qualcosa che il resto della ciurma ha sradicato allo stadio. Gli hanno spappolato il fegato.
Nessuno, neanche L’Espresso, riporta una notizia particolare, le prime stranezze: come mai i cancelli della curva del Massimino erano aperti, fatto insolito, proprio quando il pubblico defluisce per il caffè nell’intervallo, proprio nel momento in cui arrivavano i palermitani? Figuriamoci se si parla delle retate, della presenza di fascisti negli scontri e del trattamento dei tifosi in questura. I tg stringono il cerchio: gli inquirenti hanno i video, non sarà difficile scorgere il momento dell’impatto del colpo mortale su Raciti. E intanto si parla di modello inglese e di problemi sociali.
Arriva l’autopsia. Il Corriere dello Sport è l’unico giornale a riportare una notizia che apparirà e scomparirà nel volgere di una giornata: «Il medico legale che ha effettuato l’autopsia, Giuseppe Ragazzi, ha notato all’altezza dell’organo distrutto una ferita, o meglio un livido, di dieci centimetri. A forma di stella».
Questa notizia risveglia qualcuno che fino a quel momento aveva ritenuto più saggio farsi i fatti propri e prender per buone le verità della tv. Sul web partono versioni alternative, ma sono pur sempre fatte dagli ultras e allora i quotidiani preferiscono sparare in prima pagina i disegni della Procura di Catania. E’ necessario un disegno, perché il video che doveva inchiodare il teppistello diciassettenne non mostra il momento dell’impatto. Le teorie sul web, con tanto di foto di lacrimogeni con chiusura a forma di stella, non vengono prese in considerazione. Forse questa teoria è annebbiata da eccesso di complottismo, ma se non altro evidenzia incongruenze nella ricostruzione ufficiale dei fatti, per la prima volta, sul web, non sui giornali.
Qualcosa a quel punto si muove, qualcuno comincia a ficcarci il naso. Il G8, Aldrovandi e tanti altri casi: il curriculum delle forze dell’ordine non è immacolato. Il casco opaco di Raciti, ricordo del G8 genovese, riporta alla mente notti di irruzioni e false prove, presentate sotto forma di «brillante operazione».
I buchi dell’indagine sono troppi, almeno per qualcuno, e soprattutto cominciano a uscire dai cassetti della Procura verbali e testimonianze. L’Espresso l’8 febbraio pubblica un articolo in cui viene messa in dubbio la ricostruzione dell’accusa. A quel punto tutti i giornali diventano più coraggiosi: chi ha ucciso Raciti? Viene dato spazio all’ipotesi dell’avvocato che difende il ragazzo accusato di omicidio: in una nota della Digos sarebbe riportata una conversazione tra uno degli arrestati e i suoi genitori, in cui viene detto che Raciti sarebbe stato colpito da «un colpo di sportello», verosimilmente di un’auto della Polizia. E’ il colpo di scena che precede l’ultimo scoop.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/06-Aprile-2007/art34.html