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LA NUOVA LEGGE SULL’ACQUA DELLA REGIONE LOMBARDIA BLOCCATA DAL GOVERNO
Publie le venerdì 20 ottobre 2006 par Open-PublishingEra stata al centro di una mozione presentata in consiglio comunale a Vigevano da Rifondazione Comunista: nei giorni scorsi il consiglio dei ministri l’ha impugnata davanti alla Corte Costituzionale
Nei giorni scorsi il consiglio dei ministri ha deciso di impugnare presso la Corte Costituzionale la legge regionale numero 18 in materia di servizi locali proprio per la parte che prevede l’obbligo di separare la gestione degli acquedotti dall’erogazione del servizio e per la norma che impone di mettere a gara l’erogazione del servizio, benché il Testo Unico degli Enti Locali preveda tre possibilità di affidamento, tra cui quello "in house" che consente la gestione diretta dell’intero servizio da parte dei Comuni, delle loro Asm e delle Autorità d’ambito.
La nuova legge regionale in materia di acqua, che imponeva alle Autorità d’ambito di organizzare il servizio idrico integrato separando l’attività di gestione delle reti da quella di erogazione dei servizi e con l’obbligo di affidare quest’ultimo mediante procedure di gara ad evidenza pubblica, era stata al centro di una mozione presentata in consiglio comunale a Vigevano da Rifondazione Comunista e aveva provocato un acceso dibattito tra maggioranza ed opposizione proprio su questa parte della legge, considerata dalla minoranza come la più negativa.
Le disposizioni regionali messe sott’accusa dal governo sono in contrasto con un recente decreto legislativo in cui si stabilisce che il servizio idrico integrato deve essere gestito nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie, sulla base del principio della unicità della gestione e secondo i criteri previsti dal Testo Unico.
Secondo le motivazioni addotte dal consiglio dei ministri nell’atto d’impugnativa "queste disposizioni statali hanno carattere generale e, per uniformità di trattamento, vanno applicate su tutto il territorio nazionale, costituendo la disciplina generale di modalità di gestione e di affidamento dei servizi pubblici locali, cui le Regioni sono tenute ad adeguarsi".
La mozione presentata da Rifondazione Comunista in consiglio comunale era stata discussa nell’ultima seduta dell’assise e poi respinta dalla maggioranza di centro-destra con la motivazione che occorreva attendere un chiarimento tra Regione e Stato.
Con la decisione del consiglio dei ministri di impugnare la legge, il governo dell’Unione vuole assicurare agli enti locali ed alle Autorità d’ambito la possibilità di agire in piena autonomia in materia di utilizzo delle risorse idriche e di garantire l’acqua come bene comune e quindi non privatizzabile.
Ora le scelte sul futuro del servizio idrico tornano nelle mani degli enti locali e si aprono così nuove e concrete prospettive per il mantenimento di una sua gestione pubblica.
Roberto Guarchi
Capogruppo consiliare
del Partito della Rifondazione Comunista
Vigevano (Pavia)
rc@comune.vigevano.pv.it