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L’uranio impoverito ha colpito

Publie le mercoledì 13 aprile 2005 par Open-Publishing

Di UBALDO CORDELLINI

L’uranio impoverito ha colpito almeno sei trentini. Oltre ai due militari diciannovenni deceduti dopo essere rientrati da una missione in Bosnia di cui ha parlato il presidente provinciale dell’Unms (Unione nazionale mutilati per servizio) ci sono altri quattro militari che avrebbero contratto forme tumorali dopo aver prestato servizio sia in Bosnia che in Kosovo. I dati sono dell’Osservatorio militare, un’associazione presieduta dal maresciallo Domenico Leggero che si batte da anni al fianco di chi ha contratto malattie dopo aver prestato servizio in zone bombardate con proiettili all’uranio impoverito.

L’uranio impoverito è ormai diventato un incubo per molti dei militari che hanno partecipato alle varie missioni nell’ex Jugoslavia. Ufficialmente l’esercito ha sempre rifiutato di attribuire i decessi all’uranio impoverito, ma la statistica redatta dal maresciallo Leggero è impressionante:-«A oggi possiamo dire che i morti a causa di malattie provocate dall’uranio impoverito sono 34, mentre i malati sono 276.

L’esercito, però, non lo ha mai riconosciuto come causa di servizio. O meglio, è successo in un caso e il giorno dopo la commissione è stata sciolta. Molti hanno percorso la via giudiziaria. In primo grado i tribunali ci hanno dato ragione, ma in secondo grado finora è andata male. Quello che è più preoccupante è che su tutta la vicenda sta calando un velo di silenzio. La gente continua a morire, ma nessuno ne parla più. I malati sono in tutta Italia e hanno contratto patologie gravi».

Sui quattro militari trentini affetti da forme tumorali dopo aver prestato servizio nell’ex Jugoslavia, il maresciallo Leggero non vuol dire di più: «Noi chiediamo sempre ai nostri associati la disponibilità a intervenire sui mass media e i quattro trentini preferiscono la riservatezza. Per questo non posso dire molto sulla loro vicenda. Quello che posso dire è che hanno contratto patologie tumorali. Non posso neanche dire come procedono le cause giudiziarie intraprese».

La vicenda è seguita da vicino anche dall’Osservatorio sui Balcani di Rovereto. Nicole Conotteri studia da anni il problema e tenta di squarciare il velo di indifferenza che sta calando sulla sofferenza di chi ha contratto terribili malattie servendo la patria in missioni internazionali: «In Bosnia nel 1995 e in Kosovo nel 1999 sono cadute 10 mila e 800 bombe all’uranio impoverito.

Sulle conseguenze del contatto con questo tipo di ordigni c’è uno studio recentissimo della dottoressa Gatti dell’università di Modena. La dottoressa ha provato che l’esplosione di questo genere di proiettili deposita nel terreno microparticelle di piombo o di arsenico che vengono inalate e, dal momento che sono piccolissime, entrano facilmente nell’organismo.

Questo provoca molto facilmente malattie come il linfoma di Hodgkin. Purtroppo, però, non c’è la volontà di andare a fondo della questione. Nel novembre scorso è stata istituita una Commissione parlamentare sull’uranio impoverito, ma a sei mesi di distanza non ha ancora iniziato a lavorare. E intanto la gente continua a morire».

Fonte: "L’Adige"