Home > LA PIAZZA DEL "40"
Caro Roberto
ti invio il mio personalissimo pensiero sulla necessita di scendere
in Piazza Sabato 27 settembre
un saluto Stefano Laboragine
le piazze del "40"
E’ notizia di questi giorni quella che attribuisce al cavalier Berlusconi il 60% della fiducia della popolazione italiana. A incuriosire il restante 40% non è tanto il valore del gradimento, quanto piuttosto gli elementi sui quali questa fiducia è legata. Capire quali siano i valori reali che concretizzano nell’elettorato il successo del Presidente del consiglio. Gramsci teorizzò la politica del se, quella politica che consiste nel non tener conto alcuno delle forze sociali organizzate, nel non dare importanza alcuna alle responsabilità legittime, liberamente accettate nell’assumere un potere, nel trascurare la ricerca della funzione, dei modi in cui si svolge l’attività economica e delle conseguenze necessariamente determinate da questi speciali modi nei rapporti culturali e di convivenza sociale. Su cento italiani, sessanta sono seguaci di questa politica. Si può dire anzi che la maggioranza dei cittadini italiani che fanno professione di fede politica, che discutono i problemi della vita pubblica, nazionali o internazionali, non hanno altro criterio direttivo che il "se"; e se ne trovano bene, perché il "se" esime dal pensare e dallo studiare.
Illustri economisti di tutto il mondo ci confermano quotidianamente che l’economia globale è intrappolata in un ciclo di recessione, i paesi occidentali, Italia compresa, sono ormai preda di quel modello capitalistico finanziario importato dagli Stati Uniti, che aggrava di ora in ora il processo inflazionistico e colpisce soprattutto i lavoratori. Tutto questo nel nostro Paese, viene estraniato dall’opinione pubblica, considerato marginale e si guarda con ottimismo salvifico il Presidente del Consiglio con la sua incompetente compagine di governo, e si sorride con simpatia alle battute, diventate ormai un classico, esternate a ogni partecipazione pubblica nazionale e internazionale del cabarettista di Arcore.
Tutto questo ha luogo in una nazione dove più di diecimila lavoratori, di quel disastro aziendale che si chiama Alitalia, rischiano il proprio posto di lavoro mentre un manipolo di scaltri imprenditori decidono senza scrupolo, ma nell’interesse del profitto, il destino di queste famiglie. Il sindacato è diviso: la UIL e la CISL, spaventate, sembrano assumere un ruolo collaborazionista in questo assurdo processo di respirazione artificiale, in nome dell’occupazione. E non si perde tempo a colpevolizzare la CGIL come la partner dell’opposizione, come la vera causa del declino della compagnia aerea.
Tutto questo accade mentre il ministro della pubblica Istruzione decide di riformare la scuola, con un decreto che farebbe rabbrividire anche Giovanni Gentile, che prevede "tagli" di 100.000 posti che si aggiungerebbero ai 43.000 dell’ultima Finanziaria del precedente Governo, che tradotto, significherebbe attivare un disegno di destrutturazione del sistema che produrrebbe inevitabilmente scardinamento della coesione sociale e impoverimento civile. Una vera e propria manovra punitiva contro la scuola pubblica statale, che non terrebbe conto del diritto all’istruzione costituzionalmente garantito e contrasterebbe con l’obiettivo di ammodernare il Paese, per renderlo più competitivo attraverso la crescente qualificazione dei processi formativi.
Tutto questo si decide mentre il Ministro della Difesa, durante la cerimonia del 65° anniversario della difesa di Roma dalle truppe di occupazione naziste che segnò anche l’avvio della Resistenza militare e partigiana, rende omaggio e "onore" agli uomini della Repubblica Sociale. Tutto questo mentre una show girl dell’etere berlusconiano, oggi Ministro delle Pari Opportunità, insieme al Ministro della Giustizia e al Ministro degli Interni, decreta l’illegalità della prostituzione confinando il fenomeno nell’ombra della prostituzione casalinga, così da riempire le carceri di prostitute e clienti senza recidere il problema alla radice; come dire: noi puliamo le strade, poi in casa ognuno fa quel che vuole.
Tutto questo si verifica nel paese dove il partito più volgare, xenofobo e secessionista, che ha avuto – con i suoi ministri – l’ipocrisia di giurare fedeltà alla Repubblica, teorizza e decreta politiche migratorie da imbarazzare anche i nazionalisti più conservatori. Prima con le impronte digitali per i Rom e ora, approfittando dell’emergenza sicurezza, tentano di sconfiggere l’immigrazione clandestina con l’irrigidimento delle politiche dell’accoglienza e dell’integrazione. Per questi signori della Lega, gli stranieri sono considerati poco più degli schiavi, pura forza lavoro. Eppure, sono loro il vero motore dell’industria italiana, sono loro le braccia che reggono ancora la produzione agricola, sono mani di altre terre a svolgere tutte quelle mansioni definite logoranti.
Tutto questo e altro ancora, si consuma sotto i nostri occhi, sotto gli occhi di un’opposizione che tale non è, di un partito "nuovo" nel nome, ma vecchio negli atteggiamenti, nella dialettica del confronto, incapace di tracciare un serio programma alternativo di governo che si possa concretamente indicare, come l’unico capace di risollevare l’economia e la società degradata di questo miserabile Paese.
E’ questa la scenografia preoccupante che ogni giorno vediamo peggiorare sotto i nostri occhi, ed è per questo che quel 40% deve mobilitarsi, riesumarsi dalla crisi politica che ha cancellato dalla vita parlamentare gli ultimi residui di una sinistra ricattata e compromessa nella credibilità, dal precedente governo. Per questi motivi sabato 27 settembre, la società civile, l’associazionismo, le organizzazioni del volontariato, il sindacato e tutte le forze democratiche, devono riempire le piazze d’Italia e colorarla con i colori della democrazia, con le sfumature che le bandiere di tutto il mondo contengono, per gridare a quell’accecato 60% di aprire gli occhi, di comprendere i veri obiettivi personalistici e iniqui che gli affiliati del governo Berlusconi stanno silenziosamente realizzando. Voglio credere che quel 40 si raddoppierà, che la cultura e la società di questo Paese appiattito, abbandoni la politica del se e sposi la politica del "fare", la politica che appartiene alla gente, la stessa che i partiti hanno abbandonato da anni. Io ci sarò.
SABATO 27 SETTEMBRE ORE 9.30 PIAZZA MAGGIORE BOLOGNA
Messaggi
1. LA PIAZZA DEL "40", 21 settembre 2008, 14:55, di SCATENATO
NON E VERO CHE IL 60% DELLI ITALIANI AMANO IL BERLUSCA
VI SIETE DIMENTICATI DI QUELLI ITALIANI CHE NON HANNO VOTATO O NON SONO ANDATI A VOTARE PERCHE NON SI SENTONO RAPPRESENTATI DA NESSUNO DEI DUE SCHIERAMENTI.
IO PER ESEMPIO SONO ANNI CHE NON MI SENTO PIU RAPPRESENTATO E CON ME PIU DI UN TERZO DELLI ITALIANI QUINDI COME VEDETE NON E IL 60%.
NON SERVE FARE POLEMICA ,MA LI AFFOSATORI DEL VOTO SONO PROPRIO QUESTI POLITICI,
ALLE MANIFESTAZIONI CI SONO COME PERSONA NON CON IL CUORE.