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L’uomo nero

Publie le lunedì 11 gennaio 2010 par Open-Publishing
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Le paure ataviche e la benzina del leghismo

Il potenziale razzismo esplode e si arma di pistole e spranghe. Ma dove parte la miccia dell’intolleranza che infiamma la Calabria?

Lo psicoanalista junghiano Luigi Zoja abita vicino alla Chinatown milanese di via Sarpi:

"Quando scendo in strada sento parlare cinese. Negli USA, i cinesi di Chinatown parlano inglese. Qui non c’è integrazione, né preoccupazione per la mancata integrazione. L’italiano è preparato alla percezione dell’altro molto meno che in altri paesi. Si è sempre detto scioccamente che l’italiano non è razzista. Ma dipendeva solo dal fatto che c’erano meno minoranze rispetto ad altri paesi.

L’Inghilterra è da molto tempo abitata da pachistani, indiani e così via, a causa dell’impero coloniale. La Francia un po’ meno, ma sempre più di noi. La Germania ha visto un alto numero di immigrati e, come in Svizzera, una politica al riguardo c’è stata. Da noi ciò non è avvenuto: il problema vero si avrà tra una generazione. Come nell’estate delle banlieue parigine che andavano a fuoco: gli autori delle proteste erano francesi di colore. 2a generazione: di lingua francese e passaporto francese, coscienti dei loro diritti. Quando i nostri immigrati stagionali saranno così evoluti, alzeranno le richieste.

Chi ha bisogno di proiettare il male sull’altro ha un atteggiamento paranoico e incapace di autocritica. Penso che noi tutti siamo potenzialmente paranoici, ma controllati, e quindi, potenzialmente razzisti.

Nei sogni l’uomo nero è rappresentazione della paura.

L’altro è sentito come minaccioso. È una distinzione primordiale, di tipo animale. Gli animali tra specie diverse possono uccidersi. L’animale ha l’istinto per distinguere una specie diversa. L’essere umano non riconosce più l’altro essere umano se ha tratti diversi, abiti diversi, lingua diversa.

Se il cane annusa il cane, lo riconosce, l’uomo percepisce l’altro attraverso sistemi culturali. E se l’altro è troppo diverso non lo capisce.
Mi sono riletto il Mein Kampf, per un libro sulla paranoia che sto scrivendo: lì Hitler fa il salto. Dice che gli animali non accettano quelli di un’altra specie. E poi falsa il discorso e dice: "quindi un’altra razza è troppo diversa, bisogna allontanarla e se non si può, eliminarla". Passa da specie a razza. Ma gli animali di razza diversa non possono fare figli. Se noi ci accoppiamo con un cinese o un nero, nasce un essere umano perfetto. Anzi l’umanità è andata avanti su questo. Gli esquimesi, quando arrivava uno straniero lo facevano dormire con la moglie. Sapevano per istinto che l’endogamia è geneticamente dannosa.

Fa parte dei compiti civili dell’uomo tenere controllato l’animale dentro di sé. Posso guardare un uomo perché istintivamente diverso, non posso aggredirlo.

Maroni che dice “troppa tolleranza”, dice una sciocchezza. Occorre invece educazione e prevenzione. Non creare ghetti. Invece noi che facciamo?
Aspettiamo che ci scappi il morto.

(Da Il Fatto Quotidiano)

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