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LA BNL NON RISPETTA LA LEGGE 626 SULLA SICUREZZA AZIENDALE

Publie le martedì 23 gennaio 2007 par Open-Publishing
4 commenti

Roma, 22 gennaio 2007

Stefano Libotte
Direttore Risorse Umane

Roberto Quinale
Relazioni Sindacali

Francesco Colella
Direttore Operations

Leonardo Petrella
Resp. Unità Prev.
Ambiente

Segreterie Nazionali Coordinamento B.N.L.

1° BILANCIO DELL’ESPERIENZA DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA IN BNL

E’ passato oltre un anno, dalla nostra elezione a Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.), in conseguenza di quanto stabilito dal Decreto Legislativo n. 626/94 (ricordiamo che siamo n. 24 in tutta Italia).

In questo periodo, con molta onestà intellettuale, accogliendo l’invito rivoltoci a più riprese dalla Banca, crediamo di aver dimostrato tutta la nostra collaborazione, pazienza e senso di responsabilità. Ma, nonostante i nostri sforzi per comprendere i problemi di adeguamento alle disposizioni di Legge in materia di Sicurezza e Igiene sul lavoro, non possiamo più tacere, pena la corresponsabilità, l’inadeguatezza delle strutture attivate dalla Banca, ma soprattutto la mancanza di volontà, oramai evidente, nell’applicare quanto previsto dalla Legge.

Elenchiamo solo alcuni significativi esempi:

• Contrariamente a quanto previsto, non siamo mai stati coinvolti preventivamente nelle ristrutturazioni ambientali che si sono succedute;
• Contrariamente a quanto previsto, laddove, da mesi abbiamo svolto sopralluoghi presso le nostre Dipendenze segnalando, nei modi previsti, disfunzioni ed inadeguatezze, non ci è mai stato notificato nessun riscontro a ciò, indicandoci gli eventuali tempi di intervento. Da troppo tempo ci viene segnalata la prossima attivazione di una procedura automatizzata ad hoc, senza indicarci date credibili; A proposito, a quando il famoso incontro cui si era impegnato il Dott. Colella, da tenersi entro novembre scorso?
• Contrariamente a quanto previsto, le Squadre Antincendio e di Primo Soccorso di norma nelle Dipendenze non esistono, tranne rarissimi casi, e nella maggior parte dei casi non sono mai state eseguite le previste prove di evacuazione;
• Contrariamente a quanto previsto, nulla di serio e credibile viene fatto affinché sia fatta rispettare …….per tutti!!....... la Legge che vieta il fumo nei luoghi di lavoro. Ciò, nonostante le nostre ripetute denunce e segnalazioni, e le altrettanto ripetute assicurazioni da parte dei Responsabili della Sicurezza di immediati e concreti interventi.
• Segnaliamo, a puro titolo di esempio, un caso significativo presso il nostro Centro Stampa, laddove, a fronte di una ristrutturazione degli ambienti, che ha molto ridotto gli spazi disponibili, senza ovviamente interessarci, dopo la nostra denuncia di un eccessivo aumento del rumore provocato dagli apparati ivi esistenti, si è fatto intervenire un tecnico esterno che ha attestato la necessità di effettuare opere di insonorizzazione ambientale.
Bene, ….. dopo un anno non si è fatto ancora nulla ed i lavoratori, con grande senso di responsabilità, stanno subendo il fortissimo rumore con seri rischi per la loro salute.
• In ultimo, ma solo per non dilungarci troppo, denunciamo che laddove sono stati attivati i controlli medici, abbiamo verificato che a parità di prestazione svolte si sono avuti comportamenti difformi nelle diverse Aree Territoriali.

Tutto ciò è inaccettabile.

Crediamo sia nostro dovere, dopo aver dato tante prove di tolleranza e senso di responsabilità, denunciare tale stato di cose a tutti i Responsabili aziendali, ai lavoratori che ci hanno eletti ed a cui dobbiamo rendere conto, ed ai loro Rappresentanti Sindacali, affinché nessuno possa dire che non sapeva, quando, modificando il nostro attuale atteggiamento, cominceremo a denunciare agli Organi Competenti le inadempienze e le disapplicazioni del Decr. legislativo 626/94 da parte della Banca.

Chi ha la responsabilità ed è preposto a decidere lo invitiamo a farlo, se veramente tiene alla salute e al benessere dei lavoratori, che, come viene detto quando si vuole fare bella figura, “sono il patrimonio più importante e imprescindibile della Banca”.

RAPPRESENTANTI BNL DEI LAVORATORI
PER LA SICUREZZA

Messaggi

  • "Nessuna azienda osserva integralmente la Legge 626 !! Rispettare le norme di sicurezza rappresenta un costo aggiuntivo e tutti cercano di disapplicarle o eluderle !!! Questo avviene perchè nessuno controlla niente ed anche le rappresentanze sindacali molto spesso preferiscono elegantemente glissare su questi aspetti e privilegiare l’ottenimento di benefici in busta paga !!!
    Della sicurezza aziendale, diciamolo francamente, importa poco a tutti e solo quando ci scappa il morto si alzano grida altissime e si invocano severissime sanzioni per gli inosservanti la legge!!"

    MaxVinella

  • CONTRIBUTI E PROPOSTE
    DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) PER LA LEGGE DELEGA ED IL TESTO UNICO
    DELLA SICUREZZA DEL LAVORO

    Siamo lavoratori di diversa estrazione sindacale; ci accomuna l’impegno nel ruolo di Rappresentanti per la sicurezza, la passione per il nostro lavoro e l’impegno civile a tutela dei lavoratori con cui condividiamo quotidianamente tutti i rischi.

    Lo stillicidio di morti bianche che ogni giorno insanguina i nostri posti di lavoro non consente a nessuno di rimanere inerte di fronte ad una tale tragedia.

    Infortuni gravi e malattie professionali sono il corollario altrettanto grave della situazione di sbilanciamento dei rapporti sociali ed economici presenti in Italia, a tutto danno dei lavoratori.

    Ci attendiamo che l’obiettivo della razionalizzazione delle norme sia raggiunto al più presto, migliorando e non peggiorando, come si è già rischiato, le tutele per i lavoratori, (anche degli stessi piccoli imprenditori, artigiani e lavoratori autonomi) privilegiandoli e difendendoli dalle logiche d’impresa, finalizzate esclusivamente al profitto, ciò in ossequio alle priorità solennemente sancite nella Carta Costituzionale che riconoscono al lavoro, proprio all’articolo 1, ruolo di fondamento della Repubblica.

    Il nostro è un osservatorio privilegiato del gravissimo fenomeno infortunistico; per questo riteniamo che la nostra esperienza diretta dei processi produttivi, la conoscenza dei rischi concreti per la salute e la sicurezza, nonché delle difficoltà applicative delle attuali leggi, debbano essere utilizzate, ascoltate e prese in considerazione dagli Organismi politici che si stanno occupando del riordino delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.

    Riteniamo sia anche un nostro preciso dovere istituzionale offrire un contributo qualificato e diretto, al fianco delle Organizzazioni Sindacali ed al pari delle altre parti sociali, per migliorare in termini di efficacia e di giustizia sociale tutte le misure che il Governo ed il Parlamento si accingono a varare.

    Per questo presentiamo, in bozza, all’attenzione delle Autorità, delle parti sociali e dell’opinione pubblica i seguenti temi da introdurre in modo organico nella legge delega in corso di presentazione alle Camere e nei successivi decreti attuativi:

    1) PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA
    Introdurre la materia nella scuola dell’obbligo e nella formazione universitaria, promuovere e sovvenzionare permanentemente propaganda istituzionale (es. Pubblicità Progresso), orientare le attività culturali sovvenzionate dallo Stato (cinema, editoria, teatro, ecc.) per una sensibilizzazione costante sui temi della sicurezza. Utilizzare come ritorno d’esperienza, mediante l’istituzione di un Registro nazionale pubblico per la raccolta obbligatoria e la divulgazione delle dinamiche e delle cause di tutti gli infortuni, gli incidenti gravi, le malattie professionali e quelle correlabili presenti nella popolazione, sulla base delle risultanze delle inchieste di PG.

    2) NORMATIVA APPALTI
    Nel subappalto, modalità contrattuale unanimemente riconosciuta come generatrice di maggiori rischi, limitare a due i possibili livelli contrattuali nell’esecuzione di lavori o servizi: se un’impresa è iscritta all’Albo costruttori o alla Camera di Commercio per una certa categoria ed un determinato importo deve avere capacità tecnica ed economica per esercitare effettivamente quelle lavorazioni o quei servizi. Altrimenti le quote di profitto necessarie per ciascuno dei livelli di subappalto vanno a ridurre oggettivamente ed irreparabilmente le risorse per la corretta gestione dei lavori, sia in termini di sicurezza, di regolarità previdenziale ed assicurativa sia in termini di qualità;

    3) QUALIFICAZIONE IMPRENDITORI E DIRIGENTI
    La conoscenza e la preparazione del titolare di un’impresa e dei dirigenti è la precondizione per l’attuazione di qualsiasi misura di sicurezza. E’ necessario prevedere una qualificazione professionale, tecnica e giuridica dei soggetti che avviano o gestiscono qualsiasi attività produttiva con particolare riguardo per quelle categorie maggiormente rischiose (edilizia e costruzioni, siderurgia, cantieristica, manutenzioni, agricoltura ecc.). E’ oggi paradossale il divario tra l’obbligo di formazione tra i datori di lavoro (16 ore) e gli addetti e responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione (60 ore).

    4) APPARATO SANZIONATORIO
    Le attuali sanzioni penali sono molto lievi in relazione ai danni, generalmente irreparabili, prodotti dalla violazione delle norme di sicurezza. L’istituto del sequestro e l’interdizione d’uso di macchine, impianti, attrezzature, cantieri, ecc, devono assumere un ruolo centrale per la tempestiva tutela, materiale e concreta, dei lavoratori. Le sanzioni pecuniarie sono del tutto inadeguate per la loro esiguità e non rappresentano un deterrente, in particolare per le grandi imprese dove i costi vengono sostenuti dai bilanci aziendali e non dai singoli contravventori (datori di lavoro, dirigenti, preposti, ecc.). Riteniamo necessaria una valorizzazione del “sequestro” e un adeguamento sia delle sanzioni penali sia di quelle pecuniarie, aggiornando queste ultime, fino a renderle proporzionali alle “convenienze economiche” del mancato adeguamento ed alla concreta possibilità di sfuggire ai controlli e alle ispezioni. Rendere cioè economicamente più conveniente "realizzare un ponteggio a norma" – prima - rispetto alla sanzione che potrebbe arrivare - forse - dopo. Oggi i costi per gli adeguamenti sono certi mentre quelli per le sanzioni sono assolutamente eventuali ed improbabili. Dobbiamo rendere sconveniente la "scommessa". In questo quadro può essere valorizzato e rafforzato l’istituto della Prescrizione ex D.Lgs. 758/94 che consente ai datori di lavoro di fruire di un meccanismo premiale;

    5) POTENZIAMENTO DELLE CAPACITÀ ISPETTIVE DELLE ASL
    E’ assolutamente necessario potenziare l’apparato ispettivo che ad oggi risulta del tutto insufficiente. A fronte di migliaia di aziende ed unità produttive presenti sul territorio il numero degli ispettori ASL risulta irrisorio e generalmente inadeguato sotto il profilo delle competenze specifiche su lavorazioni particolarmente complesse o specializzate. E’ necessario un adeguamento, per legge, del numero e della qualificazione degli ispettori ASL che sia collegato alle effettive esigenze del territori prevedendo, quale obbiettivo, un rapporto minimo tra addetti alla vigilanza, occupati, numero di unità produttive, presenti in un dato bacino di giurisdizione ASL, loro complessità e loro pericolosità;

    6) COORDINAMENTO ATTIVITÀ ISPETTIVE DELLE ASL
    Risultano paradossali i conflitti di competenza tra i vari Organismi di vigilanza; la competenza regionale, e conseguentemente delle ASL, sulla tutela della salute dei lavoratori deve esplicarsi attraverso un ruolo di coordinamento di tutti gli Organismi di vigilanza col fine di prevenire ogni conflitto di competenza e di razionalizzare tutte le attività di UPG, fatte salve, ovviamente, quelle effettuate su delega dell’A.G. Se il bene tutelato è la salute, non si spiega la ragione di rendere esclusive le competenze di UPG in materia di sicurezza del lavoro. Nessuno si pone il problema delle competenze quando si tratta di tutela della "proprietà privata" (polizia, carabinieri, vigili urbani ecc.);

    7) LAVORO NERO E PRECARIETÀ COME FATTORE DI RISCHIO
    La cosiddetta “debolezza contrattuale” dei lavoratori precari ed in nero rappresenta un pesante fattore di maggior rischio per due ordini di ragioni: la ricattabilità del lavoratore che ha più difficoltà a rivendicare le misure di sicurezza e la difficoltà, data la brevità del rapporto di lavoro, di formare professionalmente i lavoratori stagionali e precari sui pericoli e i rischi di una data lavorazione o ambiente. Oltre la lotta al lavoro nero, come misura minima e urgente riteniamo debbano essere scoraggiate, e al limite vietate le utilizzazioni di lavoratori precari, stagionali, o scarsamente professionalizzati in determinate lavorazioni ad alto rischio, appositamente individuate mediante l’analisi degli indicatori infortunistici;

    8) PREROGATIVE E TUTELE DEI RLS
    I rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza sono una figura chiave per la prevenzione e la tutela. Rappresentiamo gli interpreti tra due mondi che parlano ,purtroppo, linguaggi diversi: quello della produzione e quello delle le Istituzioni. Siamo dentro le aziende come lavoratori ma contemporaneamente dobbiamo agire anche per il rispetto della legge; ciò ci pone talvolta nostro malgrado quasi inevitabilmente in contrasto con il datore di lavoro. La legge pur riconoscendoci molte competenze non prevede tutele efficaci dalle pressioni e/o dalle ritorsioni aziendali. La legge delega dovrebbe introdurre: a) tutele reali sul piano disciplinare accelerando i tempi di causa per il contenzioso disciplinare (licenziamenti, sospensioni, multe ecc.); b) sanzioni penali per i dirigenti che comminano ai RLS sanzioni ritenute illegittime dal Giudice del Lavoro; c) la revisione dell’istituto degli Organismi paritetici; d) un più efficace e funzionale rapporto tra i RLS, Organismi di vigilanza e il Giudice del Lavoro.

    9) UN ORA ALL’ANNO PER LA SICUREZZA
    Le attuali regole contrattuali prevedono per i RLS un monte ore di permessi retribuiti assolutamente insufficienti per tutte le incombenze previste dalla legge. Anche le 40 ore previste per le realtà produttive più complesse risultano del tutto inadeguate come segnalato da tutti i RLS, di ogni settore produttivo e da ogni luogo di lavoro. Chiediamo con forza che nelle grandi aziende sia aumentato il numero di RLS e che siano attribuiti dalla legge, permessi minimi pari almeno ad un ora l’anno per ogni lavoratore rappresentato. Nelle imprese piccole e piccolissime, invece occorre prevedere per legge un monte ore minimo per i RLS interni oltre a valorizzare e rafforzare il ruolo e le prerogative dei RLST (territoriali). Deve, inoltre, essere chiarito e reso cogente l’obbligo delle aziende a fornire attrezzature e strumenti idonei a svolgere le attività di prevenzione, consultazione e collaborazione già previste dalla legge. Proponiamo inoltre, l’istituzione di un Servizio nazionale di coordinamento, raccordo, assistenza, divulgazione e formazione dei RLS, gestito dalla Conferenza Stato Regioni, mutuato dalle migliori esperienze già in atto in alcune Regioni;

    10) SEMPLIFICAZIONE, SNELLIMENTO PROCEDURE E CONFLITTO DI INTERESSI
    Riteniamo siano da abrogare tutte quelle norme che prevedono l’accavallarsi e l’intrecciarsi di competenze tra Enti ed organismi diversi in materia di vigilanza sull’igiene e la sicurezza del lavoro, dando piena applicazione ai principi di universalità e unitarietà introdotti dalla legge 833/78. Restano infatti vigenti numerose norme spurie che disciplinano in modo arcaico alcuni ambiti lavorativi (ad esempio il Servizio Sanitario FS). Infine nessun Ente preposto alla vigilanza dovrebbe avere competenza su se stesso per evidenti motivi di trasparenza e di efficacia. Tale incarico dovrebbe essere affidato comunque alle ASL; anche le ASL, a loro volta, dovrebbero essere sottoposte alla vigilanza di Enti terzi (ad esempio altra ASL, secondo il criterio di competenza territoriale incrociata delle Corti d’Appello in uso per le indagini interne alla magistratura).

    Roma, 11 gennaio 2007 Co.na.rls

    www.conarls.it

  • FALCRI Banca Nazionale del Lavoro

    Sindacato Autonomo Lavoratori

    Segreteria dell’Organo di Coordinamento

    www.falcribnl.com – e mail: falcribnl@yahoo.it

    Spett.le
    Banca Nazionale del Lavoro
    Roma

    Luigi Abete
    Presidente

    Jean-Laurent Bonnafé
    Amm.re Delegato

    Stefano Libotte
    Direttore Risorse Umane

    Roberto Quinale
    Relazioni Sindacali

    Francesco Colella
    Direttore Operations

    Leonardo Petrella
    Resp. Unità Prev. Prot. e Ambiente

    Oggetto: rif. lettera inviata il 22.1.07 a firma Rappresentanti Lavoratori per la Sicurezza.

    Siamo stati informati attraverso la lettera in oggetto delle giuste ed inevitabili rimostranze e lamentele degli RLS eletti oltre un anno fa.

    Non possiamo che condividere in assoluto l’intero contenuto della lettera ed a riprova della mancanza di rispetto nei confronti di questa importante figura di legge e di civiltà potremmo citare gli “infiniti” interventi in materia di salute e di sicurezza che il nostro Sindacato ha dovuto affrontare per colmare “vuoti” che non avrebbero avuto ragione di esistere.

    La FALCRI BNL è convinta che la storia e le scelte della BNL, bene espresse all’interno dei Bilanci Sociali, non possano condividere questa “latitanza” che si ripercuote sulla salute e sulla sicurezza di chi lavora.

    Riteniamo che i Rappresentanti Lavoratori per la Sicurezza rappresentino un patrimonio importante e fondamentale per la nostra Azienda e quindi non possiamo assistere alla loro mortificazione quotidiana in maniera inerte e quindi complice.

    Invitiamo i vertici della Banca Nazionale del Lavoro ad affrontare con la serietà che li ha sempre contraddistinti questo NUOVO ma ormai VECCHIO problema, riattivando quei canali che per gli RLS non si sono mai avviati.

    Restiamo a vostra completa disposizione

    Roma 24 Gennaio 2007

    • Sicurezza ed impronte digitali all’ingresso in Agenzie bancarie.

      By: luigi misuraca - Inviata il 29/1/2007 - Ore: 18:21 www.triburibelli.org

      E’ notizia, riportata sulla stampa romana di ieri, dell’atroce trovata escogitata da una banda di malviventi per superare l’ostacolo del sistema di sicurezza posto all’ingresso di un’Agenzia bancaria sul territorio della Capitale ( la scannerizzazione delle impronte digitali).

      Un dito mozzato ad un cadavere, ipotesi degli investigatori sul mozzone ritrovato abbandonato "sul luogo del delitto" (rapina), è stato utilizzato per l’ingresso, senza lasciare altre tracce compromettenti, nell’Agenzia. Il rapinatore, ripreso ed immortalato dalle telecamere a circuito chiuso, è risultato, peraltro, irriconoscibile poichè con il volto camuffato da occhiali neri, parrucca e sciarpa. Tanta precauzione, eccepita nelle modalità di attuazione perchè giudicata non efficace - a suo tempo - da alcuni Sindacati, andata in fumo davanti alla risolutezza del crimine per come svoltosi in Roma.

      Particolare scabroso (dito mozzato) che dimostra come la "mala" conosca, studia e trova la neutralizzazione per ogni "serratura" nuova posta sul mercato, quasi già da prima che questa entri in commericio per la vendita al pubblico.

      Nei fatti ogni sistema di sicurezza va calibrato alla efferatezza che oramai distingue le "trovate" dei malavitosi che, spesso non si fermano davanti ad ostacoli di nessuna natura.

      Argomento in più, del quale il Sindacato farà di certo tesoro, da portare sui tavoli di trattativa ogni qualvolta si parla di Sicurezza sul posto di lavoro e che dimostra la bontà delle eccezioni "costruttive" rapportate alle Aziende bancarie per una riflessione più esaustiva circa la fattibilità, la funzionalità, efficienza, efficacia, ecc... di ogni nuovo sistema atto a scoraggiare le rapine in Agenzia.

      La vicenda di cui sopra, raccapricciante ed emblematica del livello di pericolosità nelle e delle rapine merita ogni considerazione da parte di tutti affinchè sia tutelata la incolumità del pubblico/cliente e degli "addetti ai lavori".