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LA CAMERA MANDA AVANTI IL DDL ANTI-BLOG
Publie le giovedì 13 novembre 2008 par Open-Publishing1 commento

Roma - Era ottobre 2007. Il consiglio dei ministri approvava il cosiddetto "DdL Levi-Prodi", disegno di legge che prevedeva per tutti i blog l’obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa.
La notizia, scoperta del giurista Valentino Spataro e rilanciata da Punto Informatico, fece scoppiare un pandemonio. Si scusarono e dissociarono i ministri Di Pietro e Gentiloni, ne rise il Times, Beppe Grillo pubblicò un commento di fuoco sul suo blog. Il progetto subì una brusca frenata e dopo un po’ le acque si calmarono. Cadde il governo Prodi.
Un anno dopo: novembre 2008. Un altro giurista, Daniele Minotti, si accorge che il progetto di legge gira di nuovo nelle aule del nostro Parlamento, affidato in sede referente alla commissione Cultura della Camera (DdL C. 1269).
Minotti ne fa una breve analisi sul proprio blog, marcando le diversità fra il nuovo testo e quello precedente. Abbiamo tuttavia alcune differenze di interpretazione. Diamo insieme un’occhiata ai punti salienti del progetto di Legge per capire cosa possono aspettarsi i navigatori e i blogger italiani:
Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Qualsiasi blog rientra in questa definizione.
Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
3. Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
All’apparenza il comma 3 escluderebbe la maggioranza dei blog dall’obbligo di registrazione e dai correlati rischi legali. Ma non è così. Ecco alcuni esempi pratici.
Il blog di Beppe Grillo ha una redazione, ha banner pubblicitari, vende prodotti. In parole povere: sia secondo il Codice Civile, sia secondo la comune interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa. Se il progetto di legge fosse approvato, perciò, Beppe Grillo avrebbe con tutta probabilità l’obbligo di iscriversi al ROC. Non solo: sarebbe in questo modo soggetto alle varie pene previste per i reati a mezzo stampa.
Affari suoi, diranno forse alcuni. Eppure non è l’unico a doversi preoccupare. Nella stessa situazione si troverebbero decine, probabilmente centinaia di altri ignari blogger. Infatti: chiunque correda le proprie pubblicazioni con banner, promozioni, o anche annunci di Google AdSense, secondo la comune interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa.
Il ragionamento è semplice. L’apposizione di banner è un’attività pubblicitaria continuativa che genera introiti; una prestazione continuativa è un’attività di impresa; chi fa impresa grazie alle proprie pubblicazioni deve registrarsi al ROC; chi è registrato al ROC può incorrere nei reati di stampa. Chi invece è in questa situazione e non si registra al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina (ricordiamo un caso recente).
Per quanto in nostra conoscenza, manca ancora un pronunciamento strettamente ufficiale dell’Agenzia delle Entrate (interpello) se l’uso di qualche banner rientri nelle attività dell’impresa (ma l’orientamento è piuttosto chiaro: banner = attività lucrosa continuativa; attività lucrosa continuativa = impresa).
Per questa ragione, se il progetto di Legge venisse approvato come è ora proposto, saremmo nel migliore dei casi di fronte ad una legge passibile di più interpretazioni e quindi potenzialmente molto pericolosa.
Facciamo un esempio di fantasia, ambientato a Paperopoli.
Rockerduck: "Se non cancelli l’articolo sul tuo blog che parla male di me, ti trascino in tribunale per diffamazione a mezzo stampa."
Paperino: "Ma il mio blog non è una testata!"
Rockerduck: "Però hai un banner pubblicitario, quindi potresti essere un’impresa, e quindi devi iscriverti al ROC. Anzi, se non togli l’articolo ti denuncio pure per stampa clandestina."
Paperino: "Ok. Sob."
Provate a sostituire "Rockerduck" con "picciotto" e "Paperino" con "cittadino" e il gioco è fatto.
Luca Spinelli
Link: http://punto-informatico.it/2468674/PI/News/camera-manda-avanti-ddl-anti-blog.aspx
10.11.08
Messaggi
1. LA CAMERA MANDA AVANTI IL DDL ANTI-BLOG, 14 novembre 2008, 14:53
DECRETO ANTI-BLOG: PROPOSTA DI LEGGE 1269 [caramella-fondente.blog.kataweb.it]
E’ straordinario questo paese, è meravigliosa soprattutto la scelta delle notizie che i media propinano al popolino.
Stanno uccidendo l’informazione libera, la stanno soffocando, il cappio è intorno al collo, ora non resta che tirare.
In Italia i telegiornali sono incentrarti solo sui delitti show, tipo Cogne e Garlasco, sul presidente “abbronzato” degli Stati Uniti, sulle cazzate senza fine del dittatorello e di quell altro Veltroni.
E da far notare, specie a chi crede ancora nella favola della destra e della sinistra, come le leggi più riprovevoli sono approvate da entrambi gli schieramenti o comunque senza estremi ostacoli dell’opposizione di turno.
Solo un anno fa il governo Prodi, quindi di sinistra, approvava il Disegno di legge Levi-Prodi, che prevedeva per tutti i blog l’obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa.
Si scatenò un putiferio, e il governo fu quasi costretto a fare retromarcia, infine ritirò il disegno di legge.
E’ passato un anno, sono cambiati i personaggi ai vertici del potere, ora il governo del dittatorello Berlusconi fa fuoco e fiamme.
Tra il silenzio tombale dei mezzi d’informazione quel vecchio disegno di legge si aggira sotto altro nome nel nostro parlamento. Il nuovo nome è proposta di legge 1269, “Nuova disciplina del settore dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di editoria”.
Ecco i punti salienti della legge anti-blog:
**Art. 2.(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
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**Art. 8.(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
3. Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
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Tutti i blog rientrano nella categoria evidenziata dall’articolo 2. Difatti bastano dei semplici annunci di Google Adsense o di kataweb per fare Attività d’impresa, difatti è un’attività pubblicitaria “continuativa” che genera guadagni. Perciò ogni blogger dovrà iscriversi al ROC e potrà essere soggetto ad accuse di reati di stampa. Chi invece aggira la legge non registrandosi al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina e quindi perseguibile penalmente.Soprattutto è una legge molto molto confusa, poco chiara, italian style direi. Così si possono fottere i fessi, ed invece i furbi, come sempre, possono farla franca.
Questa è l’Italia di oggi, un paese senza contenuti, belante, ruffiano, vigliacco e voltagabbana.
Un paese dove chi lotta per i propri diritti è calpestato dalle forze dell’ordine: Val di Susa, Chiaiano, studenti etc.
Tutto è demagogizzato e demonizzato.
I politici spadroneggiano arricchendosi alle spalle della povere gente, vanno in tv, parlano di uso della forza, intimidiscono, fanno le prime donne, ma sono solo delle vecchie puttane.
Purtroppo se c’è da cercare un colpevole, lo potrete trovare in ognuno di noi.
Se non lottiamo noi per i nostri diritti non lo farà nessuno.
La speranza per il futuro non è solo un presidente di colore, ma la voglia di rivalsa, la voglia di futuro che nel nostro paese è venuta a mancare anni or sono.
Il web è rimasta nel bene e nel male l’unico spazio libero per comunicare, se ci chiudono anche questo sarà dura lotta
Preveniamo questa dittatura prima che sia troppo tardi, prima che ci facciano diventare carne da macello
FATE GIRARE IL MESSAGGIO
PETIZIONE: http://www.petitiononline.com/noDDL/petition.html [www.petitiononline.com]
No al DDL che trasforma la libera espressione della rete in testate giornalistiche. I siti e i blog sono libera espressione democratica non paragonabile alle testate giornalistiche registrate al Registro Operatori Comunicazione che devono osservare l’apposita legge sulla stampa. Ancora una volta si cerca di limitare le libertà degli Italiani procedendo sulla strada della censura. I reati di diffamazione sono tranquillamente perseguibili senza porre ostacoli alla libertà d’espressione.
Chiediamo al Consiglio dei Ministri di ritirare il DDL che imporrebbe l’iscrizione al ROC anche dei semplici blog.